Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
n questi giorni abbiamo visto le periferie romane esplodere per la rabbia troppo a lungo repressa sulle condizioni di vita, le immagini sono ribalzate da un canale televisivo all’altro da un talk show ad un dibattito. Ogni volta protagoniste vere della protesta erano le donne, loro le più arrabbiate, loro in numero decisamente superiore agli uomini per le strade a protestare, almeno da quanto ci è stato dato di veder dalle immagini trasmesse.
Non è strano, sono le donne che rischiano lo stupro, che patiscono maggiormente la violenza, che palpitano per la salute dei loro figli, che li vedono costretti fra le quattro (brutte) mura delle loro case popolari senza poterli lasciare andare a giocare nel parco ormai in mano ai violenti.
Sono loro che devono cercare di far quadrare un bilancio che non quadra più da tempo, e sono loro che più dei mariti o compagni o fidanzati (quando ci sono, perché gli uomini sono meravigliosi nell’arte di darsela a gambe quando le cose vanno male) non riescono a capacitarsi del fatto che agli immigrati, cui viene dato alloggio gratuito proprio nel palazzo di fronte al loro, si paghi il vitto le bollette si dia una diaria per le piccole spese.
No, non torna, non è giusto dicono queste donne, ci dispiace che loro fuggano da una guerra, ma se io fuggo dalla povertà, dalla fame, dalla disperazione non troverò nessuno che mi darà asilo, dicono queste povere donne che non conoscono parrucchiere da chissà quanto tempo. Già perché ogni esercizio commerciale se n’è andato da Tor Sapienza (ironia del nome), e se anche ci fosse non potrebbero pagare la messa in piega o il colore che ciascuna al bisogno si fa in casa. Sì perché le donne cercano di curarsi, cercano di non trascurarsi, vogliono che i loro figli non si vergognino, ma certo, senza soldi ...
Senza soldi non si va neppure dall’estetista per farsi “togliere i peli”, orribili peli procuratici dagli ormoni (tranquille con la menopausa tendono a sparire, basta aspettare), peli ovunque peli impresentabili, peli con i quali le donne combattono praticamente da sempre. Le donne di Tor Sapienza (ma anche quelle della Liguria affogata, del Piemonte sott’acqua, della Toscana rovinata che spalano il fango, puliscono, tentano salvataggi impossibili) non sono delle primitive, selvagge e rozze, le donne di Tor Sapienza (e tutte le donne che in tutta Italia combattono quotidianamente con i debiti fatti per continuare a mettere in tavola pranzo e cena per vestire i figli, mandarli a scuola ecc) non possono andare dall’estetista per curare il proprio corpo come è doveroso per la dignità femminile, non se lo possono permettere, si sentirebbero peggio della mamma sciagurata di quella vecchia canzone, Balocchi e profumi.
Queste donne, queste donne che siamo tutte noi, piegate dalla crisi si arrangiano: si depilano in casa, forse un po’ ingrassano, ma di massaggi non se ne può parlare e la dieta proteica costa troppo, come ogni dieta che non riduca in stato di totale astenia, così ci si nutre di pane e pasta, i carboidrati e gli zuccheri costano poco e sfamano (oltre a essere buoni, va da sé).
Care lettrici cari lettori, lo so che non vi sto raccontando niente di nuovo, lo so che ormai ci siamo più o meno rassegnati allo stato di disgrazia economica che ci ha ghermito e di cui chi ci governa sembra non capire l’entità.
Ma quel che non so e non riesco a capire è come sia possibile che una delle “renzine” più televisive, quella Alessandra (leziosamente Ale, per tutti ormai) Moretti del Pd parlamentare europea, candidata pare alla guida della regione Veneto, rilasci un’intervista (che abbiamo ascoltata ieri martedì 18 novembre, rilanciata dalla Zanzara su Radio24) nella quale dopo aver, legittimamente, difeso il diritto alla bellezza e la sua compatibilità con l’intelligenza (contraddicendosi a proposito di compatibilità fra bellezza e intelligenza) si produca in affermazioni del tipo: Vado tutte le settimane dall’estetista perché è un dovere avere cura di se stesse.
Io rappresento le donne e devo farlo al meglio non posso mica avere tutti quegli orribili peli.
Certo vado dal parrucchiere, mi faccio il colore, le meches...
Cara On. Moretti, non prova almeno un po’ di vergogna a insultare tutte le donne che non avendo il suo ricco stipendio di parlamentare non possono andare tutte le settimane dal parrucchiere, e quindi forse un po’ sono costrette a trascurarsi, o ad arrangiarsi, ma non sono meno donne di lei?
Non si vergogna almeno un po’ al pensiero che lei è una esponente della maggioranza renziana che dovrebbe dare l’esempio, come dice il leader da lei tanto amato (recentemente), che dovrebbe tagliare i privilegi, o almeno non esibirli con orgoglio in faccia alla povera gente?
Non si vergogna, da donna che ha appena invocato la compatibilità fra bellezza e intelligenza, a mostrare che per lei la bellezza vale di più dell’intelligenza?
Lei forse non si vergogna e sicuramente andrà in qualche trasmissione a rivendicare le sciagurate parole di quell’intervista con mille ciance prive di senso, o affiderà la sua replica ad un comunicato stampa.
Noi ci vergogniamo molto che a rappresentarci in Europa, a rappresentare un paese al quale vengono imposti sacrifici sanguinosi, ci sia una come lei che si vanta di andare dall’estetista tutte le settimane.
Ps. Un consiglio, da donna a donna, continui tranquillamente ad andare dall’estetista, anche tutti i giorni se può permetterselo e se ha tempo –beata lei-, ma non ne faccia una bandiera.
Inserito da ghorio il 21/11/2014 10:38:51
Le idee politiche affidate al visino carino: questo il nuovo corso renziano.IN realtà contano le idee e non l'estetica. Poi per il vero nella vicenda Moretti c'è la decadenza del mondo dell'informazione che enfatizza il gossip come notizia, con responsabilità grandissima anche delle passerelle televisive di questi "personaggi". Quanto alla Moretti può andare dall'estetista tutti i giorni ma non mi pare proprio che siano cose da sbandierare. Le bandiere, come sostiene la brava Simonetta Bartolini in questo editoriale, son be altre.
Inserito da Cosma il 19/11/2014 14:01:44
L'episodio da Lei biasimato, dott.sa Bartolini, è un'ulteriore conferma di ciò che era già chiarissimo fin dal momento della costituzione dell'attuale governo. Le donne di sinistra sono, ormai, ridotte all'apparenza. Come la camicia del grande Totò: "quello che si vede è di camicia"; il resto non conta.
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