Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
«Se il Brasile vuole dimostrare di essere veramente un Paese amico ci dovrebbe aiutare a organizzare un bello scherzo di Carnevale al terrorista assassino, Cesare Battisti, proprio mentre partecipa - come annunciato - al Carnevale di Rio. Faccia cadere il divieto di estradizione e permetta all’Interpol di catturarlo, magari proprio durante la sfilata di questa grottesca e tragica maschera nel Sambodromo di Rio».
Roberto Menia, coordinatore nazionale di Futuro e Libertà e capogruppo di Fli in commissione Esteri alla Camera dei Deputati, è uno dei quei politici accorti ed assennati che non amano troppo la ribalta fine a se stessa. Male del quale, invece, sono cronicamente affetti i suoi colleghi. Per questa ragione la dichiarazione rilasciata alle agenzie sul caso Battisti, il brigatista mai diventato ex, condannato all’ergastolo per quattro omicidi e che per quei reati, in Italia, non ha mai fatto un giorno di galera, che parteciperà al carnevale di Rio, in barba a tutto e a tutti, merita di esser presa in considerazione.
Non fosse altro per riflettere sulla lucida follia di assassino mai pentito, quale è Cesare Battisti, che recentemente aveva chiesto l’apertura di un nuovo processo. L’ex terrorista ha candidamente dichiarato al sito brasiliano Pernabumco.com di essere amico di uno dei direttori della Bola Preta, Francisco Ferreira, che lo ha invitato a sfilare con il suo “bloco”. E lui ha accettato con entusiasmo: «Certo che ci vado, la Bola Preta porta in strada due milioni di persone».
Dura la reazione di Alberto Torregiani, figlio di Pier Luigi, una delle vittime di Battisti: «Penso che stia facendo di tutto per ottenere la massima popolarità per poi candidarsi, magari, anche alle prossime elezioni in Brasile – ha dichiarato. –L’unica cosa che posso immaginare è quella, a parte la stupidaggine di mettersi sempre in mostra. La regola di tutti gli ex terroristi è quella di stare in silenzio. A lui invece non gliene frega niente, anzi più si parla di lui e più è contento. A questo punto gli manca solo la candidatura per essere onnipotente in modo completo. Tenendo conto poi di tutte le amicizie che ha in Brasile non gli sarebbe nemmeno così difficile».
Torregiani si è detto amareggiato nel «constatare che i giornali danno più rilievo a queste cose piuttosto che ad altre più importanti come al fatto che il governo non stia muovendo un dito per risolvere questo caso. A questo punto dovrò muovermi da solo e sto pensando di piazzarmi con una tenda davanti all’ambasciata brasiliana a Roma per attirare almeno l’attenzione dell’opinione pubblica».
Torregiani ha ragione, anzi ragioni da vendere, tanto da farci tornare alla mente una delle agghiaccianti battute contenute nel film dedicato a Renato Vallazansca: «Voi mi state processando per queste cose qua, per cose che non ho fatto. D’accordo il poliziotto a Montecatini l’ho ucciso io, ma per tanti altri reati che ho commesso non sono stato nemmeno indagato. Mi volete ascoltare o no?» Vallanzasca, altro fulgido esempio di lucida follia ha confessato e pagato. Battisti no, non ha fatto né l’uno né l’altro. Ha goduto della correità della sinistra francese e, in parte di quella italiana, beffandosi dell’Italia e della giustizia italiana.
L'ex membro dei Pac (Proletari armati per il comunismo), è stato condannato all’ergastolo in Italia per quattro omicidi ragione per la quale non merita né pietà né comprensione. Ma solo un viaggio in massa in Brasile. In fondo a carnevale ogni scherzo vale, o no?
Inserito da alighiero il 08/02/2012 21:21:10
Vergogna!!! Vergogna. Un articolo schifosamente fascista come tutta la vostra rubrica piena di SS. Chiavica di un Remington, che ne sai se lui è colpevole o meno. Non l'ha mai confessato. Siete un ammasso di scorie velenose. SOLITAMENTE NON INTERVENIAMO SUI COMMENTI DEI NOSTRI LETTORI. MA IN QUESTO CASO DOBBIAMO, PER RISPETTO ALLE VITTIME DI BATTISTI, RICORDARE AL CALOROSO LETTORE CHE IL SUO BENIAMINO È STATO CONDANNATO CON SENTENZA PASSATA IN GIUDICATO CHE LA MANCANZA DI CONFESSIONE NON SIGNIFICA INNOCENZA CHE PURTROPPO I MORTI NON HANNO NESSUNO CHE LI SOTTRAE AL DESTINO CHE BATTISTI GLI HA INFLITTO, NON HANNO AVUTO UN BRASILE CHE EVITASSE LORO LA FINE Totalità.it
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