Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Ignorata per rispetto a noi stessi l’intera vicenda del malcostume, piena di infiniti risvolti, di incredibili connessioni, destinata a rimanere per chissà quanti aspetti irrisolta, grazie alla pressione esercitata dal potere politico e dai poteri ufficiosi, assai più decisivi, ci sarebbe stato da parlare sugli effetti sul lavoro della manovra del boy scout, devastanti con 300.000 posti in meno e del provvedimento governativo in itinere di accorpamento delle regioni, un altro dei tanti ventilati, sul quale si è poco riflettuto con l’immancabile carica di utopica demagogia e sulle nuove proposte di modifiche della legge elettorale, che, se realizzate, potrebbero offrire con la soglia del 3% ai partiti non coalizzati nuova ed interessante linfa alla destra, se non fosse inerte, muta, debole e principalmente inconcludente.
E’ da poggiare l’attenzione, invece, sull’articolo di Gian Antonio Stella, Il tesoro che l’Italia disprezza, in cui, per l’ennesima vota, viene denunziata l’inadeguatezza dell’esecutivo sin dalle prime battute. “Dallo scudetto alla zona retrocessione: come abbiamo potuto precipitare in soli dieci anni dal 1° al 18° posto come “marchio” turistico mondiale? […] Soprattutto sul rapporto prezzi /qualità. Eravamo al 28° posto: due anni e siamo precipitati al 57°. Un incubo”.
Per non allargare inutilmente il quadro, rileggiamo le considerazioni sull’attualità: ”Nessun dorma”, titola il capitolo dedicato al nostro Paese l’ultima edizione del “Country Brand Index 2014 – 2015”. Stella poi continua: “Perché è da pazzi trascurare un settore come il turismo che sta vivendo il più grande boom mondiale di tutti i tempi e che potrebbe darci una formidabile spinta per cavarci dai guai. Invece, poco e niente. Rari accenni (10 citazioni su 46.059 parole) nello sblocca Italia, dove si parla dei “condhotel” o della necessità di “armonizzare” le offerte dei vari enti locali. Fine. Ma dov’è la piena consapevolezza di quanto il tema sia vitale per il nostro presente e il nostro futuro”. Stella è stato acuto dal trovare in altri settori, ugualmente significativi, “piena consapevolezza”? Ma non scherziamo e pensare che qualcuno, per mere opportunità personali, è dell’avviso che quello attuale sia un “premier” degno di considerazione positiva.
Il rapporto World Travel &Tourism council, tanto per attingere ad altri dati precisi e non a parole vaghe e generiche, osserva che “l’Italia perde posizioni perché il suo percepito e anche il suo vissuto è quello di un Paese penalizzato da una cattiva gestione politica (24° posto), con un sistema valori che si va opacizzando sempre più (23° posto), poco attrattivo come destinazione per studi e investimenti (19° e 28°), con infrastrutture insoddisfacenti (23°), intolleranza (23°), scarsa tecnologia 82)°) e una qualità della vita sempre più bassa (25°)”.
D’accordo sulla vetustà di alcuni difetti, ma è anche vero ed è da sottolineare con forza e con chiarezza che esista “una cattiva gestione politica”, un sistema di valori sempre più “opaco” ed “una qualità della vita sempre più bassa”. Possiamo pretendere una sconfessione più esplicita del presunto, preteso e sedicente “salvatore della patria”?
Per Stella: “chiunque sia a Palazzo Chigi la nostra reputazione è a pezzi. Ma soprattutto il mondo del turismo ha preso atto che l’Italia non è impegnata, se non a chiacchere, in un progetto di rilancio vero. Corposo. Decisivo. Capace di coinvolgere tutto il Paese” .
Le chiacchere, le ciarle, le promesse a vuoto, le rodomontate sono le caratteristiche imperanti oggi sulla scena politica, ridotta in sì miserevoli condizioni per la latitanza o meglio per l’assenza di un’opposizione democratica, capace di confutare l’inconcludente fumosità delle iniziative governative, tutte fondate, però, sull’arroganza e sulla prepotenza.