Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Bozzetto di Giovanni Carluccio
Ottimismo giustificato? Il sindaco di Firenze Dario Nardella era quasi raggiante presentando, insieme al sovrintendente Francesco Bianchi, il programma del settantottesimo Maggio Musicale Fiorentino, fiore all’occhiello dell’Opera di Firenze: “La Fondazione ha superato la malattia ed è ora nella convalescenza – ha dichiarato il sindaco durante la conferenza stampa di ieri – e ci sono buoni motivi di sperare che ci si stia avviando alla piena e totale guarigione”.
Il sindaco azzarda pure un pronostico: due anni, la data fatidica degli ottanta, per il ritorno in “piena forma”. E snocciola alcuni dati sicuramente incoraggianti: il buon andamento della ripresa del teatro nell’ambito del piano risanamento nazionale, la risoluzione della pericolosa – e vergognosa – questione degli stipendi non pagati ai dipendenti, grazie all’arrivi di ventisette milioni di euro previsti dal piano di risanamento nazionale, mentre entro marzo dovrebbe trovare uno sbocco positivo la delicata questione dei 50 esuberi del personale, con passaggio alle strutture e agli enti ministeriali dell’ex polo museale. “ Il nostro teatro è come una Ferrari, ha tutte le carte in regola per essere uno dei primi d’Europa e del mondo; il fatto che n vi abbiano diretto direttori come Riccardo Muti, Daniele Gatti e naturalmente Zubin Mehta lo dimostra: sono pochi i teatri che possono permettersi simili calibri e un teatro senza prospettive non attira i grandi artisti”.
Vero senz’altro, anche se il sindaco di Firenze farebbe bene a dare un’occhiata ai cartelloni degli altri “primi teatri d’Europa e del mondo” che hanno bel altre alzate di sipario prima di lanciarsi in voli così pindarici. E’ già confortante che dalla marcia funebre si passi a un allegro con brio, ma la marcia trionfale è forse ancora un pochino prematura: anche solo per scaramanzia. Anche il suo predecessore Matteo Renzi sprizzava ottimismo e poche settimane dopo, nel gennaio 2013, dovette commissariare la Fondazione …. Come ulteriore “rassicurazione” Nardella dichiara poi che il comune di Firenze ha assunto, insieme alla Fondazione, la gestione del nuovo teatro che diventerà quindi un tempio della musica di qualsiasi genere (c’è stato recentemente anche un concerto di Paolo Conte, il 12 febbraio) in modo da poter essere sfruttato al massimo.
Più misurato il sovrintendente Francesco Bianchi, che ha dovuto affrontare il non facile compito di gestire il commissariamento prima di essere nominato sovrintendente nel luglio dello scorso anno. Dopo aver segnalato l’importante risultato del ritorno da una amministrazione straordinaria a una ordinaria Bianchi, come già aveva fatto Nardella, ha ringraziato tutti coloro che lo hanno permesso, dai dipendenti alle istituzioni. Ha poi illustrato il programma: quattro opere, che partono con un Fidelio di Beethoven ( 4 rappresentazioni dal 27 aprile al 5 maggio) diretto da Mehta e caratterizzato da un cast straordinario: “ una edizione che non ha nulla da invidiare a quella della Scala”. E’ una prima per l’Italia ( allestimento del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, per la regia di Pier’Alli) e si spera , per quanto riguarda la regia, che sia decisamente migliore di quella scaligera. Segue The turn of the Screw (il giro di Vite) di Benjamin Britten , al teatro Goldoni : sei recite dal 22 maggio al 7 giugno. L’allestimento è una prima assoluta con la regia di Benedetto Sicca, sul podio Jonathan Webb.
Nuovo allestimento anche per il Candide di Leonard Bernstein, il grande direttore e compositore del Novecento scomparso nel 1990: 4 rappresentazioni dal 23 maggio al 3 giugno (teatro dell’Opera) con la regia di Francesco Micheli, direttore John Axelrod. Infine, un altro grande ritorno sulle scene del Maggio: Pelléas et Mélisande di Debussy, quattro rappresentazioni dal 18 al 25 giugno, con una “accoppiata” davvero notevole: Daniele Abbado alla regia e Daniele Gatti alla direzione d’orchestra: un nuovo allestimento in coproduzione con il teatro regio di Torino.
E per completare … l’opera, due titoli classici durante il periodo estivo, con un discreto numero di rappresentazioni: Il Barbiere di Siviglia, nell’allestimento del Maggio Musicale Fiorentino e Madama Butterfly, nuova edizione in coproduzione con il teatro Petruzzelli di Bari. Il Barbiere avrà 12 rappresentazioni tra luglio e settembre, la Butterfly 10. Un ottimo modo di accompagnare l ‘estate dei fiorentini e naturalmente dei turisti.
Numerosissimi i concerti, con appuntamenti notevolissimi, con un repertorio che spazia dal barocco alla musica contemporanea, con interpreti di grande livello: dal pianista Lang Lang che interpreta Mozart e Chopin (4 maggio), alla terza di Mahler diretta da Mehta (7 maggio). Il 13 maggio è di scena la London Simphony Orchestra con un programma tutto Shostakovich, mentre il 14 Daniele Rustioni dirige al teatro Verdi lo Stabat Mater di Rossini per l’anniversario di Firenze capitale. Da non perdere il consueto appuntamento con la musica Barocca per la direzione di Federico Maria Sardelli (17 maggio).
Sono solo “assaggi” e del resto gli appuntamenti principali verranno adeguatamente ripresi e commentati. Da segnalare poi le iniziative Intorno al Festival, curate dal bravissimo Giovanni Vitali: una serie di appuntamenti per presentare gli spettacoli e i concerti, ma anche allargandosi al contesto e culturale dei principali avvenimenti.
Più che legittima dunque la soddisfazione del Sovrintendente, che ha giustamente ricordato, tra l’altro, come questo programma sia stato concepito ancora in un periodo di “piena crisi”. Il budget approvato dal Consiglio di indirizzo della Fondazione è di circa 33 milioni di euro (provenienti dal FUS) e Bianchi ha sottolineato come il ricavato dalle vendite dei biglietti sia in costante aumento.
Una nota a margine per il cartellone operistico: notevole senza dubbio, ma a parte i titoli estivi si tratta di opere da pubblico “colto”. Questo è molto bello è rientra senz’altro in quella che è la radice e la vocazione più autentica del Maggio Musicale Fiorentino: c’è solo da sperare che Firenze (e non solo, ovviamente) risponda in maniera adeguata e sostenga questa bellissima scommessa. E chissà che davvero Firenze non torni ad essere una delle vette delle musica colta internazionale. I presupposti ci sono, soprattutto l’orchestra e il coro del Maggio.
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