La giornata politica di Vincenzo Pacifici

L'anno finisce con la prima vera scivolata di Renzi, cercare di intestarsi il salvataggio del traghetto per scoprire che è un vero disastro

di Vincenzo Pacifici

L'anno finisce con la prima vera scivolata di Renzi, cercare di intestarsi il salvataggio del traghetto per scoprire che è un vero disastro

   Anche l’ultimo giorno dell’anno ha portato le solite delusioni  sul piano politico nazionale con le sconfortanti prove di inadeguatezza dell’esecutivo offerte di fronte alla tragedia del traghetto nell’Adriatico, considerato da tutti quasi un grande lago, e con lo show inutile, dannoso ed insensato, solo esibizionistico, dello “statista” in visita a Tirana, capitale di una nazione carica di problemi, di cui si è augurato l’ingresso nell’UE.

   Ma il 31 dicembre ha confermato anche l’assoluta insufficienza del quotidiano di maggiore diffusione nella nostra area, che non ha trovato di meglio con un editoriale del direttore di sproloquiare con il presidente della Repubblica con accuse più o meno fondare, di cui erano sin da 9 anni or sono noti anche ai bambini l’incancellabile limite ideologico e le conseguenti simpatie, di certo non rivolte ai partiti del centrodestra.  Vittorio Feltri, dal canto suo, dopo aver pronosticato (magari fosse) l’abbattimento di “Matteo” a causa dei problemi economici, ha gratuitamente ed immeritatamente offeso con il termine “frattaglie” i partiti minori, dai quali, gregari e sherpa, dovrebbe arrivare la spinta decisiva per l’incredibile (ed assurda) rivincita del Cavaliere, il quale ha anticipato che tra 45 giorni “si scatenerà”.

   Molto più serio e soprattutto credibile è li discorso fatto su “La Stampa” da Luca Ricolfi. Secondo l’opinionista nel contesto europeo l’Italia corre tre rischi interni: gli errori e i ritardi del “ragazzotto” sul Jobs Act, confuso ed equivoco, l’impreparazione del nostro paese di fronte ad una situazione di turbolenza sui mercati internazionali ed una nuova recessione, pesante e quasi ovvia, “provocata da una raffica di aumenti delle tasse, a partire dall’Iva e dalle accise”.

   Pur continuando a denunziare la marginalità, a cui è stata obbligata e a cui si è autocondannata la destra, consoliamoci, invitando a conoscere il trimestrale “Tradizione”. Il periodico, esteriormente di sobria eleganza, recupera il titolo di una vecchia pubblicazione prestigiosa, ed è giunta in questa nuova serie al quinto numero. Ha come direttori tre nomi garanzia, Massimo Anderson, Riccardo Pedrizzi e Angelo Ruggiero, e una direzione, composta, tra gli altri, da Nicola Buccico, Gennaro Malgieri, Alfredo Mantica, Gaetano Rebecchini e Giuseppe Valentino. Nel comitato programmatico spiccano Paolo Armaroli, Fausto Belfiori, Gaetano Rasi, Tommaso Romano, Luigi Tallarico e Piero Vassallo.

   Di fronte a nomi di tanta serietà e di tanta credibilità la qualità degli articoli non può che essere garantita. Tra le note pubblicate nel numero più recente spiccano quelle curate da Malgieri, Franco Tamassia, Rasi, Rebecchini, Belfiori e Giuseppe Del Ninno. Servono per rilanciare orientamenti di destra autonoma e non servile o peggio serva degli Stati due articoli di Mantica (L’Ucraina è l’alibi per riaffermare la leadership USA) e del capo redattore Pietro Giubilo (L’unilateralismo americano e l’Europa). Ricca, attenta e tradizionale sui nostri valori etici è la sezione dedicata ai libri.

   Copie saggio possono essere richieste alla redazione: Piazza Roma, 4, sc. C, 04100 Latina oppure all’indirizzo e-mail: info@riccardopedrizzi.it

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