Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
’ottimismo non regna a destra. Le ragioni ci sono tutte: diserzioni, cambiamenti di fronte, sogni irrealizzati hanno fatto crescere, negli ultimi anni, disillusioni e stanchezze politiche. Difficile recuperare. E tuttavia un piccolo segnale sembra emergere. Niente di particolarmente originale – sia chiaro. Ma dopo tanto affabulare, fare autoanalisi e stendere documenti, prolissi e perentori quanto purtroppo inutili, il semplice ritrovarsi in piazza è già qualcosa.
Sabato 28 febbraio tocca a Roma. La settimana dopo, il 7 marzo, a Venezia. Protagonista del ritorno di piazza la destra nuova ed allargata, che nasce dalla liaison politica tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
La sfida, lanciata da Lega Nord e da Fratelli d’Italia, non è da sottovalutare, proprio sulla strada di quella “ricomposizione” da più parti auspicata, ma difficile da realizzare per le troppe logiche ad excludendum che hanno bloccato ogni tentativo verticistico di ricomposizione.
Ora si riparte finalmente dalla “base”. Le premesse per riuscire ci sono.
C’è la volontà politica dei due movimenti. C’è il “nemico”, nel senso ovviamente di “nemico pubblico”, contro cui indirizzarsi : il Governo di Matteo Renzi, il potere dei “salotti buoni”, l’Europa matrigna. Ci sono alcuni fattori oggettivi di incertezza sociale, sintetizzati nello slogan della manifestazione veneziana: “difendiamoci” (difendiamoci dai poteri forti, dalla concorrenza sleale, dal terrorismo, dall’Europa a trazione tedesca, dalle tasse e dalla burocrazia, dalla criminalità e dalla mafia).
E’ una buona base di partenza, che può aiutare, al di là dell’immancabile conta su chi c’era e chi non c’era, a riaprire un dialogo semplice e popolare, qual è appunto quello della piazza, della mobilitazione diretta, connubio complesso di razionalità e di passione, di programmi e di aspettative.
Sul primo versante, al di là degli slogan d’occasione e della scelta “difensiva”, auguriamoci che qualcosa di più si cominci a dire sui temi del lavoro e della crisi economica. Di questo vogliono sentire parlare gli italiani non più rappresentati dalla sinistra, più o meno nuova.
C’è poi un valore “simbolico” nella ripresa della piazza che non va sottovalutato e che tocca le corde della speranza, della volontà di tornare ad essere protagonisti, della necessità di essere partecipi del destino del proprio Paese.
Per dirla alla vecchia maniera ce n’est qu’un début, non è che l’inizio. Ma almeno è una “ripartenza”. Auguriamoci che abbia “benzina” sufficiente per durare al di là degli appuntamenti elettorali, creando aspettative reali. Di futuro, a destra e non solo, c’è un gran bisogno.
Inserito da MARIO BOZZI SENTIERI il 27/02/2015 14:36:49
Caro Ghorio, non vorrei sembrare troppo "movimentista", ma di programmi abbiamo pieni i ... cassetti e purtroppo con scarsi risultati. Lo dice uno che di manifesti teorici, proposte programmatiche, elaborazioni politiche ha contribuito a stenderne non pochi. Servono - per carità - ma serve anche ritrovare un po' di passione, di condivisione emotiva, di ... "piazza" per cercare di dare nuovo slancio e calore ad un ambiente frastornato e disilluso. Il rischio è di morire d'inedia, sotto l'effetto dell' oppio ... renziano.
Inserito da ghorio il 27/02/2015 13:41:04
Ho qualche dubbio che questa discesa in piazza di Lega e Fratelli d'Italia segni il riscatto del centrodestra. In quest'area oramai siamo, purtroppo, in presenza di troppe divisioni. Quanto al programma della Lega non mi pare davvero in linea con un'Italia moderata, al di là dei sondaggi favorevoli a Salvini, per il disfacimento dell'area di riferimento del centrodestra. Pertanto, se si vuole il riscatto di un'area , che è maggioranza in Italia, bisogna che si metta mano ad un programma credibile di recupero di valori e di obiettivi per superare l'attuale situazione di crisi economica e comunque si arrivi ad un'Italia dove ci sia una maggioranza e un'opposizione credibile. Attaccarsi al carro di Renzi per interessi o altro non ha senso, a prescindere dalla convergenza in alcune riforme.
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