Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La curva Fiesole festante
Sono le 17.30, manca un’ora e mezzo, si parte.
Motorini caldi e sciarpa alla mano.
Semaforo rosso, si gira la testa e gli occhi si soffermano su quei colori,
quelli attorno al collo o legati al braccio, o semplicemente del giubbotto.
Fiesole, Tribuna, Maratona o Ferrovia, non importa: il posto è sempre lo stesso, le voci sono
sempre le solite. Pensi a come potrebbe svolgersi la gara, a quanto la tua
squadra possa soffrire, a quanto la Fiorentina possa soffrire. La tensione te
la porti dietro fin dalla mattina, a braccetto con la paura.
Già, perché è più di una semplice notte per Firenze. Ciò che regala emozioni ogni volta, imprevedibili e in qualche modo indimenticabili, è molto più di una semplice squadra.
Altro semaforo rosso, altra dozzina di volti, soliti
colori. Si riparte.
Il Franchi è una bolgia, 32.000 cuori che scalpitano in attesa del fischio
d’inizio. “Forse questa è la notte buona”, “oggi ci asfaltano, questi sono
forti”. Pensieri, ricordi sgradevoli scorrono come fiumi nella testa dei
fiorentini. Immagini oramai cicatrizzate sulla pelle del tifoso viola, prima la
Juventus, poi i Glasgow Rangers, poi il Bayern Monaco, di nuovo la Juventus e
infine il Napoli. Tutte hanno tolto qualcosa alla Fiorentina e a Firenze, un
sogno.
Fuori Gonzalo, dentro Richards. Fuori Borja e dentro il confermato - dopo la
partita contro il Torino - Badelj. A
fare reparto offensivo sono Gomez, Salah e Joaquin, Neto al posto di Tatarusanu; a causa di una lombalgia
il portiere Rumeno è costretto a dare forfait. Neto di nuovo. Dopo il recente mancato
rinnovo con la Fiorentina e la volontà di lasciare i lungarni per andare dagli
odiati bianconeri, alla Juventus.
Di nuovo le mani alzate al cielo in segno di preghiera con i piedi che accarezzano
la linea di porta, spalle rivolte verso la Curva Fiesole, di nuovo quel sorriso
tranquillo che domina l’aria di rigore. Neto ha alzato molta polvere e la curva
Fiesole ha deciso che il portiere brasiliano, ora più che mai, non è degno del
suo calore. Se mai glielo avessero dato. Tifosi che erano pronti a sostituirlo
ai primi errori diventano i suoi primi fans, perché la partita col
Tottenham, il ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League, va ben oltre
un disaccordo sul futuro, una scelta. E in fondo è giusto così.
Dopo l’1-1 dell’andata ci si gioca l’accesso agli ottavi di finale a Firenze.
Lancio lungo, 29esimo minuto. Soldado e Chadli si trovano di fronte al solo Neto, che capisce l’intenzione del numero 9 spagnolo e intercetta il passaggio per Chadli. Quelli che all’inizio erano timidi applausi, beh, ora sono scroscianti battiti di mani, braccia al cielo. Il primo tempo si conclude sull 0-0 con poche azioni da segnalare; le squadre si sono studiate, ma è il Tottenham che fa la partita, senza però incidere più di molto, grazie ad un’ accorta impostazione dei quattro difensori viola Richards, Basanta, Savic e Alonso. Ma alla base della solidità della Fiorentina ci sono molti errori del Tottenham, uniti alla grande volontà della squadra di Montella di raggiungere gli ottavi. Gomez torna a difendere a centrocampo, Salah e Joaquin raddoppiano fisso sull’avanzata degli esterni londinesi.
Nel secondo tempo qualcosa è cambiato, perché la Fiorentina entra in campo con un piglio diverso, più deciso. E di nuovo cori, applausi, il viola che domina su tutto. Al 9’ minuto Stambouli sbaglia un appoggio circa a metà campo, la palla la conquista Badelj che serve lungo Gomez; il numero 33 taglia fuori il difensore e appoggia in rete: 1-0. Le mani a forma di cuore sotto la tribuna, gli occhi che brillano. Le braccia alzate, ha segnato Mario Gomez, il più atteso. Il Franchi trema e Mario diventa Super.
Oltre all’uscita nel primo tempo di Mati Fernandez per infortunio, sostituito da Aquilani, esce anche Basanta per uno stiramento muscolare e dentro Gonzalo Rodriguez. L’1-0 rinvigorisce i viola che trovano il raddoppio al 26’. I riflettori sono tutti per Salah. Dopo aver fatto chilometri si porta avanti palla al piede, cerca Gomez che chiude l’uno due di tacco e complice l’errore di Vertonghen in fase di chiusura, Salah gonfia la rete. Corsa sotto la Fiesole, il Franchi è in tripudio, un sogno si sta avverando. I due pupilli hanno segnato, la Fiorentina è in vantaggio contro il Tottenham con un piede agli ottavi.
Vietato non festeggiare. Energia cuore e generosità, forse la Fiorentina è davvero quella giusta. No, non per vincere, ma per provare a sognare. Salah più 30 milioni per Cuadrado, magari stavolta … no, non si dice.
Il 12 Marzo la Fiorentina accoglie fra le sue mura la Roma, già avversaria sconfitta in Coppa Italia grazie all’appena ritrovato Mario Gomez. Firenze si accende e la Fiesole alza in alto le sciarpe. Un caloroso abbraccio di ogni presente a quegli 11 giocatori che stanno regalando un emozione indimenticabile.
Nuovo capitolo, la Roma, derby tutto italiano in un Europa League in cui il tricolore domina (tutte e 5 le squadre italiane hanno passato il turno). Nuova pagina, nuovo capitolo, e chi può sapere se si possa andare avanti per scriverlo. Chi può sapere se sarà possibile per la squadra di Montella girare anche la pagina romanista; infondo non è lecito saperlo, non è volontà saperlo, perché una notte come questa, può essere rivissuta.
Sciarpe e bandiere per i viali, questa è Firenze dopo una notte magica. Semaforo rosso. Non c’è più la tensione, non c’è più la paura di essere spazzati via da qualche uragano, solo fiumi di viola che inondano la città, solo clacson che impazziscono e cori intonati in riva all’Arno. Si riparte, un po’ più tranquilli.
Rialzati Fiorentina
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