Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
I primi accenni di sporcizia sono saltati alla luce un paio di mesi fa quando il giornale inglese The Guardian ha rivelato un'indagine sulla morte di più di 40 operai nepalesi in Qatar, durante i lavori per l’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022.
Ora, finalmente, siamo riusciti a vedere la punta di un iceberg, grazie alla ONG Amnesty International, che, con oltre 3 milioni di soci e sostenitori in tutto il mondo, ha pubblicato un rapporto che rivela gli abusi da parte del settore dell’edilizia sui lavoratori, per lo più stranieri provenienti da vari paesi asiatici.
Nel suo resoconto intitolato "Il lato oscuro della migrazione:luci puntate sull'edilizia in Qatar, in vista della Coppa del mondo“ Salil Shetty, segretario generale della ONG, ha elencato le condizioni di lavoro deplorevoli e di vita che hanno portato migliaia di lavoratori in questo paese.
“E’ semplicemente
inaccettabile che uno dei paesi più ricchi del mondo possa sfruttare così le
persone, senza un minimo di pietà; e gli sfruttati sono i lavoratori migranti,
privati del loro stipendio, il cui unico obbiettivo è quello di sopravvivere
giornalmente”, afferma Shetty.
I fatti lasciano a bocca aperta chiunque.
I casi più comuni sono legati al mancato rispetto delle
condizioni di lavoro o del lavoro forzato; misure drastiche che vanno dal
ritardo o mancato pagamento dei salari, fino alla requisizione del passaporto dei
dipendenti per impedirgli di lasciare il paese.
Allo stesso modo, a molti lavoratori è negato il permesso di soggiorno al fine
di rimanere così esposti al rimpatrio e a non avere diritto all’assistenza
medica.
In più, la legge prevede che solo i lavoratori nati in Qatar abbiano il diritto di appartenere ad un'associazione o sindacato, e per tale motivo gli stranieri vedono ridotte considerevolmente le loro possibilità di successo in merito a probabili denunce. Un vero inferno in pieno XXI secolo.
“ Il mondo guarda con interesse il Qatar per la preparazione dei Mondiali di calcio del 2022, per cui il governo di questo paese ha un'occasione unica per dimostrare a livello internazionale, che è seriamente impegnato a favore dei diritti umani e che può servire da modello per il resto della regione. I risultati della nostra ricerca evidenziano un grado allarmante di sfruttamento nel settore delle costruzioni in Qatar. La FIFA, a questo punto, deve trasmettere un fermo messaggio pubblico che non tollererà più abusi contro i diritti umani in merito ai progetti di costruzione, relazionati col Mondiale di Calcio", ha aggiunto il segretario dell’ONG.
Non esistono solo ingiustizie nel mondo del lavoro, anche la
vita quotidiana di questi operai è un calvario secondo Amnesty. Lavorano in
media 12 ore al giorno, sette giorni alla settimana, senza le misure di
protezione necessarie durante le manovre per la costruzione. Queste
condizioni si applicano anche nei mesi estivi, dove le temperature possono raggiungere
i 50 gradi.
“Il Qatar sta assumendo i lavoratori migranti
a un ritmo notevole per soddisfare le esigenze del boom edilizio, mentre la
popolazione aumenta di 20 persone all'ora. Molti di loro arrivano in Qatar
pieni di speranza, che verrà delusa poco dopo. Non c'è un minuto da
perdere: il governo deve agire immediatamente per fermare questi abusi”, ha
detto Shetty.
Un rinomato ospedale di Doha ha riportato
nel 2012 più di un milione di casi di traumi, imputabili a cadute sul posto di
lavoro; il 10% di questi incidenti ha comportato gravi forme di disabilità. E
il danno va oltre l’aspetto fisico. I disturbi psicologici sono sempre più
frequenti tra i lavoratori, e in certe occasioni hanno condotto addirittura al
suicidio. Chi, di questi operai, vuole disertare, è severamente punito,
multato, ricattato, e certune volte sparisce nel nulla.
“Se non si agisce
subito, centinaia di migliaia di lavoratori migranti -da assumere nei prossimi
anni per realizzare il sogno del Qatar- saranno ad alto rischio di abusi”,
dichiara preoccupato il segretario dell’ONG.
A seguito della pubblicazione di Amnesty
International, il Comitato Organizzatore della Coppa del Mondo 2022 ha immediatamente
indetto una conferenza stampa in cui, prima di tutto, ha ringraziato il
contributo della ONG, per aver fatto sapere al mondo intiero ciò che sta succedendo,
informazioni rimaste segrete per troppo tempo. Poi, ha affermato che verranno
adottate delle norme per garantire le migliori condizioni di lavoro per tutti gli
appaltatori, e la trasparenza in materia di sviluppo e applicazione di dette norme
per il benessere dei lavoratori.
Il Comitato Organizzatore ha anche aggiunto che quanto sopra sarà anche responsabilità di tutte le parti incluse nel progetto: le aziende costruttrici, il Governo, i governi dei paesi che emettono manodopera e le agenzie di collocamento del personale.
In una riunione con Amnesty, gli organizzatori del Mondiale di calcio, hanno prospettato la formazione di un Comitato di Benessere del Lavoratore (Welfare Workers).
Prima il Brasile e ora il Qatar. Nella lotta per organizzare
la migliore Coppa del mondo della storia di questo sport, i diritti delle
persone sono stati frantumati come mai prima.
Abbiamo parlato, come spiegazione esemplificativa, dei lavoratori del Nepal, ma
ve ne sono molti altri provenienti da tutta l’Asia, come il Bangladesh, l’India,
e Sri Lanka.
Notizia dell’ultim’ora informano che più di un centinaio di questi operai sono stati arrestati e a breve dovrebbero essere rispediti con la forza nei loro paesi; la loro colpa è quella di aver osato scioperare, per le disumane condizioni in cui sono stati obbligati a lavorare.
La FIFA, nel frattempo, come detto sopra, pur essendo al corrente di questo inferno, non sta prendendo alcun provvedimento, perché sicuramente troppo compromessa con il petrol-danaroche dovrebbe scaturire nelle sue casse grazie all’ evento.
Le multinazionali, pertanto, senza che venga loro posto nessun tipo di ostacolo, continuano imperterrite a proseguire tali attività di mero schiavismo evoluto.
Il comitato organizzatore dei Mondiali 2022, per conto di un suo portavoce, ha replicato alle ultime notizie affermando “siamo di fronte a una situazione molto complessa”.
Poi, subito dopo, avrà pensato “ più che complessa, vantaggiosa” e si sarà fatta una grassa risata sulla morte di tutti quegli operai…
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