Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Un cancro al seno l’aveva tenuta lontana dal posto di lavoro, ma facendosi forza, tre anni fa, era rientrata al suo impiego. Il 17 novembre, inaspettatamente, la dipendente della Basell Poliolefine Italia di Brindisi, ditta statunitense, ha ricevuto la lettera di licenziamento; un colpo durissimo da sopportare, anche perché tale provvedimento è stato consegnato solo ed esclusivamente a lei.
I sindacati si sono detti esterrefatti, mentre i “padroni” affermano che si è trattato solo di un mero processo di riorganizzazione.
Una “storiaccia” che emerge proprio in pieno conflitto Job Acts e art.18. e che riguarda una donna cinquantenne, da 25 anni lavoratrice del succitato stabilimento petrolchimico.
Da tempo, i dirigenti della Basell, avevano preannunciato un esubero di cica 130 lavoratori, ma guarda caso l’unica lettera inviata è quella che ha riguardato una malata di cancro.
Che dire, in merito a quest’ennesimo caso di mala-conduzione aziendale?
Un allontanamento che fa ritornare alla mente i tempi oscuri del medioevo, quando venivano allontanati gli assoggettati da un lavoro perché colpevoli di aver contratto un’influenza, perché semplicemente doloranti ai denti o non eccessivamente in carne, così da mostrare un cagionevole stato di salute.
Sì, siamo tornati a quei tempi; si sbatte fuori una malata, e si mantengono in essere i più forti, i più sani. E lo si fa con una dolce, accattivante letterina di auguri natalizi, con la quale con infinita tenerezza viene ordinato ad una malata di cancro di lasciare il posto di lavoro, perché lei e solo lei è un aggravio economico che l’azienda non può più sostenere.
Ma com’è possibile umiliare così impunemente i diritti dei lavoratori, ancor più se una persona si è comportata sempre in maniera esemplare, ma la sfortuna ha voluta colpirla nella cosa più importante di tutte: la salute?
Questa, la risposta di una dirigente della ditta americana: “Quel provvedimento rientra nella ristrutturazione, avviata due anni fa a livello europeo, dell’area Finance. Nello stabilimento pugliese ha visto il coinvolgimento di una posizione. È l’intero dipartimento amministrativo-finanziario ad essere stato riorganizzato, non il sito brindisino. La signora non sarà sostituita da altri. Proprio perché agiamo nel rispetto delle persone, la nostra politica, in riordini di questo tipo, è non entrare nel dettaglio delle singole storie dei dipendenti”.
Definirla una giustificazione vergognosa è poco, in quanto è stata scelta, a causa della crisi dell’azienda, proprio la persona meno candidabile essendo stata colpita da anni da un tumore che ancor oggi non è stato debellato e che è rientrata al proprio impiego solo per non approfittaredella propria malattia. Non si vive di sole cifre o ristrutturazioni amministrativo-finanziarie, alcune volte bisogna usare ancora i sentimenti, parola questa sconosciuta ai manager di grandi stabilimenti.
La CGIL addirittura denuncia che già da tempo era stata presa siffatta decisione, in quanto la ditta pressava continuamente la lavoratrice, tenendola spesso fuori dalla vita aziendale, arrivando a non menzionarla alla festa dei 25anni di servizio, ma senza mai dirle cosa avevano in mente.
Insomma, ancora una volta di più, la dimostrazione che i lavoratori altro non sono che materiale umano da utilizzare a piacimento, dei numeri e come essi facilmente cancellabili, così da eliminare ogni dignitoso tentativo di lavorare con partecipazione e slancio.
Ma il nuovo medioevo sta ritornando tenebrosamente e, quindi, il consiglio è assolutamente di non ammalarsi o al massimo di non farlo sapere…
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