Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
on mi annovero certo tra gli estimatori del defunto dittatore libico Muammar Gheddafi. Quando nel 2006, dopo un viaggio nel paese della Jamahirya scrissi alcuni articoli per L’Indipendente, dove denunciavo lo stato di degrado della popolazione e le condizioni insopportabili che doveva subire, fui dichiarato individuo indesiderato dall’ambasciata libica.
Bisogna però riconoscere che la profezia del colonnello – dittatore, proferita nel 2011 in un’intervista a un quotidiano italiano, era lungimirante. “L’occidente deve scegliere tra me e il terrorismo jahidista” ebbe a dichiarare Gheddafi poco prima della sua morte. Ebbene l’Occidente scelse: Francia e Gran Bretagna, seguite dall’Italietta di Berlusconi con la solita scusa del rispetto dei diritti umani violati dal tiranno, iniziarono i bombardamenti, disarcionarono il dittatore e misero la tripolitania e la cirenaica, da allora divise, nelle mani degli estremisti islamici. Un vero capolavoro!
A quattro anni di distanza dalla guerra lampo voluta e consumata dalle maggiori potenze europee, il risultato è che ci troviamo l’ISIS alle porte di casa, centinaia di migliaia di migranti che approdano sulle coste italiche e un governo che non sa che pesci prendere, se non ripararsi sotto l’ala protettrice, si fa per dire, dell’ONU. In nome di interessi economici immediati che favoriscono principalmente la Francia, si è destabilizzata una cospicua area del Mediterraneo, con grande soddisfazione del neocaliffo Al Bagdadi e dei suoi accoliti che sotto le bandiere nere hanno solennemente promesso di combattere fino alla morte. E c’è da credergli.
La lungimiranza in politica estera dei padroni del vapore occidentali è davvero sconcertante. Il generale Arpino, ex capo di stato maggiore della difesa, ha dichiarato che la guerra contro Gheddafi fu un tragico errore. Come sempre si chiude la stalla quando i buoi sono scappati. Qualcosa di simile è accaduto e sta accadendo in Siria. A proposito qualcuno ha più sentito parlare del presidente Assad? E delle turpitudini da esso perpetrate contro la popolazione “inerme”? No di certo, l’ISIS si è installato in pianta stabile in significative porzioni di territorio siriano e Assad è tutt’ad un tratto diventato un alleato nella guerra contro il califfo. Sembra di assistere a una commedia di Pirandello, il gusto per l’assurdo c’è tutto.
Gli occidentali hanno salutato con soddisfazione le cosiddette primavere arabe, che altro non erano se non il trionfo delle fazioni islamiche più fondamentaliste, vedi l’Egitto, ancora oggi nel caos. Ma non se ne sono accorti: dove stavano i servizi di intelligence più abili al mondo, dotati tra l’altro di armi, informatiche e non, particolarmente sofisticate? Dove i consiglieri politici e militari dei vari governi? Ci dicono che per fare la guerra all’ISIS sono necessari almeno 60.000 uomini pesantemente armati. Del resto se non si scende in terra le guerre non si vincono, Afghanistan e Iraq dovrebbero avere insegnato qualcosa. Chi manderà le truppe stavolta? E quali ricadute si potranno prevedere? La miopia dell’Occidente rischia di portarci dritti verso una guerra asimmetrica globale, è questo il vero, grave rischio che corriamo. E non siamo certi che le tronfie diplomazie occidentali siano in grado di proteggerci.
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