Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La situazione meteo resta molto critica in varie regioni d’Italia, ma quella che desta maggiore preoccupazione rimane la Liguria, colpita da una nuova alluvione, portando addirittura la Protezione civile a prorogare l'allerta di livello 2, sino alle ore 15 di oggi. Ma i disagi si registrano anche in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Sardegna.
La pioggia sembra voler sfidare, giorno dopo giorno, la resistenza dell’uomo. Alluvioni, frane e disastri ambientali sono ormai diventati pura consuetudine in Italia, nell’ abituale contorno del rimpallo di responsabilità tra i vari enti preposti alla stabilità ambientale.
Molte organizzazioni non governative, sono concordi nel chiedere che la gestione dei corsi d’acqua risponda a criteri ecologici e naturalistici, ponendo fine quindi alla canalizzazione e alla cementificazione dei fiumi, derubati oltretutto della necessaria manutenzione e controllo, così come al consumo del suolo, che ogni giorno dissolve nel nulla ben 90 ettari!
Secondo tali interpretazioni, quindi, siamo ancora una volta noi italiani la causa di tutti i mali, e non altri grotteschi soggetti inventati da chi non vuol ammettere la propria totale incompetenza.
Ci sono intiere famiglie spazzate via dai nubifragi e dalle esondazioni, molte delle quali si ritrovano prive della propria abitazione e dei necessari capi d’abbigliamento, per difendersi dalla pioggia e delle intemperie.
Molte associazioni di volontari inviano o portano personalmente i più disparati soccorsi a queste persone, a molte delle quali farebbe ben comodo anche un misero impermeabile usato da anni.
E per smorzare un po’ l’angoscia e la rabbia per tali affliggenti notizie, mi voglio soffermare proprio sull’indumento più utile in questa stagione: l’impermeabile.
Un popolare detto inglese recita: “Indossare un soprabito differenzia l’uomo dal bambino”.
E le statistiche dimostrano che proprio quell'adulto non dubita minimamente di scegliere l'impermeabile come il primo soprabito del suo armadio. L'autunno è la stagione dove questo leggendario capo d'abbigliamento raggiunge il suo massimo splendore, poiché le sue soavi temperature, a parte i nubifragi di cui sopra, permettono che brilli con luce propria. Tuttavia, nonostante il gabardine non difenda molto dal freddo, oggi se ne possono trovare con ogni tipo di rivestimento, anche quelli trapuntatati con pelle o pelliccia, spesso rimovibile, che aiutano ad allungare la vestibilità per quasi tutto l'anno.
L'impermeabile prende il nome dal tessuto col quale viene confezionato ed oggi, al contrario di quello che succedeva alle sue origini, non solo arriva sotto le ginocchia, ma può anche non toccare quest’ultime come, per esempio, un tre quarti o un giaccone.
Egualmente, al classico colore beige ne sono stati aggiunti altri più allegri come il verde e il bordeaux, ed altri più seriosi come il blue e il nero. Due sono le caratteristiche principali che distinguono questo capo d'abbigliamento atemporale presente nell'armadio del Gentleman dal 1880. Da una parte, il suo caratteristico tessuto impermeabile resistente al vento, all'acqua, alla neve e, dall’altra, il suo inconfondibile design di origine militare. Nel suo modello originale questo capo d'abbigliamento contava su un’abbottonatura incrociata, una spessa cintura, dieci bottoni di generose dimensioni, larghi baveri, grandi tasche dove poter conservare le mappe e il binocolo, e multipli anelli da tenda in acciaio ove appendere oggetti tanto necessari al campo di battaglia come la borraccia, un paio di stivali di ricambio, una spada o perfino una granata (nel senso della bomba). E’ stato proprio il suo uso militare che ha fatto sì che questo capo d'abbigliamento sia ora conosciuto in tutto il mondo con il nome di trench coat, ovverosia cappotto di trincea.
Tre marche la fanno da padrone: Mackintosh, Burberry ed Aquascutum, tutte inglesi, e dobbiamo render grazie a loro per l’enorme popolarità raggiunta dall'impermeabile e che oggi, più di cento trenta anni dopo il primo cappotto di trincea, tale indumento si sia trasformato in tutto e per tutto in un oggetto imprescindibile nell'armadio dell’uomo di classe.
Quantunque nel 1823 Charles Mackintosh, inventi il primo tessuto impermeabile unendo vari pezzi di tessuto di tela con il caucciù, bisognerà attendere fino al 1830 quando, lo stesso Mackintosh, popolarizzerà con la sola tela il suo primo soprabito. Sebbene quel trench non lasciasse passare l'acqua, aveva l'inconveniente di non traspirare.
Questo problema verrà risolto quando Aquascutum, nel 1853, creerà un tessuto resistente all'acqua, traspirante e senza lo stucchevole odore del caucciù.
Il successo di questo nuovo impermeabile porterà l’Aquascutum ad essere scelto quale unico cappotto impermeabile dell'esercito britannico della Guerra di Crimea. Tuttavia, dovremo attendere il 1880 per vedere la nascita del primo trench tale e quale a quello che conosciamo oggi.
E’ stato concretamente Thomas Burberry a creare per i fattori inglesi il primo soprabito di cotone, cento per cento resistente all'acqua, traspirante, di gran comodità e leggerezza.
L'obbligatorietà di poter contare, nella campagna coltivata inglese, su un capo d'abbigliamento resistente all'acqua è stata conseguita da Burberry impermeabilizzando il filo col quale s’intesseva la stoffa, riuscendo in questa maniera a far sì che l'acqua scivolasse lungo l’impermeabile, senza mai arrivare a penetrarlo.
Fu tale il successo di quell'impermeabile che l'Ufficio di Guerra Inglese incaricò la casa di moda lo sviluppo di un modello specifico per i soldati.
La sua fama, nel campo di battaglia in primis e in città dopo, ha fatto che gli impermeabili fossero popolarmente conosciuti nel paese come burberries. Se a Thomas Burberry è dovuto l'apparizione del conosciutissimo cappotto da trincea, alla Prima Guerra Mondiale gli corrisponde la fama dello stesso nome. Benché i capi d'abbigliamento, conosciuti come impermeabili, si iniziassero ad usare con le truppe di Garibaldi nel 1861, la Prima Guerra Mondiale segna un prima e un dopo nel design di questo indumento.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la popolarità raggiunta da quel soprabito, usato dagli ufficiali britannici, ha fatto che i soldati americani, russi, francesi, tedeschi ed olandesi cominciassero a indossarlo anche loro, trasformandolo nel capo obbligatorio sul campo di battaglia. Se i soldati inglesi sono stati i responsabili di detto design, gli attori di Hollywood degli anni 30 e 40 sono stati quelli che hanno permesso al trench di oltrepassare tutte le frontiere della terra.
L'apparizione di questo soprabito addosso ai gangster e ai “duri” dei film ha creato un vero e proprio mito che perdura ancora.
Humphrey Bogart in Casablanca, il tenente Colombo, Dick Tracy o l’Ispettore Clouseau hanno permesso a detto soprabito di convertirsi in vera e propria leggenda storica.
Se c'è un capo d'abbigliamento che può vantarsi di essere da oltre 100 anni un vero e proprio simbolo della moda, quello è l'impermeabile.
Oggi il continuo aggiornamento del suo design e i suoi nuovi colori, come la sua enorme versatilità, fanno del trench un capo d'abbigliamento imprescindibile nell'armadio del Gentleman senza, per altro, che il cielo debba minacciare piogge come quelle di questo periodo.
Quel modello di allora -con ampie tasche, chiusura incrociata, grande cintura con fibbia in acciaio, mantellina sulle spalle ed anelli da tenda metallici a forma di “D”- utilizzato dai soldati di mezza Europa, oggi torna ancor più di moda a causa delle continue abbondanti piogge che stanno flagellando l’Italia.
Quindi non solo eleganza, ma anche e soprattutto grande utilità contro il cattivo tempo.
Inserito da bea il 12/11/2014 14:19:55
Capolavoro, Lord! Scritto di stile esigente come gli impermeabili descritti. Vogue ti saluta....Ma dipende dove si vive. S'immagina nel hinterland, come qua, non importa lo stile! Se veste in questi momenti di giacche a vento o di questi pezzi di plastica! E finalmente è anche una questione di soldi...
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