Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Tutti ci siamo passati, volenti o nolenti.
Samo in mezzo ad una conversazione nella quale l'altra persona insiste nel parlare di sé stesso/a, potendo invece commentare temi molto più interessanti.
Ma è chiaro, uno non può semplicemente addormentarsi sulla spalla dell’amico vicino o allontanarsi gridando “ lasciami in pace, non ti ho fatto niente e non merito tutto questo!”. Bisogna essere educati e fingere che sta parlando di qualcosa di interessante.
Chissà, magari fra qualche anno di quella persona avrai bisogno per chiedergli un prestito.
Ecco dunque una guida per non apparire totalmente annoiato.
Principi Fondamentali.
Iniziamo dalla base.
Quando qualcuno ti parla, e stai pensando a ben altre cose, devi continuare a guardarlo negli occhi. O almeno nella zona del viso.
Talvolta devi assentire anche con la testa e ogni tanto continuare a dispensare espressioni interessate che facciano sì che lui/lei si senta seguito e stimato, magari ripetendo le ultime parole che dice in forma di domanda: - Eh sì,... Chiaro... Certo, quello sempre... Già... Ma senti... Sì... Sei andato a dirlo al tuo direttore?
Questo è più che sufficiente in molte situazioni.
Con una ragazza
Lei sta parlando non si sa bene di cosa, e com’ è naturale
ti limiti a fare ciò che farebbe qualunque persona con una vita interna ricca e
complessa: guardarle la scollatura. Ma bisogna farlo con attenzione, con
sguardo languido e giocherellando con un ciuffo dei tuoi capelli.
Se non hai capelli chiedi ad un signore o signora che ti sono vicini di
porgerti la testa per un attimo. Se ti vedi obbligato a intervenire nella
conversazione, cerca di informarti sull’argomento del quale parla. Se il tema è
il lavoro e la sua carriera complimentati con lei e dille “ …e sei solo all’inizio, chissà dove
arriverai…”.
Se parla dei vostri comuni amici: “A cena con loro, venerdì? Perché no!” Sei sempre in tempo ad ammalarti prima.
A proposito della sua famiglia: “Io non ho ucciso tuo padre, la giuria mi ha ritenuto non colpevole”.
Se sta andando via: “ E’ questo il modo di ringraziarmi, per il caffè d’orzo che ti ho offerto nel luglio del 2007?”
Sul posto di lavoro
Simulare che stai prestando attenzione durante una riunione è difficile, perché normalmente, quasi tutti, arrivano a chiudere gli occhi dalla noia e si lasciano sfuggire una specie di russamento, per poi ridestarsi allarmati, dopo la solita gomitata che gli evidenzia del loro ingresso nella fase Rem del sonno.
È possibile che il direttore generale confonda uno sbadiglio soffocato con l'inizio di una frase e ci domandi: “Volevi commentare qualcosa, Tullio?”
Cavolo, è chiaro che non potremo mai rispondergli: “ No, guardi, è che mi sto annoiando a morte, come dimostra questa pozzanghera di saliva che c'è sul tavolo.”
La cosa migliore è alzarsi e gridare: “Questo progetto è una vera porcheria!” E continuare nella nostra solita inerzia intellettiva, per dopo, quando è finito il supplizio, vuotare una latta di benzina sul tavolo e lanciare un cerino. Nessuno dubiterà mai per un istante che non sapevi di cosa si parlasse se, in aggiunta, proferisci a voce alta parole a caso come “sinergie”, “spirito di gruppo” “intraprendenza” e “riduzione dei costi”.
A un colloquio di lavoro
In una certa occasione e per colpa di uno strano incidente con una latta di benzina e il successivo incendio, ti licenziarono e ora sei costretto a cercarti un nuovo lavoro?
È abituale durante un colloquio che un tipo con abito e cravatta ti spieghi cose senza importanza circa l'impresa, come e a cosa si dedica la struttura e quali saranno le tue funzioni se dovessero prenderti.
Al sottoscritto quello che interesserebbe di più sarebbe di avere subito un PC con internet a disposizione, così da cercarmi le cose da fare con Twitter, Facebook e roba simile, limitandomi a commentare i vari post in maniera molto alterata.
Poi potremmo continuare a pianificare come rapinare una succursale bancaria.
Bando agli scherzi, appena il responsabile del personale ci ha spiegato la squisitezza del posto di lavoro, non bisogna assolutamente dire, con una risatina sotto baffi: “ Ok, ok, ho capito. Dove devo firmare?”
E non è affatto consigliabile dargli una manata sulla spalla né strizzargli l’occhio. Non bisogna forzare la cosa!
Con gli amici
Affinché i tuoi migliori amici, non sospettino che stavi ignorandoli, basta dire una sola parola: “ Tette”. Probabilmente aveva una qualche relazione col tema del quale parlavano. Siete uomini e bevete birra, e in caso contrario detto vocabolo causerà un'allegra distrazione, la quale farà sì che tutto il mondo dimentichi il tema previo.
Parlare da uomo a uomo
Siamo sul facile. Basta bere birra, un'altra volta, nel portico del bar, guardando l'orizzonte e lasciando scivolare ogni tanto qualche “ehm, sì, giusto!”, ma senza dire “ho capito”.
Il giorno dopo, bisogna darsi alla caccia di qualche animale
con le corna e portarlo legato al soffitto dell'automobile, mentre gocciola
sangue. Siccome tu non abiti in montagna o in campagna, potrai accontentarti di
tirare dei sassi a qualche piccione dal balcone di casa, finché tua madre non
ti caccerà via. Per sempre. Così comincerai ad emanciparti.
Con
tuo cugino
O un parente chiunque. Mettiamo per esempio che devi sederti, ad un matrimonio, di fianco ad Alfonso Peretta. La cosa ragionevole sarebbe svuotargli sopra la testa una latta di benzina e dopo lanciare un fiammifero acceso, ma già hai usato questo espediente giovedì passato in ufficio. Per simulare il tuo interesse e un minimo di educazione, basta fargli delle domande a caso: “La frittata di patate, con o senza cipolla?” “Quale è il migliore gin per te?” “Mac o Window?”
Non è necessario seguire un ordine logico: al cugino, o cognato che sia, gli basta ascoltare il suono della sua voce, poi il resto è il vuoto assoluto.
On line, su Twitter o Facebook
Fingere interesse online è molto più facile. In Facebook, per esempio, basta un semplice “ I like”. Per quanto riguarda le email, soprattutto quelle di lavoro, è sufficiente rispondere con un “…lo guardo e ti dico qualcosa entro un paio di giorni”, per dopo incrociare le dita e sperare che tutto il mondo si dimentichi dell’argomento. Per whatsapp funzionano molto bene i vari “ ah,ahah,ah” e subito dopo un paio di labbra rosse o una lampadina accesa! Abbiamo una sola vita e non possiamo sprecarla aprendo tutti i video che c'inviano i gruppi ai quali ci hanno iscritto.
In tribunale
Qui basta gridare: “Ricorrerò
in appello! Sono innocente!”, mentre la polizia ti trascina a forza fino al
furgone che ti porterà in galera.
In definitiva, esercitatevi nell'uso di queste tecniche e potrete continuare a
godere dei vostri pisolini con gli occhi aperti, dai quali vi sveglieranno con
frasi come “tu sì che sai ascoltare.”
Ricordo che una volta volli spiegare che in realtà non presto mai attenzione a nessuno quando parla, che faccio finta, che sono disinteressato, ma l’ unica risposta che ricevetti fu:
“ Eh sì, certo...già!”