Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Khorsabad, capitale dell'impero assiro; fondata tra 717 e 706 a.C.
Ne abbiamo già parlato, abbiamo già detto della distruzione di antichi tesori dell'umanità, ma non si può non farlo ancora, non si può non soffermarsi ancora a riflettere. In questo nostro mondo che definire irriverente è usare un eufemismo mentre blasfemo è appropriato, ogni giorno pagine della nostra storia, cadono sotto colpi di martelli e picconi, in frantumi, e tutto sarebbe terribile e basta se non ci fossero inquietanti interrogativi: perché azioni belliche Nato o Usa o chi per, efficienti quando si tratta di annientare povera gente indifesa, si fanno innocue o quasi quando si tratta di colpire l'Isis, come, per dirne due recenti, nella distruzione dell'antica Khorsabad, Iraq, e nel raid aereo Usa sulla raffineria di petrolio a Tel- Abiad, Siria, in cui si sono avuti 30 morti quasi tutti lavoratori inermi e solo qualche vittima tra i miliziani, tanto per accontentare la pubblica opinione?, ma si pensa davvero che il mondo non s'avveda?, a noi, e non solo, sono così palesi le quinte di queste false azioni di guerra all'Isis, così palesi che non sprecheremo inchiostro tranne che per evidenziare, in tema, un particolare di cui non si è comunicato che en passant, circa la modalità della recente vittoria dell'esercito iracheno sull'Isis a Tikrit, quel che non si è sbandierato, per ovvi motivi di bavaglio mediatico pro alleati, è che l'Iraq è stato affiancato dall'Iran, dopo che il Governo iracheno, ha escluso senza mezzi termini, la Nato dalla missione adducendo motivazioni storiche regionali e vicinanza di intenti.
Ma, tornando alla distruzione della storia nel corpo di quei reperti
archeologici, di quelle opere quasi tutte pre-cristiane, oltre che
pre-islamiche, ciò su cui i più non possono riflettere perché non a conoscenza
della storia di quei luoghi che ora saltano agli occhi, mai termine fu più
appropriato, è che tutte, proprio tutte le antiche bellezze che ora stanno
cadendo sotto i colpi di questo bestiame motivato prima, addestrato poi, armato
e spesso stipendiato, per distruggere la storia, tutte queste bellezze sono
state protette proprio dal mondo islamico, comunque, malgrado l'iconoclastia,
comunque il mondo islamico ha permesso loro di giungere fino a noi, da ancor
prima della loro scoperta a dopo, da quel lontano 623 circa, d.C. in cui
l'islamizzazione dei territori, regionali prima oltre regione poi, prese avvio,
ad ora. E pochi sanno che i Buddha di Bamiyan, famosi dopo la distruzione più
che prima, per poter sottolineare così al mondo la furia iconoclasta dei Taliban che
avrebbe giocato a favore della già preparata strategia bellica che prese corpo
con l'Afghanistan, bene, quei Buddha distrutti nel marzo 2001, saltarono in
aria contro il volere del famoso, nonché ora eclissato, mullah Omar che alla
proposta si era opposto, l'azione fu infatti compiuta da un "gruppo"
non ben identificato, né allora né poi, di Taliban, una missione
fuori ordine.
Ma ecco che ancora la cronaca ci ha preso la mano allontanandoci dalla
riflessione su quel che, con la nostra complicità, si sta perdendo.
Quel che emanava, che emana, dai reperti distrutti e non, e ci riferiamo ancor
più al I millennio a.C., è qualcosa di immateriale, di incorporeo, qualcosa che
l'uomo di quel tempo incarnava per sua intima natura, che da allora non ha più
incarnato e non incarnerà. Quelle opere frantumate erano idee rese visibili,
perché l'uomo di quel tempo, scevro da qualsivoglia intellettualismo, era in
diretta connessione con il cosmo di cui "parlava" rappresentandolo
attraverso la materia, fosse pietra, argilla o metallo, erano elemento
divino-spirituale di cui egli stesso si "sentiva" plasmato.
L'uomo di quel lontano tempo viveva nella piena consapevolezza che il mondo
fosse pervaso di pensieri cosmici, che essi vivessero dappertutto nel mondo. La
forza pensiero che albergava nella testa di quell'uomo era tratta dal mare dei
pensieri del mondo.
Ora, oggi, qui, con furia demoniaca si sta distruggendo tutto questo, si sta
distruggendo la testimonianza cosmica. E non è un caso che stia accadendo ora,
in questo nostro tempo in cui è presente, forse più che in ogni altra epoca
storica, non fosse altro che per diffusione, la possibilità di un umano declino
per cui, allo scopo, cosa di più immediato che distruggere la storia
rappresentata nell'arte da quell'antico uomo ad un passo dal divino, dato che
l'arte è il gradino più alto della storia dell'umanità?
E' questo che sta accadendo, si vuole impedire all'uomo contemporaneo, ancor più futuro, di incontrare, sentire, intuire il proprio cammino evolutivo, rendersi consapevole di questo per muoversi in un cammino altrettanto evolutivo, è questo che si sta ostacolando lì dove si muovono le forze contro l'uomo e la sua evoluzione, dove si vuole che tutto questo si dimentichi, che l'uomo alimenti la bestia in sé verso l'involuzione e non la sua superiore umanità, il suo genio divino.
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