Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Una risonanza magnetica potenziata, combinata con un macchinario che emette ultrasuoni ad altissima intensità focalizzandoli in un punto in modo da “bruciare” con precisione, in modo non invasivo e con l'assenza quasi totale di effetti collaterali le cellule maligne. Lo riferisce l’agenzia Ansa.
Potrebbe essere la rivoluzione nelle terapie contro il
cancro, l'innovativo macchinario che verrà inaugurato domani presso l'Irst
(Istituto scientifico romagnolo per la cura dei tumori). Una realtà
all'avanguardia non solo in Italia ma in Europa "e che consentirà - dichiara
Dino Amadori, direttore scientifico dell'Ircs - di dare al via ad una piano di
ricerca per la diagnosi e cura dei tumori unico nel panorama
internazionale".
Naturalmente occorrerà sperimentare il macchinario per almeno tre anni secondo
un protocollo che vede tre progetti sperimentali finalizzati a valutare
l'accuratezza diagnostica, sicurezza, tollerabilità, comfort e costo-efficacia
di questo tipo d'indagine, la capacità della risonanza nell'individuare i danni
procurati al fegato dai farmaci chemioterapici e l'utilizzo degli ultrasuoni
focalizzati ad alta intensità nel trattamento dalle metastasi ossee e del
dolore.
«La particolarità di questo strumento - spiega Amadori - chiamato Rm 3Tesla con
sistema Hifu (High-Intensity Focused Ultrasound), è di avere una potenza doppia
rispetto alla risonanza 'standard e ciò permette di vedere lesioni tumorali di
solo un millimetro quando in genere sotto i 5 millimetri non sono monitorabili.
Non solo, è possibile analizzare meglio i tessuti compresi quelli molli».
L'innovativo macchinario è inoltre in grado di registrare gli aspetti di
funzionamento degli organi.
«Per esempio - continua - studiando il cervello si possono vedere le reazioni
delle diverse aree al dolore e se ne può monitorare l'intensità. Ciò ci
consentirà di curarlo meglio». Sarà poi possibile studiare le alterazioni che
fegato e cuore subiscono a causa della tossicità dei chemioterapici e
correggere i dosaggi prima che si verifichi un danno permanente.
E ancora osservare il flusso del sangue e come i farmaci si diffondono nei vari
organi. Grazie all'Hifu sarà poi possibile 'bruciare' il tumore in un'area
definita e limitata pianificando e monitorando in tempo reale l'andamento del
trattamento. "Questo nuovo trattamento - conclude Amadori - non è invasivo
ed è più tollerabile e senza gli effetti collaterali negativi della chemio e
della radioterapia". Il super macchinario entrerà a pieno regime ad aprile
e vi potrà avere accesso chiunque ha i requisiti per la sperimentazione.
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