Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Secondo un rapporto apparso ieri l’altro su Discovery Channel, oggi sono sempre più le persone che non credono in Dio, e fra queste le categorie si sprecano: atei, agnostici dichiarati, o chi non ha preferenza per una particolare fede e ha un qualche tipo di pratica religiosa privata.
Questo gruppo di dissidenti, composto da più di un miliardo di persone nel mondo e incline alla crescita, è al terzo posto dopo cristiani e musulmani.
In Occidente, una notevole erosione della fede cattolica ha portato molte persone a cercare altre alternative.
Il mondo religioso è dunque in una fase di cambiamento accelerato e questo fatto dovrebbe far riflettere in merito al futuro della religione e alla sua funzione sociale.
C’è stata un'epoca in cui la religione ha riempito tutti gli interstizi della vita sociale, determinato quello che si doveva o non si doveva fare, ha consacrato ogni momento della vita, dalla nascita fino alla morte ed è servita come base portante del potere politico.
Alla fine del XIX secolo, la situazione è cambiata radicalmente e molti hanno pensato che fosse giunta la fine della religione.
Il filosofo Nietzsche ci racconta con il suo celebre personaggio Zaratustra, perso nelle montagne come Cristo, che prima di scendere a valle all'età di 30 anni, si è trovato in un momento del suo percorso ad incontrare un 'papa pensionato' rimasto senza mestiere perché Dio era morto.
E, infatti, nel suo bellissimo libro Così parlò Zaratustra, tenta di creare una nuova etica di carattere laico che rimpiazzi quella religiosa, in via di sparizione.
I Marxisti nel ventesimo secolo, sulla base di un 'razionalismo ingenuo' e un'interpretazione semplicistica della religione come 'oppio dei popoli', ritenevano che con le trasformazioni sociali ed economiche la religione sarebbe sparita dalla vita dell’uomo come per incanto.
Ma con loro grande sorpresa ciò non è accaduto.
Stalin, basandosi sull’‘inevitabile cammino della storia’ fece bombardare la chiesa ortodossa di San Salvatore a Mosca e, nello spazio vuoto che rimase, fece costruire una piscina popolare.
All'inizio del XXI secolo, i fedeli russi ricostruirono, mattone dopo mattone, il monumentale edificio. Chiunque, oggi, visiti la Russia, si renderà conto che il fervore religioso della gente è rimasto intatto.
Comunque, credenti oppure no, non possiamo ignorare che la religione ha almeno, in una delle sue sfumature, un ruolo sociale e politico importante come fattore bloccante dei 'comportamenti antisociali'.
Quando osservo gli assassini dell’Isis che ammazzano senza pietà delle persone innocenti, o un giudice che privilegia il ricco a scapito del povero, non posso non sentire la mancanza dell'esistenza di un'etica, sia pure religiosa, che serva a rimuovere o contenere questo tipo di condotte.
Mi rallegro anche quando mi rendo conto che un noto violentatore di donne e bambini o un vecchio luogotenente di Pablo Escobar, hanno optato all’interno della prigione per un loro misticismo, sebbene in netto ritardo.
Auguro a tutti gli assassini di seguire tempestivamente e in tempo questo esempio e la religione, qualunque cosa essa sia, se servirà a sconfiggere i loro impulsi omicidi.
La morale laica di cui sentiva la mancanza Nietzsche continua ad essere un'utopia.
E’ probabile che la religione possa scomparire entro alcuni secoli, ma ora, in certi paesi violenti come il medio Oriente, l’Africa, l’Europa dell’Est e l’Asia, dobbiamo considerare il consiglio di un certo Machiavelli che raccomandava ai governanti che non erano credenti di “fare gran caso della religione” per garantire una minima convivenza nei loro domini.
Il futuro non è ancora arrivato.
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