Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Berlusconi ha dato una grossa mano, anzi due, forse tutto se stesso, a Matteo Renzi, dopo asfissianti giorni di critiche e polemiche roventi.
L’uomo di Arcore ha deciso di appoggiare le scelte del premier, donando, quale regalo di Natale ritardato, i suoi decisivi voti così da permettere all’Italicum di uscire incolume dal varco del Senato. Molti, hanno identificato quest’auxiliumcome una mossa per sostenere e, magari ottenere, il raggiungimento del bipartitismo.
In veritas veritatis, un’astuta mossa per mettere l’ex sindaco fiorentino in una situazione debitoria nei confronti di Berlusconi & Co., strategia questa che, più avanti, porterà il Cavaliere a presentare il conto idoneum tempus.
E uno di questi momenti sarà sicuramente l’imminente partita del Colle e, più in là, quella per lui ancor più fondamentale dell’agibilità politica, necessaria come l’ossigeno per il ritorno sulla scena politica.
Una posta così smisuratamente alta da valere il rischio di una grossa spaccatura di Forza Italia.
Il gruppo che parteggia per l’europarlamentare Raffaele Fitto, grande nemico dell’Italicum e del Patto del Nazareno, è infatti composto da 19 senatori.
La parte rimanente – 41 parlamentari – sembrerebbe sostenere, ma non è matematico, l’ultima trasposizione della legge elettorale.
Ancora Berlusconi non possiede l’agibilità politica, ma nonostante tutto per arrivare alla sua meta è deciso ad azzardare una guerra intestina che potrebbe provocare danni enormi.
Tempus narrabo, diceva Seneca.