Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il Primo Ministro ellenico Tsipras, dopo urli e strepiti contro i maghi oscuri della finanza europea, si sta pian pianino adeguando a una sorta di dialogo con le istituzioni continentali per poter almeno concordare congiuntamente delle misure che possano sbottonare la camicia di forza dell’austerità imposta alla Grecia.
Quindi, dal non c’entriamo niente con l’economia dell’Europa e la sua austerity, al più conciliabile cerchiamo di uscirne insieme.
E’, però, mai esistito che una vittima possa negoziare la sua liberazione con il boia?
Da quasi un mese, tutto il grande segmento di un’Europa desiderosa di slacciarsi dalla strettissima morsa finanziaria voluta da Merkel & Co., osserva con profondo interesse le vicende di Syriza e del suo carismatico condottiero.
Un partito con un suo programma ben delineato, dichiaratamente anti austerity e totalmente diverso dai precedenti.
La partenza, dopo la vittoria elettorale, era stata spedita e diretta a sovvertire vecchi totalitarismi economico-finanziari e sembrava propiziatrice di venti benevoli.
Poi, forse perché le forze in campo della Cancelliera sono troppo potenti e devastanti, la mossa, degli ultimi giorni di Tsipras, è quella di un soldato ferito in più parti del corpo, che si reca dal nemico non per considerare la resa, ma per dirle di rallentare questa garrotta finanziaria, possibilmente avendo un po’ di tregua senza assestare il colpo mortale.
Purtroppo l’Europa della finanza è un bruttissimo e subdolo avversario, e il governo ellenico, di qualunque colore partitico sia, verrà visto solo ed esclusivamente come un debitore che deve rispettare gli impegni, non come un delegato delle istanze di una popolazione ormai ridotta allo sfascio.
A questo punto Tsipras sembra proprio tra l’incudine e il martello e questo suo attuale tiepido comportamento verso i dittatori europei, dopo la lanciata partenza, rischia seriamente di farlo implodere in un marea di contraddizioni.
E, intanto, chi sperava tanto in Syriza e nel suo condottiero, comincia ampiamente a dubitarne.
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