Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Solo e soltanto agli ordine ed alla volontà di Berlusconi si può avere l’unità del centrodestra, che non può che essere una coalizione ma una falange compatta, ubbidiente e silenziosa. Altrimenti il Cesare di Arcore non trova arduo arruolare, strumentalizzandolo, l’ambiziosetto di turno per sfasciare e sabotare tutto ciò che si opponga legittimamente ai suoi calcoli ed alle sue ambizioni. L’ha fatto con Fini, il quale pateticamente sta cercando di riemergere, distribuendo pagelle, lui che meriterebbe lo zero assoluto. Gli avrà fatto balenare la successione al suo trono, così che seppellisse Alleanza Nazionale. L’ha fatto con i vari colonnelli, paralizzandoli e schierandoli gli uni contro gli altri, così da impedire ogni riorganizzazione. Lo sta facendo con Tosi contro Salvini, così da far naufragare l’ipotesi di una Lega forte, superiore alle sparse membra di una FI, ormai in irreparabile disfacimento.
Intanto Belpietro pubblica un editoriale, solo parzialmente vero “Lega e FI dilaniate. Nel pollaio delle libertà fa festa soltanto quella volpe di Matteo”, dal momento che il dott. Renzi non è affatto una “volpe” in una situazione di cui potrebbe approfittare anche l’ultimo ed il più sprovveduto dei politici o politicanti sulla scena.
Del dott. Renzi, la cui misura del bonus degli 80 euro è stata, opportunamente nella sua inutilità, smascherata dalla Corte dei Conti, che è stato ringraziato per il suo decisivo appoggio, con i risultati che sappiamo, da Tsipras, che reclamizza come proprio un provvedimento avviato da Berlusconi, quello del rientro dei capitali, che ritiene i miliardi ora in Svizzera destinati allo Stato, per lui sinonimo di banche, ha tracciato un profilo, da riprendere e da conservare, Giampaolo Pansa. “Renzi ha un pessimo carattere, è vendicativo, ringhioso, per niente conciliante, sempre con il pugnale per ferirti, una chiacchiera da rifilarci, una minaccia da presentare, uno sgarbo per impaurirci. […] Il fiorentino è abituato a dileggiare chi non s’inchina. [L’eccesso parolaio nasconde di continuo una realtà ben più misera. Renzi ripete ogni volta che l’eccellenza di un leader politico si misura sulla capacità di scegliere collaboratori più bravi di lui. Non sembra che sia così, se osserviamo il gineceo delle ministre che lo attorniano. Una, la Maria Teresa Lanzetta, è già sparita nel buio. Rimangono sul palcoscenico signore per ora sotto i riflettori: Madia, Pinotti, Giannini, Guidi e soprattutto la favorita, Maria Elena Boschi. La Federica Mogherini, mandata da Renzi a guidare la politica estera europea, si è rivelata una principiante inesperta e condannata all’inesistenza”.
L’unica donna ad opporsi, speriamo sempre più decisamente, è la presidente della Camera, Laura Boldrini. Ha denunziato l’irrisione della Camera con lo Jobs Act ed ora la fretta di un decreto sull’impossessamento della RAI.
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