Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Bene la Meloni nell’analisi delle posizioni di Salvini, ma è ancora troppo poco per le differenze profonde, sostanziali e direi insuperabili tra la Lega e FdI. La Meloni si è accorta, ed ora, dei tanti punti oscuri ed equivoci esistenti nella linea politica dell’altro, spiegando: “Noi [cioè lei] vogliamo capire dove a parare. E’ un punto troppo importante perché il Sud non può continuare ad essere sempre considerato come la solita palla al piede dell’Italia quando colpe e responsabilità del mancato sviluppo sono tutte imputabili ad una classe dirigente incapace [soprattutto democristiana e socialista]”. E ancora “Davvero non riesco [ancora solo lei] a non pensare che alla fine potrebbe avere in mente di rafforzare la Lega del Nord con il consenso ed il serbatoio della Lega del Sud”. E’, per dirla con tutta franchezza, una scoperta fondamentale simile a quella …. dell’acqua calda. Intanto pare che per la Regione Puglia FdI appoggerà il candidato indicato e scelto da Berlusconi, l’acclarato benefattore della Destra.
Sulla giornata politica si sono segnalate le difficoltà del dott. Renzi : slittano le riforme istituzionali che la Camera licenzierà solo a marzo e non domani, a dispetto del trionfale annunzio del “premier” per sabato e scivola a giugno l’Italicum. Il presidente della Repubblica non vive davvero isolato dal mondo, eppure non pare attento alle vicende parlamentari ed al clima di scontro e di sopraffazione, creato e voluto dal dott. Renzi per la riforma della Costituzione.
Si è confermata anche la timidezza dell’opposizione di FI, presente ed attiva nell’aula di Montecitorio con i deputati dell’opposizione interna, i c.d. fittiani.
Ma sono da sottolineare due o meglio tre notizie, perché le prime due si accavallano. Mentre lo Stato, per la prima volta dalla privatizzazione del sistema bancario, entra nel capitale di una banca in grave difficoltà, cioè quel Monte Paschi di Siena, gestito da decenni dalla sinistra attraverso le amministrazioni locali, a Catania una neonata è morta in una vana corsa a Ragusa, dopo essere stata respinta da 3 ospedali pieni.
La terza notizia della giornata riguarda il primato negativo, stabilito dall’Unità in poi. Dal 1861 ad oggi non sono nati così pochi bambini come nel 2014. E’ stato sensatamente osservato che in questo caso la crisi economica, sempre pesante, checché se ne possa dire, è solo in misura parziale responsabile. La ragione vera e moralmente desolante è il “crescente rifiuto culturale della maternità”, dovuto al dilagare della propaganda laicista e al contemporaneo vuoto della Chiesa, preoccupata di altri temi, come quelli dell’immigrazione e dei rom, scarsamente e distrattamente attenta alla trasformazione della figura femminile, nonostante l’impegno e l’abnegazione di organizzazioni cattoliche volontarie cariche di slancio. Se poi volessimo risalire più indietro e scendere alle radici remote, non potremmo non denunziare le responsabilità, in questo come in mille altri ambiti gravissime, della DC, che nell’oltre mezzo secolo di guida del Ministero dell’Istruzione non ha saputo per nulla arginare e contrastare la presenza e la predicazione dei marxisti, dei laici e dei radicali, presenza e predicazione, i cui frutti raccogliamo con i dati dell’Istat sulla denatalità.
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