Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Prato. Pezzi di mura antiche spazzate via dal vento
Cari amici lettori, molti di voi ci hanno scritto perché in questi ultimi due giorni il giornale viene aggiornato poco e lentamente. Scusateci, ma siamo stati vittime dell’uragano, e vi garantisco che di uragano si è trattato, che ha investito la Toscana da dove lavoriamo.
Come avete letto nelle cronache dei giornali e appreso dai notiziari (per quanto abbastanza reticenti ma ne parliamo più avanti) la Toscana è stata investita da una tempesta di vento come non se ne aveva memoria. Alee 2 di notte di giovedì o se si preferisce alle due del mattino di venerdì il vento ha cominciato a soffiare con una intensità spaventosa, costante, senza un attimo di sosta. Gli alberi hanno cominciato a piegarsi sotto la sferza di quel turbine accompagnato da una musica (bella nella sua terribile forza) che si modulava nel passaggio di quell’enorme fiato in pertugi e gole.
Dopo due ore le tensostrutture (quelle telonate per intendersi) hanno cominciato a cedere, come si vede in certi film apocalittici, sotto la sollecitazione costante del vento che soffiava a 150 chilometri, anche quel che era ben fissato ai muri con grosse viti e ferri si è piano piano staccato allargando lo spazio nel quale stava saldamente infisso fino ad allora.
Sembrava che un gigantesco dentista con tenaglie invisibili avesse acchiappato ognuno di quei puntelli, viti, tasselli ferri infissi nei muri e li stesse estraendo con la tipica vibrazione che serve ad allargare il varco per facilitare l’estrazione.
E così tutto ha cominciato a volare via.
Nel frattempo tanti alberi spinti dalla mano possente di quell’uragano non potendosi piegare sono stati abbattuti, hanno messo le radici al sole (come gli alpini dicevano delle scarpe in tempo di guerra per intendere la morte) si sono appoggiati sui tetti delle case, si sono coricati sulle vetture parcheggiate per strada.
Dopo 4 ore anche gli embrici dei tetti hanno cominciato a volar via dando vita ad un bombardamento di tegoli che non ha fatto vittime solo perché eravamo ancora tutti in casa.
La luce del mattino ci ha mostrato uno spettacolo terribile, come se la città e la campagna fossero state bombardate. E il vento continuava a soffiare senza sosta impedendo qualunque intervento.
Solo verso mezzogiorno del venerdì quel soffio devastante ha cominciato a placarsi.
Incredibilmente la nostra redazione a parte qualche danno esterno e la sospensione dell’elettricità durante il momento di maggiore buriana di vento sembrava essersi salvata.
Invece sabato notte, in stato ormai di calma di vento, l’elettricità è venuta a mancare e ancora adesso dopo oltre 24 h siamo al buio utilizzando mezzi di fortuna che dobbiamo ricaricare fuori dalla redazione.
Ovviamente siamo in Italia, e siamo nell’Italia di Renzi che sempre più assomiglia a quello del fascismo più deteriore, non si danno le brutte notizie, si nascono i disastri, non si annunciano gli scioperi dei benzinai sulle autostrade neppure se durano 48 ore. Presto vedrete che i notiziari ci daranno solo le finte buone notizie. In questo paese, e lo abbiamo visto per le eccezionali nevicate in Emilia, per le alluvioni in Liguria, si nasconde il disagio dei cittadini, il premier non fa cenno ai disastri e le aziende che dovrebbero tutelare le forniture non danno notizie.
L’Enel per esempio è irraggiungibile, nessuna notizia, previsione, informazione sullo stato dei lavori per il ripristino dell’energia elettrica. Solo un disco preregistrato avverte che c’è stato maltempo e che stanno lavorando!!!!
Nei comuni, polizia municipale e vari organi di riferimento dei cittadini informano che neppure loro sono in grado di avere notizie da Enel, possono solo mandare delle mail alle quali però il gestore di energia elettrica non risponde.
Così il cittadino è solo, abbandonato a se stesso, come nel tempo pretecnologico se la deve vedere da solo contro i disastri naturali. Ovviamente nessuno pretende che le istituzioni si oppongano alla forza della natura, che se ne frega di ogni progresso o supposto tale. Quel che è insopportabile è l’abbandono del cittadino, l’assenza di informazioni che permettano a ciascuno magari di organizzarsi. Niente. Niente. Niente. Il suddito ha solo doveri (pagare le tasse) e deve tacere e sopportare.
E Renzi ride, fa l’ottimista e afferma che lui si occupa solo di quel che funziona, già perché se lo vedono da queste parti (Toscana, Liguria, Emilia ecc) gli fanno passare la voglia… come si suol dire!
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