Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
L'attentatore ucciso dalla polizia danese
La Danimarca ha rivissuto lo scorso fine settimana, l'orrore delterrorismo islamista che la Francia ha sperimentato un po’ più di un mese fa. Come un macabro gioco, gli attacchi sono stati eseguiti con una struttura simile a quella di Parigi. L'uccisione di 12 persone nella redazione di Charlie Hebdo, il 7gennaio, ha sconvolto mezzo mondo. A Copenaghen, un simposio sulla libertà di espressione in un centro culturale in onore della rivista satirica francese è terminato sabato con una sparatoria che ha lasciato un morto e tre feriti.
E la replica danese dell’uccisione di quattro persone in un supermercato kosher parigino è avvenuto alle prime ore di domenica, con l'assassinio di un membro della comunità ebraica locale presso la più grande sinagoga della città.
“Dopo gli attacchi di Parigi, tutti in Europa eravamo coscienti che ce ne sarebbero stati altri, ma ciò non diminuisce lo shock. Non siamo abituati a questo”, ha detto ieri lo studente di Storia Mikkel Juul, di fronte al centro culturale Krudttønden dove, il pomeriggio precedente, erano state sparate innumerevoli pallottole.
Appoggiato alla sua bicicletta, era appena arrivato alla sinagoga, dove ha lasciato anche il suo ramo di fiori in omaggio alle vittime.
La polizia si mantiene ancora molto cauta circa le ragioni del doppio attentato. “Non possiamo dire nulla di preciso, ma crediamo sia stato ispirato dagli eventi di Parigi”, ha detto il capo della polizia, Jens Madsen. I suoi agenti intorno alle 5:30 di domenica, dopo ore di inseguimento, hanno ucciso l'uomo ritenuto responsabile di due omicidi. 22enne, nato in Danimarca, era conosciuto dalle forze dell’ordine per varie attività criminali connesse alla violazione del possesso di armi e atti di violenza.
La polizia ha informato che l’uomo ammazzato era oggetto di indagine da parte dei servizi segreti del paese senza per altro mai essere andato in Nazioni in cui i jihadisti arruolano membri occidentali, come l’Iraq o la Siria.
Alcuni media, hanno riferito che il presunto autore del doppio attacco fosse di origine araba e che da alcuni venisse chiamato Omar Abdel Hamid El Hussein. L'emittente pubblica DR ha detto che è stato rilasciato dal carcere due settimane fa, dopo aver scontato una parte della pena per un attacco su un treno, con un coltello, nell’autunno del 2013.
L'incubo del terrorismo è tornato prepotentemente in Europa, quando gli echi dell'ultimo attacco alla redazione parigina non erano ancora sfumati. L'Alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherinisi recherà a Washington entro febbraio per un forum convocato dal presidente Barack Obama per cercare urgenti soluzioni.
La preoccupazione per le migliaia di cittadini europei che hanno viaggiato per trasferirsi nei campi di addestramento jihadisti è in aumento.
E, nell’altro lato della frontiera della paura, molti musulmani temono un'ondata d’islamofobia ove molti moderati finirebbero per pagare per peccati non loro.
È il caso di Rola Ata, una giordana che da 20 anni vive in Danimarca, e che ha guardato inorridita come la polizia ha isolato un cibercafé del distretto di Nørrebro e ha fermato vari uomini, sospettati di essere vincolati agli attacchi.
“E 'orribile”, ha detto Rola, “ qui ho vissuto fino a venerdì in pace con tutti e senza problemi. Spero possa continuare…”
Non lontano da lì, in Sinagoga, dove ore prima è stato ucciso Dan Uzan, 37anni, è apparso il primo ministro, Hellen Thorning Schmidt, al fine di garantire che la Danimarca farà “tutto il necessario” per proteggere la comunità ebraica. “Quando qualcuno spara senza pietà su persone innocenti che partecipano a un dibattito, vuol dire che qualcosa di pericoloso sta accadendo alla nostra democrazia”, ha sottolineato la politica socialdemocratica.
La Danimarca è stata già oggetto dell'ira islamista dieci anni fa, quando il periodico Jyllands-Postenha pubblicato alcune caricature di Maometto, esempio che più tardi ha seguito, tra altre pubblicazioni, Charlie Hebdo. Un'ondata di violenza si è proprio diffusa da allora, con l'incendio, tra le altre cose, dell'Ambasciata danese in Siria e con un seguito di un centinaio di morti. La televisione stava emettendo il dibattito di sabato, mentre stava parlando l'attivista di Femen Inna Schewtschenko in merito alla libertà di espressione e la bestemmia, quando la trasmissione è stata improvvisamente interrotta da una raffica di circa 40 pallottole.
E’ la drammatica continuazione di un violento scontro che sembra non avere mai fine.
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