Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Tsipras e Merkel
Molti analisti disegnano il conflitto tra Grecia e Germania comegame of chicken (il gioco della gallina), in cui due auto in corsa dirette l’una contro l'altra hanno tre possibilità da scegliere: i due piloti molto macho non si scansano, schiantandosi e morendo; divergono all'ultimo istante possibile e celebreranno insieme la loro saggezza; o, infine, uno si ritira umiliato e l'altro è vittorioso cosicché tutti celebreranno il suo coraggio.
Il gioco rivela alcune delle dinamiche che stiamo vedendo in questi giorni tra Tsipras e il suo ministro delle Finanze Varoufakis, da una parte, e la Merkel e il ministro delle finanze Schäuble, dall'altra.
Ma la realtà non è ancora rispecchiata ad hoc.
Più che il gioco della gallina, questa è una partita a due livelli, tipica dei negoziati internazionali, in cui i principali mediatori non devono essere d'accordo tra di loro, ma a sua volta garantiranno l'accordo di firma quando torneranno in patria, nei loro uffici.
In molti casi, e questo è uno di essi, si verifica una situazione più che difficile: che i potenziali accordi (tra le parti) non coincidano con gli accordi che possono essere ratificati una volta in ufficio.
Nella sua prima apparizione in Parlamento, Tsipras ha detto che il programma di riscatto è stato finalizzato. “Il mio governo”, ha detto, “ha ricevuto un mandato dal popolo greco per terminare il programma, che è stato annullato dal proprio fallimento”.
Dando per terminato unilateralmente il riscatto e dato per scontato che qualunque negoziazione con l'Eurogruppo partirà da quanto esposto, Tsipras si è collocato in una situazione alquanto complicata e per certi versi assurda.
Perché?
Perché solo per adempiere al suo mandato, potrebbe essere costretto a rifiutare una proroga del riscatto molto favorevole alla Grecia e, in cambio, accettare un programma-ponte comunque più costoso per il Paese ellenico per le incertezze ad esso associate (l'aumento del premio di rischio, crollo del mercato azionario, ritiro dei depositi, fuga di capitali).
Qualcosa di simile sta accadendo all'Eurogruppo in quanto, benché possa modificare il programma di riscatto per assecondare le richieste del nuovo Governo greco, quello che non può acconsentire, per le ripercussioni che avrebbe con la Germania e gli altri paesi debitori, è di lasciare partire Tsipras con il suo, attribuirsi di avere ammazzato la troica e posto fine al riscatto e, in aggiunta, aggiudicarsi in premio un credito-ponte col quale negoziare con calma.
Ma la cosa peggiore, e in questo l'errore di Tsipras è madornale, è che la troica è già tecnicamente morta, uccisa dalla Commissione Europea, con Juncker in testa; dal Parlamento che ha fatto una relazione durissima su di essa; dal Tribunale di Giustizia e dall’Eurogruppo.
Ma, come zombie, la troika è attratta dai rumori e così invece di scomparire in silenzio, per gentile concessione di Tsipras, può nuovamente risollevarsi.
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