Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Marika Guerrini nasce a Pozzuoli. Scrittrice, indologa, storica dell'Afghanistan, studiosa di antropologia culturale e pedagogica e del pensiero filosofico di Rudolf Steiner. Ideatore del "Sakura Arte Roma" da tempo ha rivolto la sua attenzione alla geopolitica internazionale con particolare attenzione alla regione centro asiatica meridionale India inclusa. Ha vissuto in Afghanistan e Iran. Vive e lavora a Roma. Autrice di "Grigiarancio" Asefi Terziaria 2000 ( seconda ediz. ampliata, Amazon 2011, Smashwords Edition 2011, lulu book 2011); "Massoud l'Afghano il tulipano dell'Hindhu Kush" Venexia 2005; "Afghanistan Profilo Storico di una Cultura" Jouvence 2006; saggi e articoli in volumi collettivi tra cui "Tripartizione Umana ed Educazione" Graus 2007; "L'orientalista guerriero" Il Cerchio 2011. Il suo blog http://occiriente.blogspot.com
uò esservi Libertà senza Verità? No, non può.
Lacrime, urla, disperazione, condanna, candele: "Non avremo paura" "Siamo tutti Charlie" e ci si è riempiti la bocca, le orecchie gli occhi con la parola libertà. Ci si è riempiti di "libertà" soddisfatti della sola pronuncia nel dirselo accendendo un guizzo nello sguardo. E ci si è riempiti di "libertà" sentendosi detentori, custodi, difensori in ogni atto che sia verbale o di stampa o di pensiero o d'azione. Ci si è riempiti come nell'ottobre del 2001 ci si riempì di "libertà" per esportarla a chi "non la conosce" fu urlato, e, anche "Siamo tutti americani" fu urlato, quando in nome della "libertà" e in nome di Dio, si seguì G.W.Bush "unto del Signore" per autodefinizione, invadendo, bombardando, distruggendo, annientando l'Afghanistan, elaborando, architettando, costruendo, innescando la miccia del "terrore" che rincula in questo nostro presente.
Dov'erano allora lacrime urla candele condanna, dov'erano allora che Google non listò a lutto la propria pagina come ora?
E dov'erano lacrime urla candele condanna mentre i figli di quell'oriente devastato, allora come ora, nel corpo e nell'anima dalla "libertà" d'occidente venivano rinchiusi nell'inferno di Guantanamo o di Bagram o in Iraq a marcire per anni, quasi sempre innocenti, quasi sempre adolescenti, sì, perché da questi inferni, se si è colpevoli, solo se lo si è, dopo essere stati preparati e testati, si esce per essere strumentalizzati, per essere pronti all'uso, poi uccisi. Dov'erano lacrime urla candele condanna?
E lacrime urla candele condanna hanno forse attraversato tutte le primavere arabe volute da quest'occidente che ora piange, che ha procurato milioni di vittime e innalzato le proprie bandiere come la francese in Libia, in segno di "libertà", dov'erano?
E dove sono lacrime urla candele condanna, che sia reale e non farsa, quando Israele "innaffia" con il fosforo bambini palestinesi affinché con essi bruci il futuro della Palestina e Israele possa vivere in "libertà", dove sono?
No, la libertà non si sposa con l'ipocrisia, non può, né con
la menzogna, né con la blasfemìa che si fregia, infangandolo, del suo nome,
blasfemìa che usa il nome "libertà" quale scudo all'assenza di
libertà in sé, per cui lo scrive, lo pronuncia e se ne bea perché non ne
possiede il contenuto, perché lo cerca, ché, se così non fosse, se l'avesse
trovato, non avrebbe bisogno di usarlo contro, se l'avesse trovato saprebbe che
libertà è innanzi tutto rispetto dell'altro, rispetto a prescindere. No, non
può. La libertà e il nome che la evoca nel suono: libertà, può solo sposare la
verità e il nome che la evoca nel suono: verità.
"Guai a voi scribi e farisei ipocriti..." canta Marco nel suo
Vangelo. No, qui non c'è Verità e non c'è Libertà. No, jamais, je ne suis
pas Charlie!
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
Quel che la Corte Suprema non ha considerando riguardo al divorzio
Perché la destra sta sparendo dall'agone politico
Mettete la museruola ai genitori incoscienti
Se le donne vincono quando in politica i migliori rinunciano