Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Sanno solo pedalare sulla bicicletta
Sono tutti nati fra il 1972 e il 1973, cioè hanno appena compiuto quarant’anni i tre esponenti del Pd romano costretti a dimettersi per lo scandalo romano. Patanè, Coratti e Ozzimo erano il nuovo post-rottamazione, erano la nuova generazione che Renzi ha imposto in maniera indiscriminata solo sulla base dell’anagrafe invece del merito. Vi ricordate quando disse al fiorentino Eugenio Giani che voleva candidarsi alla sua successione come sindaco di Firenze? Eugenio tu hai 54 anni devi lasciare il passo ai giovani, e infatti andò il neo quarantenne Nardella che oggi sta raccogliendo un indice di gradimento bassissimo, anche se nessuno lo dice.
Evviva questi meravigliosi quarantenni, che si fanno corrompere in maniera ignobile, che fanno affari sottobanco con i malavitosi esattamente come i loro padri e i loro nonni. E già perché la criminalità, che è più seria della politica, non guarda all’anagrafe, ma analizza le persone, le inquadra, le classifica, le capisce e le arruola in base al merito “criminoso” ovvero alla sensibilità ai soldi e al potere. In genere non sbaglia mai, avete mai visto un’organizzazione criminale arruolare una persona perbene? No, perché la persona perbene non si fa arruolare e i criminali dopo aver fatto magari qualche timido tentativo si ritirano in buon ordine.
La tanto decantata nuova politica renziana invece arruola con criteri demenziali di cui vediamo i magnifici risultati.
Giovani, carini, agguerriti e soprattutto vuoti, vuoti, vuoti: le ladylike che fanno dell’estetista il punto di riferimento settimanale per “volersi bene”, la madonnina Boschi che ride sempre soavemente rendendo tutto quello che dice un salottiero cicaleggio privo di spessore; la Madia che trasognata, fuori luogo (fisicamente e metafisicamente) e non di rado armata di una indifferenza nei confronti dei cittadini, pensionali, incapienti, disoccupati che assomiglia molto alla cattiveria da strega delle favole, ma con quella faccetta da figurina rinascimentale può fare quello che vuole anche dire sciocchezze a raffica.
Marino non è un 40enne, direte voi, il “marziano” sta uscendo pulito dalla questione, lui non è stato corrotto.
A parte il fatto che dobbiamo attendere il prosieguo delle indagini, poniamo pure che Marino abbia le mani pulite, nel senso che lui personalmente non le ha tese per prendere soldi.
Ma come la mettiamo con quella inarrestabile e insopprimibile vocazione a dire bugie? Dalla questione della panda rossa dove si è pure inventato e denunciato un reato che non c’era pur di togliersi ogni responsabilità, stiamo assistendo in queste ore ad una sequela di bugie che da sole lo rendono incompatibile con il ruolo di primo cittadino. Mai visto né conosciuto Buzzi (cooperativa 29 giugno, braccio destro di Carminati), ha detto: tempo mezza giornata è spuntata fuori la fotografia di loro due insieme, quindi si viene a sapere che prima di essere eletto ha dichiarato che avrebbe devoluto il primo stipendio da Sindaco alla cooperativa di Buzzi, poi ora ha detto di non averlo versato essendosene “dimenticato” (come con le multe?); e infine (per ora) scopriamo che detta cooperativa di detto criminale ha finanziato con 30.000 euro la campagna elettorale di Marino!
A questo punto ci chiediamo:
1° può un bugiardo a ripetizione continuare a fare il sindaco di Roma in una situazione così delicata?
2° ammettendo che Marino sia pulito, non mostra certo una grande capacità di analisi della squadra di assessori e collaboratori (molti dei quali sono arrestati o indagati), può uno così continuare a fare il sindaco di Roma, l’incapacità in certi casi diventa criminale oltre che pericolosa
3° Marino ha detto che i 30.000 euro per la sua campagna elettorale sono tutti regolarmente registrati e rendicontati, può darsi, dopo il fine settimana lo scopriremo (visto che alla faccia dell’emergenza criminale sono comunque tutti in vacanza e non si riesce ad avere i dati dal comune), ma se una cooperativa di servizi locali gli dà tutti quei soldi non sarà perché poi li rivuole in cambio gli appalti ecc? Viene in mente anche ad un bambino che non si tratta di pura generica liberalità e fiducia nel candidato! Ma per Marino no, anzi, … è tutto normale e infatti la cooperativa erogatrice di soldi poi se li riprende dopo le elezioni gestendo campi rom ecc.
In tutta questa vicenda lasciamo da parte l’amministrazione Alemanno dove incapacità, dilettantismo, malaffare tolgono il fiato per la nausea che stringe alla gola.
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