Terrorismo islamico a Parigi

Decapitata la redazione di Charlie Hebdo. Sale la tensione in tutta Europa

Hollande sottovalutò l'allarme per non avvantaggiare Le Pen

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Decapitata la redazione di Charlie Hebdo. Sale la tensione in tutta Europa

Sono bastati solo cinque minuti per togliere la vita a 12 persone. Cinque minuti di terrore, scanditi dal suono devastante degli spari e dal sibilo del piombo che lacera le carni. Appena 5minuti per la realizzazione di uno dei più gravi attentati terroristici degli ultimi anni, nel quale hanno perso la vita 8 giornalisti, 2agenti, un ospite della redazione e il portiere del palazzo.

Alcune delle vittime sono vignettisti, indelicati, volgari, plebei inguaribili dell’umorismo più truce, di quelli che se si accorgono che tenti di mettergli il bavaglio diventano ancora più spietatamente tenaci, ma una siffatta carneficina non può assolutamente essere giustificata, non è ammissibile diventare l’obbiettivo primario di tanta crudeltà e violenza inaudita; una strage che, ora come ora, deve mettere sul chi va là chi non la vede come gli islamisti.

E’ stato ammazzato Stéphane Charbonnier detto «Charb» , il direttore del settimanale satirico parigino «Charlie Hebdo», famoso disegnatore satirico, di 47anni, già varie volte minacciato per le vignette su Maometto, e sotto protezione delle forze dell’ordine parigine.

A niente, però, è valso avere la scorta e, a tal proposito, va ricordata la sua vignetta di circa una settimana fa quando aveva profetizzato la consumazione di un massacro… e così è stato.

Il titolo dell’immagine riportava: «Ancora nessun attentato in Francia», e sotto la caricatura che raffigura un terrorista islamico, con la barba e il mitra sulle spalle, che dice: «Aspettate! Abbiamo tempo fino alla fine di gennaio per fare gli auguri».

E gli auguri sono stati fatti come li prevede la Jihād, colpendo al cuore una delle principali città occidentali.

Tra i vignettisti uccisi anche Georges Wolinski, molto popolare in Italia, insieme a Cabu e Tignous, oltre all’economista Bernard Maris, azionista della testata parigina.

E la mattanza ha infiammato una silenziosa, gigantesca reazione, a livello mondiale. In Francia tantissime persone sono scese in strada con un cartello: «JeSuisCharlie», «Io sono Charlie», con il chiaro riferimento alla testata. L'ambasciata americana a Parigi ha anche cambiato la sua icona Twitter in #JeSuisCharlie, in segno di sostegno alla Francia. «La libertà di espressione è un diritto umano», ha twittato Amnesty Italia.

Una cosa è certa: se di questo massacro fosse confermata la matrice islamica radicale, sarebbe ben evidente che il nemico ormai l’abbiamo in casa e per casa intendo l’Europa e in primis l’Italia, che permette senza porvi rimedio l’invasione clandestina di massa.

A questo punto è obbligo un controllo a tappeto su chi, come e perché finanzia moschee, centri islamici e aiuta certe persone a mettere piede in Occidente. 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 09/01/2015 11:07:16

    La vicenda del vile attentato al settimanale satirico francese pone la questione dell'estremismo islamico. Sinceramente non ho visto o sentito dichiarazione del cosiddetto mondo arabo moderato di condanna per quello che è accaduto. Sì, magari c'è stata qualche voce ma troppo dimessa. Invece mi sarebbe piaciuto che tutti i capi religiosi della religione musulmana si fossero mobilitati per predicare che la religione è tolleranza e la stessa satira, sia pure irriguardosa, fa parte delle regole del vivere civile e delle regole democratiche. Così non è stato e mi hanno fatto davvero rabbia dichiarazioni di cosiddetti intellettuali, naturalmente di area di sinistra, che si sono distinti per analisi , tipo "a chi giova". Quanto alla situazione italiana sulle vicende del terrorismo, c'è da sperare che i controlli vengano rafforzati.

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