Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Professore ordinario di Storia Contemporanea Roma La Sapiena
lass="Normal">Tutti contro il fascioleghista . Dai centri sociali al Cav. Preoccupazione bipartisan dopo il successo di Roma. Non piacciono i toni e gli argomenti trattati. Ma lui tira dritto: peggio per loro”: questo è il titolo improvvido, impolitico ed irrealistico de “Il Tempo” sulla manifestazione di sabato.
Dove può andare, quale consenso duraturo e non epidermico può ottenere, quale credibilità internazionale può raccogliere uno che si presenta come “uno sfasciacarrozze”, pronto alla distruzione ma privo di un strategia realistica di ricostruzione? Questo è Matteo Salvini, l’uomo che tenta la creazione di un partito unico dell’opposizione, che non è più indipendentista ma che vuole il bene – sono sue affermazioni dall’alto del palco di piazza del Popolo - “non dell’Italia ma delle Italie” (“E dovreste vedere dal palco che belle che sono le bandiere dei popoli italiani”).
Piacerebbe a molti elettori di destra che Meloni confessasse i suoi pensieri di fronte a tali proclamazioni, cui è stata offerta dall’uditorio degna ed adeguata risposta con le grida “secessione, secessione” e “Padania libera”. La Meloni si è recata poi domenica alla commemorazione di Almirante nel centenario della nascita, organizzata dalla “Fondazione Tricoli”, cercando un collegamento con la lezione del segretario storico del MSI, il quale mai e poi mai avrebbe tollerato anche semplici accostamenti con i secessionisti. Del tutto incredibile è stata la confessione di Barbara Saltamartini, ex An, ex Pdl, ora ex Ndc, la quale ha osservato che “vista dal palco la piazza faceva impressione. Non l’ho mai vista così piena, nemmeno all’ultima manifestazione del Pdl nel 2013”. L’eclettica parlamentare è nata nel 1972 e nella sua militanza giovanile nelle organizzazione di destra le sarà stato ricordato un certo Giorgio Almirante con le sue manifestazioni in una piazza del Popolo gremita e composta in cui dal palco non scendevano inurbanità ma parole sensate e centrate.
In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” Marcello Veneziani con piena ragione ha osservato che “per quanto il suo leader si stia impegnando, la Lega resta sempre una forza macroregionale. Al Centrosud non avrà mai consensi paragonabili a quelli che raccoglie al Nord. Salvini, al di là di quanto dice nei comizi, deve trovare intese con forze nazionali”. Cioè – si può intendere - cartelli elettorali con programmi precisi ed uniti nella lotta contro la sinistra ed il governo, senza estremismi o massimalistiche mire, che finirebbero con l’essere “funzionali alla vittoria della sinistra”.
Già Berlusconi, considerato realisticamente da Veneziani “politicamente finito”, ha provocato lo sfacelo attuale e di riflesso la crescita esponenziale del dott. Renzi e non serve davvero un Salvini ad incrementare, con toni arroganti ed affermazioni ingiuriose quanto improduttive , la crisi del centrodestra.
Salvini, al quale non possiamo attribuire nemmeno un titolo accademico, nel suo show romano ha inserito nel suo pantheon culturale, non certo esteso e poliedrico, don Milani, un sacerdote modello della disastrosa e disastrata chiesa conciliare, emblema di una pedagogia devastante, che con il laicismo e l’indifferentismo ateo ha minato la società, la scuola e la famiglia. A Salvini ed alla giornalista di “Famiglia cristiana”, fulmineamente insorta, in polemica con l’improvvida ed inappropriata citazione, è utile ricordare un sacerdote del tutto diverso, libero e coraggioso, il polacco don Jerzy (Giorgio) Popieluszko, nato nel 1947, il 19 ottobre 1984, rapito, rinchiuso nel bagagliaio di un’automobile, selvaggiamente bastonato a morte da parte di tre funzionari comunisti (due capitani ed un colonnello). Il cadavere fu poi gettato nelle acque della Vistola. Basta? Questi sono e debbono essere i nostri orizzonti . Modelli di tutt’altro segno non ci appartengono.
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