Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Si dice che ci siano voluti migliaia di anni prima di dominare il fuoco, ma che sono state necessarie solo due generazioni per avere internet; e c’è voluto ancora meno tempo per trasformare il web in un vero letamaio.
Il fatto è che notando come molti soffrono di ansia quando finisce la batteria del loro cellulare, risulta molto difficile immaginare, come i nostri antenati, abbiano potuto affrontare l'ostilità del mondo primitivo solo a mani nude. Ed è stato così per molto tempo, fino a che non siamo riusciti a dominare la tecnologia delle pietre e dei pali, che sono le fondamenta della scienza tecnologica attuale e dell'uomo moderno.
Da allora l'umanità è servita come veicolo per lo sviluppo della tecnologia. Ed è a ciò che l’uomo si è dedicato durante le varie fasi storiche, a utilizzare la tecnologia per farsi conoscere meglio e renderci tutti eguali. Nella tecnologia si riversano la conoscenza, la scienza e le arti, i cui sviluppi, la tecnologia rende possibili.
Ma, dal momento in cui a qualcuno è venuto in mento di affilare un ramo di albero per andare a caccia, viviamo in una continua fuga in avanti. Possiamo sopravvivere solo sviluppando più tecnologia; benché questo supponga una minaccia per la nostra sopravvivenza, è il caso delle armi nucleari, o perfino se in ultima istanza possa segnare la fine della civiltà o dell'umanità, nell’eventualità di raggiungere la singola tecnologia.
La “singolarità tecnologica”, o singolarità, è un'ipotesi affascinante e allo stesso tempo noiosa, che probabilmente Ian Malcolm, protagonista di Jurassic Park, riassumerebbe in “ Dio ha creato l'uomo. L'uomo ha creato la macchina. L'uomo ha distrutto Dio. La macchina distruggerà l'uomo.”
Ironicamente, pur essendo capaci di prevederlo o almeno di prevedere tale possibilità, la nostra affezione, la nostra dipendenza, fino alla nostra speranza nella tecnologia è tale che deleghiamo, direttamente ad essa, le nostre necessità e sempre di più le nostre capacità ed aspirazioni. E non solo la utilizziamo, ma dipendiamo da essa, la indossiamo e la impiantiamo nel nostro corpo.
C’è chi pensa che la tecnologia amplifichi le capacità umane e chi pondera che l’unica cosa che sa fare sia di accrescere solo le nostre necessità essenziali e superflue, mentre a poco a poco ci rende più stupidi.
Probabilmente, nella realtà, siamo a un punto intermedio: senza la tecnologia non potremmo ottenere determinate cose.
Talvolta ricorriamo ad essa con troppa facilità e in forma eccessiva, in generale per una questione di economia, per comodità, negligenza o semplicemente “perché” possiamo farlo.
Smentendo in questo modo la necessità ed utilità della vera tecnologia che ha motivato, milioni di anni fa, i nostri antenati.
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