Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ulta que non vidimus scimus, multa que vidimus ignoramus” “Molte delle cose che non vediamo le conosciamo, molte delle cose che vediamo le ignoriamo”. Mi scuso per la citazione di Petrarca che può apparire supponente ma non ho trovato niente di più calzante per descrivere ciò che sta accadendo e/o ciò che sta per accadere in queste quirinalizie giornate romane.
Credevate forse o renziani della prima ora che il granderottamatore mantenesse i segreti ma non troppo, patti con il già rottamato Berlusconi? Pensavate che rispondesse a verità che il patto del Nazareno (nessun riferimento a Nostro Signore naturalmente), consistesse nelle sole riforme istituzionali come ci hanno dato a bere per almeno un anno?
Niente di tutto questo uno dei capisaldi dello scelerato patto riguardava per l’appunto l’elezione del “nuovo” presidente della Repubblica, peccato che si fossero dimenticati di dircelo e lo si sia saputo da un infuriato Brunetta tramite intervista televisiva. PD ricompattato,almeno sembra, SEL gongolante, Movimento 5 stelle in annaspante affanno, Nuovo Centro Destra che non sa che pesci prendere, pena la scomparsa, Berlusconi che minaccia di far saltare il tavolo delle riforme, come in una seduta spiritica.
Quadro complicato e desolante al tempo stesso: solite vecchie liturgie, giochetti di sottobanco, sgambetti fatti e ricevuti, insomma il solito copione di sempre, quello, per intenderci, che non interessa alla ggente, al popolo, al cittadino comune, che di chi andrà al Quirinale se ne infischia.
Saremo pure irriverenti ma le solite litanie sul garante della Costituzione, dei valori democratici, dell’arbitro super partes ci hanno proprio rotto. Se davvero sarà eletto Sergio Mattarella, democristiano doc di area morotea,ricordiamoci che è stato ministro nell’ultimo governo Andreotti, tanto per innovare, è riuscito a saltare da una poltrona a Montecitorio allo scranno di ministro della pubblica istruzione, vicepresidente del Consiglio con D’Alema, e infine, a coronamento del cursus honorum, giudice costituzionale, tanto per non parlare di professionisti della politicacordialmente detestati da Renzi.
Se così andrà ma il “se” è d’obbligo, sappiamo già quale sarà il contenuto del discorso di insediamento del neopresidente, con non poco affanno dei giornalisti che si affaccenderanno a trovare spunti di originalità nelle pieghe della retorica paludata egrondante che è anche quella liturgia oramai tanto consolidata quantoinsopportabile . Insomma niente di nuovo sotto il sole, che appare sempre più grigio, tranne che per il grande rottamatore il quale sarà impegnatosenza sosta a tenere in piedi il suo tavolo a tre gambe.
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