I Libri di Totalità

Rassegna mensile di novità librarie: Gennaio 2015

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie: Gennaio 2015

La copertina del libro

POLITICA

 

Gennaro Malgieri, L’allegro naufragio. La scomposizione del centrodestra e la crisi del bipolarismo (Minerva, pagg. 336, Euro 15,00)

 

Gennaro Malgieri analizza, puntualmente e con crudezza, il fallimento del partito unico del centrodestra, il Popolo della Libertà, messo in piedi frettolosamente senza una solida base culturale, e la connessa crisi del bipolarismo. Tra gli effetti collaterali devastanti prodotti dall'ambizione di dare una casa comune agli italiani "non di sinistra", vi è stata la distruzione della destra politica che era uno dei pilastri di una costruzione che avrebbe dovuto avere basi più solide. Al contrario, allegramente, l'avventura, pur caldeggiata da tanti ben prima del cosiddetto "discorso del predellino", si è trasformata in una tragedia politica della quale, ancora oggi, nessuno si assume la responsabilità. Ed è per questo che il centrodestra scomposto difficilmente tornerà ad essere un soggetto unitario.

 

 

SOCIETA’

 

Alessio Mannino, Mare Monstrum – Immigrazione: bugie e tabù (Arianna, pagg. 96  Euro 9,80)

 

Capire cos’è realmente l’immigrazione di massa in Italia negli ultimi anni significa sbugiardare la falsificazione politicamente corretta del migrante idealizzato o demonizzato a priori, cioè dipinto alternativamente come un nemico invasore o confratello universale, quando invece è, al tempo stesso, vittima e strumento di uno scempio umano.

Un fenomeno certamente epocale viene rappresentato come destino ineluttabile e giusto in sé, mentre ha un’origine storica ben precisa: la globalizzazione finanziaria e dei mercati che attraverso l’ideologia della crescita infinita e del progresso illimitato ha colonizzato a scopi economici l’immaginario planetario, attirando in Occidente e nei Paesi globalizzati le bestie da soma dello sradicamento sociale e culturale incarnato dal Consumatore Unico Mondiale.

Ricostruendo le motivazioni di fondo delle transumanze umane, il libro tratta gli aspetti principali del fenomeno migratorio sulla base dei dati e dei fatti di cronaca emersi nell’ultimo periodo.

Una critica al falso mito dell’immigrazione come necessità irreversibile e gioiosa, sbandierata dai missionari laici del cieco buonismo e sostenuta dal calcolo utilitaristico del sistema industriale che non distingue popoli, storie e culture ma conosce soltanto le esigenze del mercato fine a se stesso.

Un’illusione strumentale, la “migrazione felice”, che nasconde il lato oscuro della desertificazione di differenze. A danno sia di chi arriva sia di chi ospita.

 

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Marco Barbieri e Sergio Talamo, Lo stato aperto al pubblico. Trasparenza, ora o mai più: la Riforma della PA alla prova del cittadini  (Il Sole 24 Ore, pagg. 195, Euro 21,00)

 

Scritto da due professionisti della comunicazione, il libro si rivolge a tutti i cittadini che hanno a cuore uno Stato efficiente e amico, e in particolare a chi opera nella pubblica amministrazione con il dovere di costruire quella "casa di vetro" che non dovrebbe tanto prevedere che tutto anche e soprattutto l'inutile - sia on line, ma dovrebbe pretendere che il cittadino in essa possa trovare facilmente tutto ciò che gli occorre. Dall'inganno del sito perfetto alla soddisfazione del cittadino-cliente, dall'obiettivo della semplificazione all'equivoco dell'anticorruzione, fino alla proposta di un Decalogo che potrebbe diventare azioni concrete da adottare per migliorare le azioni di trasparenza, comunicazione e prevenzione - contrasto della corruzione nella Pa. Al centro dell’analisi la 'Signora Maria', il cittadino comune - cui è dedicato un capitolo del libro - che deve essere, con i suoi problemi e le sue domande, l’unico vero destinatario di ogni azione pubblica. Nel libro sono poi ampiamente trattati il rischio che la trasparenza si esaurisca in un irrazionale cumulo di norme, il rilancio della 'citizen satisfaction' come metodo di lavoro, la nuova stagione delle amministrazioni 'open' e gli standard qualitativi dei servizi al pubblico. Si chiedono Barbieri e Talamo: "Perché lo Stato italiano non ‘si giudica’ mai? Perché non interroga i destinatari dei suoi provvedimenti per conoscerne il reale impatto? La trasparenza non è un surplus di dati o di burocrazia, ma l’occasione straordinaria per riannodare il legame di fiducia e di partecipazione dei cittadini. Altrimenti la riforma della pubblica amministrazione sarà solo un’altra promessa mancata".

 

ECONOMIA

 

Lidia Undiemi, Il  ricatto dei mercati (Ponte delle grazie, pagg. 268, Euro 16,00)

 

«Non si può fare altrimenti. Ce lo chiedono i mercati»: è la formula dietro cui politici ed economisti si trincerano quando devono giustificare le misure draconiane che stanno mettendo in ginocchio l’Italia. Ma è davvero così? Quali gruppi e interessi concreti si celano dietro queste entità inafferrabili che esprimono la loro preoccupazione, avanzano richieste e, all’occorrenza, fanno cadere governi legittimamente eletti?
L’inchiesta di Lidia Undiemi risponde analizzando le fasi più significative della crisi dei debiti che dal 2011 attanaglia l’Eurozona e mettendo a nudo il disegno politico che soggiace al sistema di regole economiche e dispositivi di salvataggio presentati dai media come una panacea: consegnare le risorse produttive delle nazioni in difficoltà e i diritti sociali conquistati dalle generazioni precedenti nelle mani di una nuova autocrazia finanziaria. Ma l’analisi critica, per quanto doverosa, non basta. Ecco perché l’autrice propone una soluzione che, se accolta a livello internazionale, potrebbe contribuire ad arrestare questa folle corsa verso l’abisso.

 

                                                                ***

 

Leonardo Becchetti e Giuseppe Florio, Dio e Mammona - Dialogo tra un economista e un biblista su economia, etica e mercato (Edizioni del Credito Cooperativo, pagg. 144, Euro 14,00)

 

Un dialogo sulla crisi, non solo economica, della società globale e su come ad essa si possa reagire concretamente. Le voci sono quelle dell'economista Leonardo Becchetti e del biblista Giuseppe Florio, che affrontano i temi legati al profondo mutamento sociale degli ultimi anni. Si parte dal monito di Gesù "Non potete servire Dio e Mammona" e da altri passi evangelici, per analizzare l'uso del denaro e come sia possibile farne uno strumento per operare il bene comune. Gli autori dibattono dello scollamento sempre più drammatico tra economia ed etica, delle più urgenti questioni sociali (povertà, lavoro, inclusione finanziaria, distribuzione della ricchezza), del rispetto dei valori umani così come di quello per l'ambiente, della responsabilità sociale d'impresa e della sostenibilità, delle visione economiche alternative (come la cooperazione). E, soprattutto, suggeriscono come ognuno di noi possa diventare attore del cambiamento, mettendo in atto giorno dopo giorno comportamenti in grado di ridare centralità alla persona.

 

                                                                   

 

CLASSICI

 

Giovanni Gentile, L’attualismo  (Bompiani, pagg. 1504, Euro 40,00)

 

Nella collana “Il pensiero occidentale” ritroviamo alcune delle opere più importanti di Gentile: Dalla Teoria generale dello spirito come atto puro al Sistema di logica come teoria del conoscere, da La filosofia dell’arte a Genesi e struttura della società. La riproposizione dei testi gentiliani non appare affidata al caso. Nonostante il suo attuale predominio sociale, la concezione “realistica” è destinata a mostrare la propria debolezza concettuale rispetto all’“idealismo”; ma non rispetto a qualsiasi forma di idealismo, sia pure grandiosa, bensì rispetto a quella forma specifica che è l’“attualismo” di Giovanni Gentile.  Prova ne è l’interesse che l’”attualismo” suscita anche fuori d’Italia (la “Review of Collingwood and British Idealism Stidies” ha tecentemente pubblicato un fasciscolo dedicato al filosofo siciliano) ed il “trasversalimo” delle sue tesi, assimilate da Antonio Gramsci e da Piero Gobetti. Al di là di certe facili stroncature ideologiche , Gentile manifesta tutta la sua forza quanto invita a considerare l’identità di filosofia e politica,  l’essenziale solidarietà tra attualismo e tecno scienza, la capacità dell’attualismo di portare oltre l’intera tradizione dell’Occidente. Con questo rendendo evidente che il pensiero di Gentile è destinato a essere riconosciuto come uno dei tratti più decisivi della cultura mondiale.

 

SCUOLA

 

Giovanni Fichera,  Tra i banchi di scuola - Un'avventura sempre nuova (Ares, pagg. 208, Euro 14,80)

 Luigi Amicone, direttore di Tempi, nella Prefazione sottolinea le «migliaia di contatti» che l’autore suscita parlando di scuola, di studenti e adolescenti nel blog sul sito della sua testata. Un successo non scontato: le nuove generazioni, quelle dei proverbiali «sdraiati», sono infatti osservate spesso con scetticismo dagli adulti. Eppure, insegnare ai giovani dovrebbe essere un’avventura straordinaria… In questa prospettiva il «Prof.» e «papà» Giovanni Fighera si lascia attraversare dalle «urgenze» dei suoi studenti – «Esiste la felicità?», «Qual è il mio talento?», «Posso sperare nel vero amore, e riconoscerlo?», «Perché vivo?» – per poi cercare in un dialogo serrato con loro risposte coraggiose, valide perché durevoli.
«Storie, volti e suggestioni. È l’ossatura di questo libro – annota Maria Gloria Riva nel suo invito alla lettura –: entri pian piano in una vita di classe, anzi in una scuola di vita». La scuola così «vissuta» diventa una realtà in cui scoprire, a partire dalla verità inscritta nei cuori di ciascun ragazzo, i talenti personali da mettere a servizio degli altri; qualcosa di molto diverso dalla trasmissione di nozioni a cui siamo stati abituati. L’autore ci fa partecipi delle sue esperienze «sul campo» («caffè letterari», cineforum, «zibaldoni personali»…) e racconta il viaggio educativo offrendo consigli concreti per affrontare con allegria e curiosità il «suono della campanella» fin dal primo giorno di scuola. Ma ci sono anche provocazioni (lo studio della retorica, del latino, il ritorno al caro vecchio tema…) e frecciate al nostro tempo intossicato dal relativismo.

 

 

 

 

FILOSOFIA

 

Pietro Ferrari La rivoluzione contro il Medioevo  (Solfanelli, pagg. 112, Euro 7,00)

Cosa vuol dire “medievale”? Cosa vuol dire “rivoluzionario”? Pietro Ferrari se lo chiede con questo saggio coinvolgente e affilato, e nella sua lucida ed impietosa critica della modernità, assume e conclude che il Medioevo e la Rivoluzione non sono fenomeni storici o culturali più o meno prossimi a noi. Sono piuttosto categorie dello spirito. Come si può pensare, allora, leggendo il libro di Pietro Ferrari, che la Rivoluzione sia una categoria dell’oggi mentre il Medioevo appartenga al passato? La Rivoluzione contro il Medioevo non è il pamphlet di un nostalgico, è piuttosto il canone argomentato e rigoroso di un intellettuale che propone un modello, non solo una weltanschauung, che possa ridare un senso, essere una sorta di bussola alla condizione smarrita dell’uomo contemporaneo. Nihil novi, direbbe qualcuno: Massimo Fini ha già fatto qualcosa del genere, e per molti versi Marcello Veneziani e Franco Cardini hanno in più scritti accennato riflessioni e spunti analoghi. Però Pietro Ferrari dimostra dov’è l’inganno, svela quello che la rivoluzione ha tatticamente e violentemente coperto, dà voce e memoria a momenti della storia che sono stati cancellati per motivi che ai più appaiono inspiegabili e che sono invece le ragioni stesse del delirio relativista che pervade il nostro tempo.

 

STORIA

 

Rodney Stark, La vittoria dell’Occidente – La negletta storia del trionfo della modernità (Lindau, pagg. 648, Euro 34,00).

 

L'Occidente non è più di moda, non sono più di moda i suoi valori e il ruolo che ha svolto nella creazione della nostra civiltà è sistematicamente contestato. Il politically correct lo ha definitivamente ostracizzato, tanto che i corsi sulla civiltà occidentale sono stati eliminati dalla maggior parte delle università americane. La motivazione è che si tratterebbe di corsi "intrinsecamente di destra", come di recente ha sentenziato il corpo docente dell'University of Texas. Quanto a Yale, è arrivata al punto di restituire un finanziamento di 20 milioni di dollari piuttosto che reintrodurre tale materia d'insegnamento. In aperta polemica con questa posizione, Stark offre un'attenta e precisa analisi dell'Occidente e dei suoi valori iniziando dal mondo antico. Seguendo una rigorosa articolazione (epoca classica, alto Medioevo, basso Medioevo, alba della modernità, epoca moderna), Stark confuta non solo i luoghi comuni, ma anche le teorie enunciate da storici più o meno illustri a partire dal cosiddetto Illuminismo, e ormai così radicate nel sentire comune da essere considerate verità inconfutabili: dal ruolo oscurantista della Chiesa in campo scientifico (Galileo docet, anche se in realtà le cose non stanno proprio come si è voluto far credere), alle innovazioni e scoperte erroneamente attribuite alla cultura islamica (della quale si loda la "tolleranza" nei confronti di ebrei e cristiani, in realtà mai esistita).

 

                                                                        ***

 

Franco Cardini,   L'appetito dell'imperatore (Mondadori, pagg. 350, Euro 19,00)

 

Dall'ultimo pasto di san Francesco - Santo ma segretamente goloso! - alla sontuosa tavola di Honoré de Balzac, dai cibi raffinatissimi del banchetto del Gran Khan alle uova con cipolle e scalogno care a Napoleone, passando per tre deliziosi intermezzi sul caffè, le castagne e i tartufi, Franco Cardini mette in campo la sua duplice esperienza di storico e di gourmet. Spaziando dal Medioevo ai totalitarismi novecenteschi e non solo, Cardini torna alla narrativa con una serie di racconti gustosi, che sono anche un'illuminante testimonianza di come la cultura materiale sia specchio dello spirito di ogni popolo, e possa essere per lo storico una lente speciale per comprenderne i segreti. Ogni racconto è, così, corredato tanto da un'indicazione delle fonti quanto dalle ricette che Franco Cardini ha sperimentato, una per una, nella sua cucina fiorentina: dall'acquacotta al piccione glassato, dal cuscus magrebino alla crema Chantilly, ciascuno di noi potrà portare sulla propria tavola i sapori del passato, e ritrovare intatte le emozioni che essi racchiudono.

 

                                                                        ***

 

Lauro Rossi, Ideale nazionale e democrazia in Italia - Da Foscolo a Garibaldi (Gangemi, pagg. 416, Euro 32,00)

Lauro Rossi  analizza una serie di tematiche centrali nelle vicende del nostro paese degli ultimi due secoli: l'unità nazionale, l'indipendenza, la libertà, la democrazia, il rapporto dell'Italia, una volta unificata, con altre nazioni europee fino al conseguimento di un'Europa federata se non confederata.
Tutto questo dibattito, che si protrarrà anche dopo la formazione dell'unificazione nazionale, nasce e si sviluppa a partire dal 1796, in seguito cioè alla venuta in Italia di Napoleone Bonaparte e dell'esercito francese. È in quella fase, infatti, che gruppi di intellettuali e uomini politici cominciarono a prendere concretamente coscienza delle condizioni del nostro paese e gettarono le basi di quel processo che porterà alla formazione dell'Italia moderna.
Nella prima parte del volume vengono presentate le posizioni, in certo qual modo emblematiche, espresse da figure quali Foscolo, Fantoni e L'Aurora. Nella seconda parte sono riproposte tematiche e programmi politici legati a personaggi quali Mazzini, Garibaldi e Cavour. Di Garibaldi, in particolare, si prendono in esame le proposte da lui elaborate nel periodo successivo all'unificazione nazionale, allorché si adoperò per la realizzazione di fondamentali diritti civili e sociali, presupposto per la costruzione di una reale democrazia in Italia.

 

                                                                        ***

 

Marco Fraquelli,  Altri Duci. I fascismi europei fra le due guerre  (Mursia, pagg.  628 , Euro 26,00)

Tutti conoscono la "marcia su Roma", pochi hanno invece sentito parlare della "marcia su Brno" dei fascisti cechi, della "marcia su Helsinki" dei fascisti finlandesi, di quella su Kaunas dei fascisti lituani o di quelle dei fascisti svizzeri su Bellinzona e Berna. Così come sono sconosciuti al grande pubblico i leader dei movimenti fascisti minori sorti in Europa tra le due guerre, alcuni dei quali sono tuttora vere e proprie icone per la destra radicale di mezzo mondo: l'inglese Oswald Mosley, padre del più celebre Max, potente ex patron della Formula Uno; monsignor Tiso, vescovo a capo del governo filonazista della Slovacchia; Ivan Mihailov, l'"Aquila del Pirin", capo dei fascisti macedoni; e ancora Georges Oltramare, il "piccolo duce di Ginevra", Marcel Bucard, il "piccolo duce francese", il romeno Codreanu, il belga Degrelle o lo spagnolo Primo de Rivera. A queste figure, ai loro movimenti e agli eventi che caratterizzarono in chiave "fascista" l'Europa tra il 1919 e il 1945 è dedicato questo saggio che, per la prima volta, affronta una materia trascurata dalla storiografia italiana.

 

                                                                        ***

 

Franco Scalzo, Ecce Moro – Fatti e misfatti di un’inchiesta (Settimo Sigillo, pagg. 334, Euro 24,50)

 

Una storia infinita e mai definita, quella dell’agguato, del sequestro e dell’uccisione dell’Onorevole Aldo Moro. Ancora più infinita e mai definita la storia processuale degli accadimenti.
Franco Scalzo ha rintracciato e computato migliaia di documenti presso l’Archivio di Stato, arrivando a conclusioni a volte ovvie, a volte impensabili. Indizi non ravvisati durante le inchieste, tentennamenti di personaggi politici, obnubilamenti di organi dello Stato: in quelle carte c’è tutto, o quasi. Questo libro non sarà, forse, il passo decisivo verso la verità, ma senz’altro un passo verso di essa. I misteri del “Caso Moro” resteranno, come tutti i misteri di questa nostra povera Nazione, sempre irrisolti, d’altronde, avendo perso la nostra sovranità, siamo costretti a subire le “ingerenze” dei nuovi “padroni”.

 

 

LETTERATURA

 

Marco Cimmino, Il flauto rovescio. Controstoria della letteratura italiana (Edizioni Bietti, pagg.  767, Euro 18,00)

 

Come è già stato ampiamente dimostrato in campo storiografico, anche nella letteratura italiana esiste una sorta di vulgata: un canone critico e antologico obbligatorio, secondo cui alcuni autori sono stati beatificati, altri del tutto camuffati e altri ancora semplicemente cancellati, in ossequio a un'idea dogmatica e strumentale di arte e di artisticità. Il flauto rovescio rappresenta il tentativo di svelare questo canone e, se possibile, di restituire spazio e dignità ai cancellati, di offrire verità ai camuffati. Marco Cimmino  percorre gli ultimi due secoli della letteratura italiana, usando chiavi di lettura diverse da quelle «ufficiali», ridimensionando e mettendo a punto, ma, al contempo,scoprendo e  valorizzando tutti quegli «orbi veggenti» che seppero prevedere lo sfacelo che avviluppa la situazione artistica e letteraria che stiamo vivendo, fino agli «eretici» del pensiero moderno, spesso ignorati e snobbati, tra cui Massimo Bontempelli, Curzio Malaparte, Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini. A partire da Foscolo, passando per Manzoni, Pascoli e Verga, transitando per le avanguardie del primo Novecento (tra cui il futurismo, fenomeno italiano divenuto mondiale) e figure come D’Annunzio (il cui respiro internazionale, storicamente accertato, mal si coniuga con la sua pretesa «provincialità», ribadita pappagallescamente), si giunge ai nostri giorni, fino al “neorealismo”, ultimo – benché drammatico – sussulto di vitalità prima della sequela delle avanguardie post-Sessanta. Passando infine per il Sessantotto, «l’estrema burla di un secolo nato in tragedia e finito in farsa, un carnevale vestito da rivolta» (p. 704) e giungendo alla «grandezza eretica» di Pasolini (p. 724), scrittore controcorrente ben diverso da come ce lo presenta la vulgata

 

***

 

Claudio Antonio Testi, Santi pagani nella Terra di Mezzo di Tolkien    (Edizioni Studio Domenicano, pagg. 224, Euro 22,00)      

L’opera di Tolkien è cristiana o pagana? La domanda ha interpellato lettori e studiosi fin dal 1954, anno di pubblicazione del primo volume del Signore degli Anelli. Ad oggi però, nonostante la notorietà “planetaria” di Tolkien (dovuta anche alle trasposizioni cinematografiche di Peter Jackson) questo importante snodo non è ancora stato affrontato con quella completezza critica che merita un autentico classico della letteratura. Il presente volume è un tentativo in questa direzione. Dopo un dettagliato esame delle principali interpretazioni italiane ed estere sul tema, viene proposta un’“originale” lettura sintetica che pone in luce l’inesauribile profondità dell’opera tolkieniana. Si vedrà così come Frodo, Gandalf o i Cavalieri di Rohan, pur essendo a tutti gli effetti dei pagani, esemplificano gli aspetti migliori della natura umana, capace di cogliere che oltre i confini del

 mondo vi è qualcosa «più dei ricordi» (Aragorn ne Il Signore degli Anelli).

ESOTERISMO

 

Massimo Scaligero, Meditazione e miracolo (Mediterranee, pagg. 192, Euro 14,50)

 

Massimo Scaligero comunica al lettore un metodo interiore il quale, oltre a fornire l’esperienza cosciente del Sovrasensibile, può funzionare soprattutto come impulso di liberazione e di vittoria nelle situazioni “impossibili”. Allorché le difficoltà incalzano e minacciano di sopraffare l’uomo, sino a un punto limite, che rende persino inconcepibile la via d’uscita, proprio a tale punto è possibile il superamento di sé, è possibile quel trascendimento delle leggi di natura e delle normali consuetudini che si può chiamare “miracolo”.
Il miracolo può divenire norma quotidiana. Secondo l’Autore, l’attuale epoca, caratterizzata dalla determinatezza assoluta dell’autocoscienza e dell’individualità, è l’epoca in cui l’Io umano può riprendere coscientemente contatto con le potenze sovrasensibili che un tempo fluivano nei Misteri. Nell’Io attuale, nella sua intima forza, è presente tutta la trascendenza che un tempo doveva essere raggiunta fuori della corporeità fisica.
Il libro è perciò un appello al coraggio, un segreto dell’ardimento e della vittoria, una chiave del superamento della disperazione, quale che ne sia l’origine, e della resurrezione delle forze.

 

LUOGHI

 

Silvio Negro,  Roma, non basta una vita (Neri Pozza, pagg. 400, Euro 18,00)

 

«Chi ha rivelato Roma ai romani è stato un non romano, un ve­neto, Silvio Negro, capo della redazione romana del Corriere della Sera e vaticanista di fama europea», scrive Stefano Malatesta nell’introduzione a questa nuova edizione di Roma, non basta una vita, l’opera più nota del giornalista e scrittore considerato il creatore della nuova informazione vaticana, l’inventore del vaticanismo moderno. Volume postumo, pubblicato per la prima volta dopo due anni dalla morte di Negro - il titolo si deve a Dino Buzzati, grande amico dell’autore - , il libro segna una svolta rilevante tra i cultori della «romanità». Con Negro, scrittore che aveva vinto il Premio Bagutta nel ’36, dopo Gadda, Palazzeschi e Comisso, l’aneddotica romanesca assurge a genere letterario in grado di illuminare, più di numerosi e ponderosi saggi, l’arte e la storia autentica della capitale. Come il flâneur di benjaminiana memoria, Negro conduce il lettore negli angoli più riposti della capitale, là dove «l'anima e il corpo» della Città Eterna possono offrirsi davvero allo sguardo. Non soltanto, dunque, il Colosseo, San Pietro, i Fori, il Campidoglio e così via, ma la piazzetta che si schiude inaspettata, con la sua luce insolita, tra i palazzi; l’iscrizione misteriosa che si scopre improvvisa su un monumento celebre o un edificio ben conosciuto; l’architettura che si ritiene minore e invece possiede preziosi e insospettati elementi; il colore delle case strappato alla tavolozza dei secoli; oppure anche il monumento principe che, fuori dall’inquadratura stereotipata del luogo comune, svela per la prima volta verità e segreti inimmaginati. I luoghi, insomma, dove si mostra che Roma ruota attorno a qualcosa che supera le generazioni e i secoli, e li plasma e li ricrea secondo il suo genio, perché è al di sopra della comune ragione degli uomini.

 

 

CIBO

 

Laura Grandi e Stefano Tettamanti,  Il cibo non era niente di speciale - Incontri, e scontri, di 239 scrittori con cibi, bevande e alberghi d'Europa (Utet Libri, pagg. 290, Euro 14,00)

 

Avere tra le mani un libro di citazioni è un’occasione meravigliosa: dà la possibilità di leggere o rileggere tanti altri libri che ci sono piaciuti, di sottolineare, fare le orecchie alle pagine, trascrivere le parti che ci hanno colpito di più, vagabondando tra romanzi e racconti, tra lettere e diari, leggende e preghiere, poesie, fiabe e filastrocche. E anche tra libri di cucina e ricettari. Perché Il cibo non era niente di speciale è una scelta di citazioni gastronomico-letterarie. Insomma, una gioia al quadrato: si legge e ci si diverte e in più si mangia e si beve da re, o addirittura da imperatore. Come dice Marco Aurelio, infatti, cibandosi e parlando di cibo si devia “da morte il corso del destino”, una deviazione, o un tentativo di deviazione, che è il senso stesso per cui si scrive e si legge, si mangia e si beve, in fondo si vive. In questa sorprendente raccolta, Laura Grandi e Stefano Tettamanti hanno selezionato, con curiosità e divertimento, le migliori scene che nei libri raffigurano il cibo, dove si mangia e con chi si mangia (ma anche quando non si mangia, se il cibo non c’è o capita che sia disgustoso) servendo al lettore, come fossero spuntini o portate più impegnative, un carrello di citazioni che abbracciano un arco temporale di diversi millenni e un ambito geografico che mette in contatto le tavole e le cucine d’Europa e delle diverse sponde del Mediterraneo. Nella convinzione che parlare di cibo non sia affatto una moda, più o meno interessante, più o meno fastidiosa, di questi nostri tempi multimediali, ma una piacevole attività cui gli uomini fanno ricorso da che mondo è mondo, o almeno da che scrittura è scrittura, dalla Bibbia in giù.

 

 

 

 

 

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