Editoriale

Je ne suis pas Charlie

Dove sono lacrime, urla, disperazione, condanna e candele quando si parla del fosforo sui bambini palestinesi, o di Guantanamo, o delle bombe intelligenti in Iraq ecc ecc. ?

Marika Guerrini

di Marika Guerrini

Marika Guerrini nasce a Pozzuoli. Scrittrice, indologa, storica dell'Afghanistan, studiosa di antropologia culturale e pedagogica e del pensiero filosofico di Rudolf Steiner. Ideatore del "Sakura Arte Roma" da tempo ha rivolto la sua attenzione alla geopolitica internazionale con particolare attenzione alla regione centro asiatica meridionale India inclusa. Ha vissuto in Afghanistan e Iran. Vive e lavora a Roma. Autrice di "Grigiarancio" Asefi Terziaria 2000 ( seconda ediz. ampliata, Amazon 2011, Smashwords Edition 2011, lulu book 2011); "Massoud l'Afghano il tulipano dell'Hindhu Kush" Venexia 2005; "Afghanistan Profilo Storico di una Cultura" Jouvence 2006; saggi e articoli in volumi collettivi tra cui "Tripartizione Umana ed Educazione" Graus 2007; "L'orientalista guerriero" Il Cerchio 2011. Il suo blog http://occiriente.blogspot.com

uò esservi Libertà senza Verità? No, non può.

Lacrime, urla, disperazione, condanna, candele: "Non avremo paura" "Siamo tutti Charlie" e  ci si è riempiti la bocca, le orecchie gli occhi con la parola libertà. Ci si è riempiti di "libertà" soddisfatti della sola pronuncia nel dirselo accendendo un guizzo nello sguardo. E ci si è riempiti di "libertà" sentendosi detentori, custodi, difensori in ogni atto che sia verbale o di stampa o di pensiero o d'azione. Ci si è riempiti come nell'ottobre del 2001 ci si riempì di "libertà" per esportarla a chi "non la conosce" fu urlato, e, anche "Siamo tutti americani" fu urlato,  quando in nome della "libertà" e in nome di Dio, si seguì G.W.Bush "unto del Signore" per autodefinizione, invadendo, bombardando, distruggendo, annientando l'Afghanistan, elaborando, architettando, costruendo, innescando la miccia del "terrore" che rincula in questo nostro presente. 

Dov'erano allora lacrime urla candele condanna, dov'erano allora che Google non listò a lutto la propria pagina come ora? 

E dov'erano lacrime urla candele condanna mentre i figli di quell'oriente devastato, allora come ora, nel corpo e nell'anima dalla "libertà" d'occidente venivano rinchiusi nell'inferno di Guantanamo o di Bagram o in Iraq a marcire per anni, quasi sempre innocenti, quasi sempre adolescenti, sì, perché da questi inferni, se si è colpevoli, solo se lo si è, dopo essere stati preparati e testati, si esce per essere strumentalizzati, per essere pronti all'uso, poi uccisi. Dov'erano lacrime urla candele condanna?

E lacrime urla candele condanna hanno forse attraversato tutte le primavere arabe volute da quest'occidente che ora piange, che ha procurato milioni di vittime e innalzato le proprie bandiere come la francese in Libia, in segno di "libertà", dov'erano?

E dove sono lacrime urla candele condanna, che sia reale e non farsa, quando Israele "innaffia" con il fosforo bambini palestinesi affinché con essi bruci il futuro della Palestina e Israele possa vivere in "libertà", dove sono?

No, la libertà non si sposa con l'ipocrisia, non può, né con la menzogna, né con la blasfemìa che si fregia, infangandolo, del suo nome, blasfemìa che usa il nome "libertà" quale scudo all'assenza di libertà in sé, per cui lo scrive, lo pronuncia e se ne bea perché non ne possiede il contenuto, perché lo cerca, ché, se così non fosse, se l'avesse trovato, non avrebbe bisogno di usarlo contro, se l'avesse trovato saprebbe che libertà è innanzi tutto rispetto dell'altro, rispetto a prescindere. No, non può. La libertà e il nome che la evoca nel suono: libertà, può solo sposare la verità e il nome che la evoca nel suono: verità. 
"Guai a voi scribi e farisei ipocriti..." canta Marco nel suo Vangelo. No, qui non c'è Verità e non c'è Libertà. No, jamais, je ne suis pas Charlie!

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