Giuria sessista?

Carolina Kostner, trattata come una criminale dai giudici sportivi

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Carolina Kostner, trattata come una criminale dai giudici sportivi

Carolina Kostner

Un anno a e quattro mesi di squalifica, più mille euro di multa.

Così se la sono sbrigata quelli del Tribunale nazionale antidoping del Coni nei confronti della pattinatrice azzurra Carolina Kostner, rea di  “complicità” nel caso di doping dell’ex fidanzato e marciatore Alex Schwazer. 

La squalifica inizia oggi. Una sanzione inferiore rispetto a quella richiesta dalla Procura antidoping, che già in virtù delle nuove norme, aveva riformulato la richiesta riducendo lo stop da 4 anni e tre mesi a due e tre mesi: ora il tribunale nazionale ha riconosciuto all’atleta solo la violazione dell’articolo 2.9 delle norme sportive e non il 3.3 per i quali era stata deferita, comminando la squalifica.  

Insomma, i giudici, passo dopo passo, hanno capito che forse poi così colpevole Carolina non fosse; anzi…

Ma, ormai, come ci hanno abituato gli illustri magistrati guai tornare indietro su decisioni già prese, ne va della loro onorabilità et competenza; se il presunto colpevole è innocente, ma chi se ne “impippa”, un paio d’anni di galera non possono che temprarlo.

C’è da evidenziare, a caratteri cubitali, che la Kostner e il suo legale Giovanni Fontana, non si sarebbero assolutamente mai aspettati una condanna, una multa pesante sì, ma nient’altro, soprattutto perché l’avvocato ha citato a discolpa della sua cliente alcune sentenze del Tas (Tribunale arbitrale dello Sport) che dicono che “ci vuole la piena consapevolezza dell’illecito” e nel caso Kostener-Schwazer non esiste la “minima” piena consapevolezza.

Ricorso scontato? Sì, non ci aspettavamo che venissero smentite le sentenze precedenti del Tas», ha detto il legale della pattinatrice.

L’avv. Fontana l’ha strenuamente difesa dall’accusa di complicità e non si tratta di un teorema, ma di pratici riscontri trascritti nelle 25 pagine degli atti che la riguardano, 19 di quelle carte sono dedicate alle incongruenze tra la sua testimonianza e quella dell’ex fidanzato Alex Schwazer. La fine di una storia d’amore resa pubblica, com’è nel comportamento delle procure, ed elencata in otto punti. Un tradimento documentato e dato in pasto ai media. 

La stramberia giudiziale è che nessuna delle contraddizioni riguarda l’atleta Kostner, ma tutte travolgono la tesserata Kostner. Per l’agenzia antidoping coprire chi bara è peggio che farsi di epo, così Carolina ha seriamente rischiato più dell’ex fidanzato.

Lui si è beccato tre anni e mezzo; a lei, da come si erano messe le cose, poteva andare molto peggio.

La giustizia sportiva ha delle regole tutte sue, molto simili a quelle della legge ordinaria e la complicità è molto spesso declinata al peggio e quindi serve severità assoluta per sradicarla, ma la situazione di Carolina è da film di fantascienza giuridica.

Kostner è stata forse troppo superficiale, ma uno si è dopato e ha alterato i suoi risultati sportivi.

Lei ha avuto un attimo di esitazione per amore, l’altro ha truffato la fidanzata e gli italiani che tifavano per lui.

Non sarà, per caso, che i giudici hanno preso siffatta decisione per una mera forma sessista insita nell’homo legis? A sesso invertito si sarebbero comportati allo stesso modo?  

“Humanam iustitiam, iustitia non semper”, era solito affermare Cicerone.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 17/01/2015 16:24:16

    La sentenza dei giudici sportivi è sicuramente sbagliata. Del resto sulla giustizia sportiva, in caso di doping, non è che ci sia molta chiarezza. Basta guardare quello che è successo e succede con il ciclismo.

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