Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
“Nessuna grave infrazione” è la formula con cui la Commissione dell’UE ha espresso una seconda valutazione (la prima era stata, non dimentichiamolo, negativa) sulla Legge di stabilità, che ha avuto bisogno di un grosso ritocco a danno dei cittadini (dimezzamento del taglio delle tasse e stangata se scatta il caro IVA), e che aspetta un giudizio definitivo, finale.
Ma negli stessi giorni in cui l’Italia, nonostante e forse a causa delle smargiassate del “premier”, otteneva un faticoso e faticato consenso, i due Cesari, il “tifoso rossonero” ed il “tifoso viola”, inondavano l’opinione pubblica con dichiarazioni, che sarebbero esilaranti, se non riguardassero una situazione economica e sociale drammatica e penosa, e diventassero solo e purtroppo irritanti.
Il primo, in una “chiacchierata” con l’indomabile e non raramente confusionario Ferrara, ha rivendicato la bontà del patto del Nazareno, che mai è stato reso pubblico, come suo “dovere”, “perché l’Italia ha bisogno di rinnovarsi e ripartire, e senza cambiamenti nell’assetto istituzionale riguardo al monocameralismo per l’approvazione delle legge e al bipolarismo come sistema politico e ai poteri del presidente del Consiglio non c’è ripartenza possibile, né per governi di centrosinistra né per governi centrodestra”. Ora la realtà è, almeno al momento, nettamente diversa rispetto a quella disegnata o sognata da Berlusconi: ha compiuto il passo iniziale dell’iter di riforma costituzionale la riforma del Senato, che poteva essere benissimo soppresso piuttosto che assumere le sembianze ridicole e farsesche del disegno di legge in discussione, mentre lo stesso presidente del “Milan” sembra propendere per un bipartitismo e non per un bipolarismo, visto il suo richiamo alle sue precedenti esperienze governative con i partiti minori.
Berlusconi, sempre con Ferrara, - cosa unica ed incredibile - invece di gioire per la situazione interna al PD, “non esulta – dice la nota sul foglio di famiglia – perché guarda agli interessi del Paese e un governo così è “condannato a essere inefficace e inefficiente”. E poi troppi annunci che si infrangono sui freddi numeri. Bocciato anche il ministro dell’Economia Padoan, che, nel giorno in cui parla di ‘crescita e occupazione’ alle classi sociali. È obbligato a ritoccare la manovra per star dentro ai parametri dell’UE”.
L’altro, che altro non è – secondo la definizione ironica dei magistrati- “un tifoso viola” e null’altro, confermando la sua età, dimentica anche di fatti recenti, ha maltrattato i sindacati con una frase, che può avere entusiasmato il suo sodale lombardo ma è solo donchisciottecsa e per lui paradossale: “Non trattiamo con chi non è stato eletto”, non ricordando che neanche lui è stato eletto e che occupa Palazzo Chigi … per volontà dell’ Altissimo.
Negli stessi giorni in cui i due sodali, stavo per scrivere i due compari, scoprono e si preoccupano dello ius soli, dettando terapie comunque discutibili e soprattutto opinabili dal punto di vista dell’opportunità, lo Svimez pubblica un rapporto sconvolgente e drammatico sul Sud, in cui. nel 2013 come nel 1867 ed il 1918, i morti superano i nati (177 mila come nel 1861). Secondo le previsioni a lungo termine, a dir poco apocalittiche, “l’area sarà interessata da uno stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili”. Ai questi dati, che dimostrano ancora una volta il fallimento della politica sia a livello nazionale sul meridione sia principalmente a livello regionale ed amministrativo nel complesso, si aggiungono altre notizie, sulle quali si dovrebbe porre (ma quando?) l’attenzione del governo e dello schieramento, ibrido ed incomprensibile, berlusconiano. I consumi nel 2014 sono scesi dello 0,6% e scenderanno prevedibilmente dello 0,2% l’anno prossimo mentre gli investimenti nell’anno corrente sono diminuiti dell’1,6%, dimostrato dal crollo occupazionale e dalla dilagante desertificazione industriale.
Da ultimo il Berlusconi, che si finge liberale e si dimostra sin dalle parole un Cesare insopportabile: dopo aver sostenuto che “solo un centrodestra unito e coeso può essere competitivo con la sinistra, anche con la sinistra socialdemocratica, incarnata da Matteo Renzi”, avverte, perentorio e sconfortante, “ma unità non significa una somma di nomenklature di partiti: non serve a nulla. Nei nostri governi è stato proprio questo il punto debole”. “Unità” significa dunque che i partiti sherpa debbono portare il fardello di voti, più o meno consistente, senza nulla pretendere dal partito unico del monarca assoluto. Che aspetta dunque Salvini a partire “per il mare aperto”, forte dei sondaggi, sulla scorta dei quali (l’ultimo è quello di Coesis Research) veleggia verso il 12 – 13%? I dati dell’istituto di ricerca forniscono “cattive notizie” per FdI, fermo al 4%, “visto come nicchia per i nostalgici della destra sociale di Alleanza Nazionale”. E’ un’analisi, a dir poco inesatta, ché il difetto principale e causa della marginalità del partito è la sua assoluta incomunicabilità all’interno dell’area e la sua autolesionistica impenetrabilità a nuovi apporti.
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