Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Un bimbo di circa 10 anni con pantaloni mimetici, maglia nera, lunghi capelli e pistola puntata.
Davanti al giovane due uomini con le mani legate, inginocchiati e la testa china.
Due «spie russe», si legge sul video. Il bambino, dopo aver ascoltato un adulto pronunciare la sentenza di morte, spara senza un attimo di esitazione e uccide i presunti infiltrati quindi, per sicurezza, spara altri due colpi, forse anche perché uno non sarebbe ancora morto. Il video si chiude con la gioia del piccolo che dice: «Ho ucciso gli infedeli, diventerò un mujahed».
Il bimbo almeno da quanto riportato dai vari media internazionali dovrebbe essere di nazionalità kazaka e non è nuovo alle fotocamere in quanto è già comparso, in novembre, insieme ad altri coetanei durante un corso di addestramento ripreso dalle telecamere dello Stato Islamico.
Il filmato sembra autentico sebbene non si scorga l’impatto dei proiettili e neppure il sangue sui cadaveri, dunque resta un certo margine d’indeterminatezza e qualcuno addirittura ipotizza si tratti di un falso. I terroristi potrebbero aver montato il video con l’uccisione solo a fini propagandistici, ma gli accadimenti di questi ultimi mesi hanno dimostrato che i seguaci dell’ISIS non hanno alcuno scrupolo a mostrarsi per quello che sono: violenti assassini.
Possiamo tranquillamente affermare che quella riversata in internet è l’ultima disgustosa produzione cinematografica del movimento diffusa grazie ad Hayat Media Center.
Quasi otto minuti di follia pura, ove si narra la storia dei due infedeli giustiziati.
I militanti li obbligano a confessare la loro attività contro i jihadisti: le spie sostengono di essere state reclutate dai servizi russi dell’FSB (Federal'naja služba bezopasnosti), i servizi segreti della Federazione russa.
Le vittime diranno, sollecitati dai loro aguzzini, alcuni particolari sui contatti avuti con altri agenti in Turchia, e racconteranno di una certa «casa sicura» vicino ad un aeroporto; e tutto per denaro. Uno dei due poi lancia l’ultimo appello ad altre spie: «Pentitevi». Il video di propaganda si aggiunge a quelli che hanno mostrato in passato le scuole per le giovani reclute dell'Isis e ai filmati dove si esalta il ruolo dei "cuccioli di leone", i futuri combattenti. Di recente è stata anche pubblicata la foto di un ragazzo, forse di 14 anni, che avrebbe condotto un’azione suicida a bordo di un veicolo-bomba. Ma non solo.
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