Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Eva Braun, nata a Simbach il 6 febbraio 1912, è
una ragazza semplice, che proviene da una famiglia semplice. E' la seconda
figlia di Fritz Braun, un rispettabile maestro di Monaco, e Franziska. Fritz
Braun è uno studioso, astemio e protestante non praticante. Franziska,
cresciuta come cattolica devota, è vitale, socievole e atletica.
Da bambine, le tre figlie dei coniugi Braun prendono lesione di musica, d'arte
e di danza. Il padre Fritz spera che Eva diventi un'artista; la madre Franziska
vuole per lei un futuro da sarta. Lei, refrattaria alla disciplina che i
genitori cercano di imporle, pensa solo a truccarsi, alla dieta, ai vestiti e
ai ragazzi. Nel 1928, nel tentativo di imporle una rigida educazione, i
genitori di Eva la iscrivono in un istituto cattolico femminile. Il tentativo
fallisce: Eva lascia il convento nell'autunno successivo, confidando a una
compagna: "Non è vita per me".
Tornata a casa, Eva trova che la sorella maggiore, Ilse, lavora per un dottore
di nome Marx. Vedendo nel lavoro la possibilità di ottenere l'indipendenza
economica dai genitori, Eva trova un impiego rispondendo all'annuncio appeso
alla porta del piccolo negozio del fotografo Heinrich Hoffmann. Hoffmann lavora
molto per un partito politico che sta acquistando rapidamente importanza: il
Partito Nazionalsocialista. Le vetrine del suo negozio sono piene delle
fotografie del fiero leader del partito, un austriaco di quarant'anni: Adolf Hitler. Hoffmann, consapevole della
crescente popolarità del partito nazista, vuole compiacere il suo cliente. Sa
che Hitler ha una passione per le ragazze
giovani e belle. Così, lo invita nel proprio negozio e gli presenta Eva. Lei
non si interessa affatto di politica, e non lo riconosce.
Tra Eva Braun e Adolf Hitler nasce una relazione. Eva
la tiene segreta alla famiglia, che sa ostile all'astro nascente della politica
tedesca. Il padre, infatti, pensa che Hitler sia un estremista, e lo
considera un imbecille. La sorella Ilse lavora ancora per il dottor Marx, un
ebreo, e detesta Hitler per la sua veemente retorica
antisemita.
Eva Braun pensa già di trascorrere il resto della vita insieme a Hitler, ma le attenzioni che ha per lei
sono solo temporanee: quando il partito accresce il proprio potere, lui inizia
a trascurarla. Eva si sente abbandonata, e giunge a tentare il suicidio,
sparandosi con la pistola del padre. La salva l'imperizia: il proiettile le
colpisce il collo. La sorella Ilse la trova in un lago di sangue, ma cosciente.
Eva le chiede di chiamare il dottor Marx, e di dirgli che si è trattato di un
incidente.
Alcuni mesi dopo il tentato suicidio, avviene l'incontro tra i coniugi Braun e
l'amante della figlia. Mentre stanno viaggiando nella campagna tedesca, Fritz e
Franziska si fermano per pranzare nel villaggio di Lambach. Poco dopo, un'auto
del Partito Nazista si ferma nello stesso luogo: dalla macchina scende Hitler e, con lui, la loro figlia
ventenne.
Fritz Braun, che in seguito saprà trarre vantaggio dalla relazione della figlia
con il Fuhrer, è per ora preda di scrupoli morali. Scrive nel 1935 ad Adolf Hitler: "La mia famiglia sta
vivendo un periodo doloroso, perché le mie due figlie, Eva e Gretel, hanno
lasciato la nostra casa per andare a vivere in un appartamento che lei ha messo
a loro disposizione. Io, come capo famiglia, mi sono trovato di fronte al fatto
compiuto. Resto dell'opinione, se vuole un po' antiquata, che si debba
rispettare la morale. I figli non dovrebbero allontanarsi da casa e dalle cure
dei genitori prima del matrimonio". Fritz affida la lettera al fotografo
Hoffmann, il quale, ovviamente, la consegna a Eva, che la distrugge.
Eva continua a sentirsi trascurata, abbandonata. Il 28 maggio 1935 scrive sul
suo diario: "Mio Dio aiutami, devo parlare con lui oggi. Domani sarà
troppo tardi. Ho deciso di prendere 35 pastiglie: questa volta devo essere
sicura di morire. Se solo dicesse a qualcuno di telefonarmi...". Attua il
suo proposito, ma ancora una volta la sorella la trova, e anche questo
tentativo fallisce.
Dopo il secondo tentativo di suicidio di Eva, Hitler decide di trasferirla al
Berghof, la sua residenza nell'Obersalzburg. La presenta ai membri del partito
e addirittura alla sua segretaria privata. Per Eva comincia una nuova vita: ci
sono 12 impiegati ai suoi ordini, compra vestiti e accessori costosi, una
pelliccia di volpe argentata, una sofisticata macchina fotografica e pratica
tutti gli sport possibili. Hitler le mette a disposizione una
Mercedes con autista e molto denaro per i suoi acquisti. Lei trascorre il tempo
prendendo il sole, facendo ginnastica e guardando film americani proibiti. Fa
costruire nella cantina una sala da bowling, compra i migliori profumi e
cosmetici, a volte cambia vestito ogni ora, e va tutti i giorni dal
parrucchiere.
Intanto, Hitler continua a cercare altre
relazioni. Mostra di prediligere donne intellettuali e sofisticate: l'esatto
contrario di Eva Braun.
Quando l'Inghilterra e la Francia dichiarano guerra alla Germania, Eva ne è
contenta: con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il Fuhrer non avrà tempo
per altre donne. I pochi anni successivi saranno i più felici della sua vita.
Tuttavia, la sua influenza su Hitler continua a essere nulla:
quando il convento dove ha studiato da ragazza è requisito dai nazisti per
farne un campo di addestramento, le suore pregano Eva di aiutarle. Ma Eva sa di
non poter ottenere alcuna concessione, e neppure chiede a Hitler intervenire.
Nel 1942 le sorti della Germania nella guerra iniziano a cambiare. Eva non può
che esserne seccata. L'anno successivo, la trentenne Eva Braun esprime il suo
sdegno per il fatto che, a causa della guerra, tra breve in Germania non
saranno più reperibili cosmetici e prodotti per la cura dei capelli.
Nel giugno del 1944, mentre gli alleati sbarcano sulle coste della Normandia,
la sorella minore di Eva, Gretel, sposa un ufficiale delle SS: sono le nozze
che Eva desidera da sempre. Un mese dopo, un gruppo di ufficiali dell'esercito
ordisce un complotto per assassinare Hitler. Il Fuhrer scampa all'attentato, ma
è gravemente ferito e il giorno seguente scrive ad Eva: "Mia cara, sto
abbastanza bene, non ti preoccupare per me. Forse sono un po' stanco. Spero di
ritornare a casa presto e di riposare fra le tue braccia. Ne ho un gran
bisogno, ma il mio impegno con il popolo tedesco supera ogni altra cosa".
La risposta di Eva è immediata e senza riserve: "Caro, ti sono accanto. In
questo momento mi sento morire sapendo che tu sei in pericolo. Torna il più
presto possibile. Sto diventando pazza. Il tempo qui è bello. Tutto sembra
tranquillo e io sono così confusa. Sai che preferirei morire se dovesse
accaderti qualcosa. Fin dal nostro primo incontro promisi a me stessa che ti
avrei seguito ovunque, fino alla morte. Io vivo solo per il tuo amore. Tua, Eva".
Di fronte all'avanzata delle forze alleate in Germania, Hitler decide di compiere il suo
ultimo viaggio dal Berghof alla cancelleria del Reich a Berlino. Eva lo segue
di sua spontanea volontà. Nel marzo del 1945, le truppe sovietiche entrano a
Berlino. Hitler ed Eva Braun si nascondono nel
bunker sotto la cancelleria del Reich. Hitler detta una lettera alla sua
segretaria: "I generali mi hanno tradito. Il popolo tedesco non crede più
a nulla. Ma, nonostante ciò, io continuo a combattere per loro. Il
nazionalsocialismo è giunto alla fine. Gli ebrei ne sono i responsabili".
Dopo avere ordinato l'esecuzione di alcuni presunti traditori antinazisti, tra
cui il marito di Gretel, che è incinta, Hitleresaudisce il desiderio più grande di
Eva: alle prime ore del 29 aprile, sono in piedi davanti a un ufficiale dello
stato civile per sbrigare le formalità del matrimonio.
Nel pomeriggio del 30 aprile 1945, Adolf Hitler e sua moglie si
suicidano insieme. Hitler ingoia una capsula di cianuro
e si spara. Eva prende soltanto il veleno.
Una settimana dopo il suicidio di Eva Braun, Gretel, la sorella rimasta vedova,
dà alla luce una bambina. La chiamerà Eva.