Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Povero Silvio ne azzeccasse una! Domenica scorsa, dopo aver ascoltato e prestato fede alla guerrafondaie dichiarazioni di un catto-comunista e di una esponente del nulla, forse per consolarsi dell’ennesima deludente prova della squadra del cuore, aveva impartito l’ordine di oliare il kalashnikov, in anticipo rispetto all’uso previsto a partire dal 9 marzo, giorno del suo rientro sulla scena politica. Non aveva fatto conto i conti con il premier boy scout, il quale, debitamente preparato, ha frenato sull’intervento militare in Libia, delegando ogni decisione all’ONU.
C’è da riflettere, a questo punto, di fronte alla crescente ed incontrollata invasione, tollerata e graziosamente accolta nel nome di un buonismo deleterio e soprattutto autolesionistico, accentuato dopo gli interventi a sproposito di papa Francesco, venuto dall’altra parte del mondo, su un fatto, che la dice lunga, ma assai, sullo stato di preparazione delle nostre forze armate smantellate dopo decenni di predicazione delle forze di sinistra, radicali e cattocomuniste. Cosa possiamo pretendere di scendere in guerra contro fanatici, sprezzanti in primo luogo della propria vita, se mostriamo equipaggi come quello della motovedetta della Guardia costiera, arresosi senza la minima decorosa resistenza agli scafisti?
Sono iniziati anche i bilanci di una situazione creatasi con la caduta di Gheddafi, voluta e perseguita ottusamente dal francese Sarkozy (ennesimo errore della destra nostrana, che lo elesse a proprio campione), agli inglesi e all’immancabile Obama.
Giancarlo Perna su “Libero” con una nota erroneamente intitolata “Colpe a destra: il peggiore fu Frattini”, quando la destra vera, non quella farlocca berlusconiana, nella vicenda al solito fu muta e ubbidiente, ha riconosciuto che “il ruolo dell’Italia è stato minore, ma il più masochistico. Combattendo Gheddafi ci demmo la zappa sui piedi poiché, grazie a lui, avevamo in Libia una posizione privilegiata a cominciare dagli interessi energetici”. Il tutto avvenne grazie al ministro degli Esteri, amico e discepolo di Napolitano.
Sergio Romano in un misurato editoriale ha ammesso che l’Italia è “male attrezzata militarmente e psicologicamente” ed ha individuato una via sensata “Una coalizione tripartita, sostenuta da altri Paesi dell’Ue , non sarebbe soltanto sul piano militare. Dimostrerebbe che l’Europa non è esclusivamente il luogo in cui si parla di euro, stabilità e crescita. E’ anche una patria da difendere”. Patria è forse una parola sconosciuta in sede comunitaria, una parola agli attori presenti e passati delle organizzazioni comunitarie.
Finalmente – ed era ora – si parla in maniera esplicita del “giglio magico”, che determina e guida le mosse del dott. Renzi, anche perché è stato individuato un altro soggetto, “Action institute”, guidato da Carlotta De Franceschi, ex banker di Goldman Sachs, Morgan Stanely e Credit Suisse, ma soprattutto uno dei componenti del gabinetto dei consiglieri economici del “premier” .
Due notizie apparse ieri su “Il Tempo” offrono la possibilità di esaminare criticamente un argomento cruciale, lo svecchiamento. La vita si è svolta da secoli, se non da sempre, sulla base di determinati schemi. Uno dei passaggi essenziale è stato costituito dal rispetto degli anziani, perché esperti della vita e passati attraverso prove utili da trasmettere. Un emendamento del decreto “Milleproroghe” prevede che fino al 31 dicembre 2016 per essere titolari di una farmacia basterà l’iscrizione all’albo. Rinviando al 31 dicembre 2016 l’entrata in vigore di altri requisiti previsti, cioè il conseguimento dell’idoneità o due anni di pratica professionale. E’ questa una misura puramente demagogica, trattandosi di un’agevolazione di meno di due anni, che mortifica una categoria professionale da secoli presente in ogni angolo del territorio, con la sua esperienza e la sua qualificazione al servizio dei cittadini.
AMMINISTRATIVE 2019, IPOTESI PATTO PER FIRENZE? Se ne parla sottovoce, ma in molti ci sperano.
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L'Italia senza Renzi è un po' più seria ma molto più imbambolata, meglio che torni magari in dosi meno esagerate
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