Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
così, il cerchio si stringe sempre più. Non solo la terza carica dello stato (ma ne esiste ancora un sia pur sgangherato surrogato? ) pontifica con la sua solita spocchia da prima donna en rouge, condannando gli abitanti di Tor Sapienza a ingoiare soprusi e violenze con il pretesto dell’accoglienza; non solo Radio Maria, sull’onda della demagogia lampedusana di papa Francesco, ricorda che anche gli Italiani sono stati migranti, senza però rammentare che alla nostra gente nessuno offriva vitto e alloggio in alberghi di pregio e che nella maggior parte dei casi ci si muoveva a malincuore e per guadagnarsi il pane col sudore della fronte: adesso il pensiero politically correct fa scattare le sanzioni per chiunque si permetta di “dissentire”.
E tanto per cambiare, si comincia dalla scuola. Certo, perché sin dalle elementari bisogna “inculcare” nella testa dei virgulti non solo e non tanto che è sbagliato e riprovevole qualsiasi attentato alla dignità di una persona, a prescindere dalle sue preferenze o tendenze sessuali, religiose etc (e su questo non ci piove); ma anche e soprattutto che ci sono categorie particolari la cui dignità vale incommensurabilmente di più di quella degli altri esseri, pur sempre umani almeno in teoria ( e su questo invece ci diluvia). Le tante brave pitonesse rosse, rosé o rosa shocking (ma da qualche tempo a questa parte anche ... azzurrognole), pronte a fremere d’orrore davanti a qualsiasi cosa sappia anche vagamente di autoritario o totalitario, non esitano a rispolverare la nostalgia del gulag e dei “civilissimi” metodi di Pol Pot se appena qualcuno si permette, anche in termini più che corretti, di mettere in dubbio la santità che “per statuto” deve spettare a immigrati, gay, rom etc; non per il fatto di essere persone, ma solo per il fatto di appartenere a determinate categorie, cosa che sembra porli al di sopra della legge qualsiasi cosa facciano e di ogni minima possibilità di pur civilissima critica.
Così “omofobia” e razzismo” stanno poco a poco affiancando e sostituendo, nelle preoccupazioni di docenti “indottrinati” e caporioni studenteschi, il vecchio ma mai usurato “fascista”. Del resto, se lo studente non viene “educato” da subito a capire chi è il “nemico”, come poter pensare che un domani possa balzare impavido a sfasciare le macchine e magari le teste di chi non la pensa come vuole l’attuale ottusocrazia in panni democratici?
Ed è fresca di giornata la notizia che un solerte dirigente scolastico si è affrettato a punire in quel di Adria una giovane studentessa di un non meglio specificato istituto superiore . La scena è la solita: un incontro, o un’assemblea, sul tema “immigrazione e nuove povertà”. Sicuramente un bel tema, se fosse affrontato per una volta in maniera seria, considerando la questione sotto tutti i punti di vista e non solo con la melassa politicamente corretta: ma è ampiamente lecito dubitare che le cose siano andate in questo modo. A tener banco un volontario della Caritas, che però improvvisamente viene interrotto da una ragazza di sedici anni che – a quanto si dice – gli avrebbe addirittura strappato il microfono parlando di stranieri che “rubano il lavoro e affamano gli italiani”. Insomma, frasi decisamente fuori dal coro rispetto al “buonismo” inneggiante di marca bergogliana o boldriniana (accidenti al peggio!) secondo il quale ogni immigrato va sempre posto sugli altari, anche se magari spedisce chi lo accoglie al creatore.
Ovviamente, nei commenti della stampa che si è precipitata golosamente sulla notizia si parla subito di frasi “razziste e xenofobe”. Certo, qualcuno avrebbe potuto spiegare alla ragazzina che non si deve generalizzare, che il problema non sono tanto quelli che lavorano e che vengono spesso vergognosamente sfruttati da loro stessi connazionali “sistemati”, dalla criminalità organizzata, o molto più semplicemente dalle “buone signore” radical chic che assumono colf e badanti rigorosamente al nero; ma quelli che delinquono e pretendono di campare a spese e alle spalle di chi, come gli italiani, ha sempre meno lavoro e sempre più tasse e balzelli, compresi appunto quelli legati alle assurdità tipo Mare nostrume simili. Ma al di là di questo, il problema è che la ragazza ha osato esprimere un pensiero inaccettabile per il pecorume belante del politicamente corretto; è stata forse ingenua, come lo si è spesso a quell’età, lo avrà fatto in modo rozzo e poco opportuno; ma le anime belle possono stare tranquille, è stata ovviamente subito punita. Inizialmente sembrava addirittura sospesa, poi il solertissimo, zelante dirigente scolastico si è sentito in dovere di precisare che alla studentessa è stata data una nota disciplinare e non una sospensione; e non per le idee, ma per il modo in cui si è espressa, strappando tra l’altro di mano il microfono a chi stava parlando e lasciando l’aula del dibattito senza il consenso dei professori.
A parte il fatto che, se di assemblea si trattava, tale “consenso” non era affatto necessario, se veramente le cose sono andate in questo modo – e il dubbio in tali circostanze è quantomeno lecito – sarebbe ampiamente bastato redarguire la studentessa e invitarla a un atteggiamento più educato. Fa davvero sorridere la solerzia di cotesto burocrate di stato, in tempi in cui durante le okkupazioni bande di scalmanati possono tranquillamente distruggere un edificio scolastico senza che nessuno o quasi (spesso dirigenti compresi) trovi nulla da ridire; o i tanti, troppi episodi di intolleranza nelle assemblee scolastiche, in cui chi ha il coraggio di affermare punti di vista non omologati non ha neppure il diritto di avvicinarsi al microfono. Forse quella ragazza se n’è impadronita bruscamente perché voleva essere sicura, almeno per una volta, di poter parlare. Non è comunque un gesto da elogiare, ma francamente neppure da punire, o perlomeno ci sono ben altre cose sulle quali, invece, si passa allegramente sopra. Tutto infatti è lecito, anche il linciaggio, morale e perché no, anche fisico; l’importante è che sia politicamente corretto …. Alla ragazza di Adria un consiglio: informati sempre bene prima di parlare e cerca di evitare la prepotenza, ma abbi sempre il coraggio di tirar fuori ciò che pensi. E tanta, tanta simpatia e solidarietà.
Inserito da daniele il 19/11/2014 17:47:11
Effettivamente il fatto che in alcune scuole vengano tollerate le occupazioni lascia molto perplessi (che idea hanno della scuola i presidi di quelle scuole?).Per quel che può servire esprimo la mia solidarietà alla studentessa.
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