Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il degrado culturale sembra non aver limiti. L’ultima notizia, che arriva dalla sempre generosa America, è quantomeno raccapricciante. Il gruppo Marc Ecko Enterprises (dalle magliette al multimedia) offre il 20% di sconto, vita natural durante, a chi si fa tatuare in maniera indelebile il suo marchio sul corpo. Per ottenere lo sconto ovviamente basta esibire l’autentico e imperituro tatù che deve rispondere a requisiti di grandezza predefiniti.
Si fa fatica a credere che sia vero, sembra una di quelle invenzioni da film di fantascienza di genere vagamente orrorifico, dove il mondo si divide in plutocrati ipertecnologizzati e massa lobotomizzata dalla dipendenza consumistica felice di farsi schiavizzare in cambio di un piccolo riconoscimento.
Invece non solo la notizia è vera e reale, ma pare che in America abbia anche un grande successo.
Ennio Flaiano, intellettuale scettico e disilluso, scriveva che la mamma dei cretini è sempre incinta, certo non si immaginava avesse una capacità riproduttiva così invadente.
Lo ha ben previsto invece chi si è inventato quest’ultima trovata pubblicitaria. Lo spunto è stato l’abnorme diffondersi della mania dei tatuaggi nella popolazione statunitense, una mania che fra poco dilagherà anche nel vecchio continente come tutte le bestialità che nascono negli Usa.
Dunque il corpo si presta a questa ulteriore e umiliante mercificazione, portare impresso a vita il logo di una ditta. A parte la volontarietà, sulla quale peraltro ci sarebbe da discutere perché viene il dubbio sulla capacità di intendere e volere di chi si sottopone a tale pratica, a parte la volontarietà, dicevo, vien da chiedersi che differenza ci sia con il marchio impresso alle vacche o alle pecore per riconoscerne la proprietà.
Già perché l’accettazione di quel marchio commerciale sul proprio corpo è una sorta di cessione di diritti dello stesso al proprietario del marchio, in effetti si tratta di un vero e proprio acquisto di spazi pubblicitari, dunque da ora in poi dovremo aspettarci una guerra per la conquista di questi nuove e perenni vetrine di spot. Potremmo immaginare che dopo un primo periodo di diffusione indiscriminata si cominceranno a selezionare gli spazi diversificando le offerte e individuando ovviamente varie tipologie di corpi. E si creerà un listino prezzi/offerte.
Per esempio un tatuaggio sul seno o sul gluteo varranno diversamente da uno sul polso, e varieranno le offerte se si tratta di uomo o donna, se il soggetto è giovane o vecchio, seducente o repellente, simpatico o antipatico. Poi si potranno avere ulteriori ramificazioni del prezzo/offerta se il “tatuando/a” fa un lavoro a contatto con il pubblico o meno, se all’aperto o al chiuso. Per esempio un bagnino della costa romagnola potrà offrire più garanzie di diffusione del marchio di un impiegato del catasto di Treviso, il quale però, se avesse un’attività secondaria in qualche discoteca o simili potrebbe veder lievitare il prezzo/offerta.
Poi certo bisognerebbe sapere se gli spazi pubblicitari umani fanno vacanze al mare oppure in montagna, nel secondo caso un tatuaggio nella coscia varrebbe meno di uno analogo su un villeggiante marino.
Un ulteriore discrimine potrebbe essere la freddolosità dell’individuo-spazio pubblicitario, uno caloroso e sempre scoperto varrebbe di più di chi fosse sempre imbacuccato.
E quando dopo tanti anni, la pelle invecchiando comincia a cedere e a creparsi di rughe modificando in senso distorsivo il tatuaggio? Forse ridurranno l’entità dello sconto?
Mah! Comunque si aprono nuove inusitate speranze per i venditori di pubblicità di tutto il mondo,
che potranno reinventarsi un mestiere ormai un po’ logoro.
–Venghino, signori venghino...! Si vendono corpi di tutti i tipi dove potrete scrivere tutto quello che vorrete per pochi soldi, individuo sano che promette una lunga durata della vostra pubblicità!–
E così finalmente si tornerà al “posto fisso”
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