I racconti dei bambini sopravvissuti

L'inferno in una scuola militare di Peshawar, dove i talebani hanno massacrato 132 persone

Alcuni, dei parenti, non hanno potuto riconoscere i loro cari per colpa dello stato dei cadaveri dopo che gli assalitori hanno fatto detonare le cinture con gli esplosivi

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L'inferno in una scuola militare di Peshawar, dove i talebani hanno massacrato 132 persone

L'inferno in una scuola pakistana

Feriti ad un lato del corridoio e morti dall'altro, messi in borse di plastica bianche, senza identificazione.

Il suono degli elicotteri, le esplosioni e gli spari nella scuola si sono mischiati con le grida e i pianti dei parenti che accorrevano disperati all'ospedale Lady Reading di Peshawar, dove i superstiti hanno raccontato l'orrore vissuto durante l'assalto talebano a causa del quale almeno 132 persone hanno perso la vita e più di duecento risultano ferite.

Alcuni, non hanno potuto riconoscere i loro cari per colpa dello stato dei cadaveri dopo che gli assalitori hanno fatto detonare le cinture con gli esplosivi.

Era stata una mattina qualunque, con i bambini vestiti delle loro uniformi verdi e grigie, seduti ai loro banchi di questo centro gestito da militari, ma nel quale sono accettati anche studenti di famiglie non vincolate all’esercito. Poi alle dieci è iniziato uno degli attacchi più devastanti e criminali che il Pakistan ha sofferto nei sette anni di guerra tra il governo eTehrik-e-Taliban Pakistan (TTP).

La maggior parte delle vittime sembra sia stata maciullata nelle prime ore in cui gli aggressori “non hanno preso ostaggi, né sollevato richieste, ma hanno solo cominciato a sparare dritto”, ha affermato il generale Asim Bajwa.

Di ciò si è reso conto rapidamente Shahrukh Khan, un ragazzo di quindici anni, che è riuscito a salvarsi dopo essersi nascosto dietro al suo banco, senza però aver evitato di essere colpito alle gambe. “Una delle mie insegnanti piangeva, quando è stata colpita da un proiettile ad una mano. Allora uno dei terroristi si è avvicinato a lei intimandole di non urlare. Io ero circondato dei miei amici, tutti feriti o morti”, ha continuato a raccontare Shahrukh alla Reuters.

Khalid Khan, di tredici anni, ha dichiarato, a questa stessa agenzia, di trovarsi proprio a metà lezione quando alcuni jihadisti “ sono entrati in classe, aprendo il fuoco. Qualche minuto e poi sono andati via. Allora, abbiamo chiuso le porte a chiave, ma sono ritornati, spaccando la porta, per terminare il massacro.”


Salman, 16 anni, ha confessato all'agenzia AFP, dal letto dell’ospedale dove si trova, di aver visto molto da vicino la morte.

Quest’alunna si trovava nell'auditorium del centro quando “qualcuno ci ha gridato di chinarci e di nasconderci tra le poltrone. Poi è arrivato un uomo armato e ha gridato “Allah Akbar” (Dio è grande) prima di aprire il fuoco.”

Salman è stata colpita da due proiettili alla gamba sinistra, e dalla sua posizione ha potuto ascoltare uno degli aggressori dire a un altro terrorista “ Ci sono molti bambini nascosti, vai e uccidili tutti. Poco dopo ho notato un paio di stivali che si stavano avvicinando a me e allora ho messo la cravatta in bocca per non respirare e farmi sentire. Quell’uomo era in cerca di studenti e ogni volta che né ha visto uno lo ha ucciso senza pietà. Mi sono sdraiata immobile, ho chiuso gli occhi in attesa del mio turno ”.

Che non è arrivato, perché non l’hanno vista coperta dai corpi dei suoi amici. Nel momento in cui la ragazza non ha sentito più alcuno sparo si è alzata ed è scappata, attraversando una classe contigua dove ha notato il corpo in fiamme di una insegnante. Salman, dopo lo sforzo inumano, ha perso conoscenza e si è svegliata più tardi nel letto d'ospedale.

Coloro che non sono riusciti a trovare i loro cari fuori dal Lady Reading, hanno cercato di saltare il cerchio protettivo della polizia per entrare nella scuola a dispetto della ferocia dei combattimenti che sono durati più di otto ore.

Un bambino di nove anni, di cui non è stata svelata l’identità, ha raccontato alla Reuters, che “non appena sono cominciati gli spari i professori ci hanno portati fuori facendoci passare da una porta posteriore dalla scuola e ci hanno chiesto di recitare a voce bassa il Corano”.

Dall’altra parte di quella porta era presente una moltitudine di persone e suo padre appena lo ha visto l’ha abbracciato tra le lacrime.

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    3 commenti per questo articolo

  • Inserito da Brunella il 17/12/2014 11:34:20

    TERRIFICANTE. CREDO LA POLITICA INTERNAZIONALE NON SIA ADEGUATA.

  • Inserito da BEA il 17/12/2014 11:33:23

    Troppo orrore, non finisce mai? al contrario, ho la sensazione che la situazione sta sempre peggiorando. E questi ragazzi, sono segnati per la loro vita. Che tristezza.

  • Inserito da silvana il 17/12/2014 11:32:29

    una vera carneficina che a memoria d'uomo forse si è letta solo nei romanzi horror. come vivranno ora i sopravvissuti, come cambierà la loro psiche? avranno continui incubi notturni,poiché nei loro occhi c'è inciso in maniera indelebile lo spettro della morte, la devastazione dei corpi, il terrore, lo strazio, le urla. credevamo di conoscere l'uomo con i suoi pregi e difetti, ma anche con un cuore che si emozionava di fronte ad un essere innocente ed indifeso; ora dobbiamo ricrederci, nell'uomo non esiste pietà, ma solo fame di crudeltà indemoniata, pronto a qualsiasi ferocia senza rimorsi, belva umana senza confini ma con un crescendo desiderio di sangue

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