Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il Mancini psichedelico
I nerazzurri da anni, più precisamente dal 2012, ma soprattutto in questo secondo periodo manciniano, si comportano e si mascherano da compagine belluina e importante per poi terminare, quasi sempre, le loro partite nella polvere.
Ogni incontro della beneamata sembra una visione allucinogena, paragonabile a certi viaggi psichedelici che si usavano programmare negli anni ’60-’70. E, sovente, quest’anno si metamorfosizzanoin inquietanti incubi orrorifici.
Mancini ci sta abituando o, a delle partenze sprint, come quelle con Celtic e i primi venti minuti con il Wolfsburg, o soporifere, come il primo tempo della partita col Cesana, dove i simpatici romagnoli parevan più i bianconeri torinesi che delle scalza-bubbole che tentano di salvarsi dalla retrocessione.
Domenica sera, il secondo tempo, è stato nettamente migliore del primo e questo a giustificare uno striminzito pareggio interno con una compagine in netta ripresa, ma pur sempre penultima.
Molti danno la colpa alla scarsità pedatoria di certuni giocatori, personalmente l’indice lo punterei, invece, su Mancini che, da quando è tornato, sembra un pugile suonato che ha perso lucidità nel “leggere” le partite e nell’assemblare la migliore formazione.
L’unico merito, almeno per le avversarie, del tecnico di Jesi è che sta distruggendo Kovacic e che le sue erronee scelte sono quasi sempre la causa dei tanti gol incassati.
Il Mancio, sembra non capire che ha a disposizione dei mediocri giocatori e che, con essi, non potrà mai arrivare a pretendere un gioco da grande squadra: le grandi squadre le creano almeno sei sette grandi giocatori; l’Inter al massimo arriva a 3.
La partita con il Cesena ha evidenziato, una volta di più, che questa non è una corrazzata, ma una Lada Niva d’epoca senza tagliando.
La posizione in classifica rispecchia in pieno la qualità di calciatori male assortiti e con enormi limiti di personalità.
Questa stagione è stata caratterizzata sin dall’inizio da errori madornali, arroganti in un certo senso, senza distinzione di ruolo. Vidic, da subito ha commesso spropositi da dilettante; Icardi fa lo gnorri invece di passare la palla a Osvaldo e non permette alla Beneamata di battere la Juve; lo stesso Osvaldo che da di matto e si fa allontanare dall'Inter; Palacio che sbaglia l'impossibile in molte partite, ma in particolar modo col Wolfsburg. Per non parlare di Ranocchia che autoelimina l’Inter dalla coppa Italia; Juan Jesus che persiste nel voler fare il Beckenbauer mentre sarebbe sufficiente assomigliasse a Bini; Carrizo che ha fatto due bischerate che rischiano di far uscire i nerazzurri dall'Europa League. Qualunque formazione Mancini metta in campo i giocatori si danno il cambio nel commettere svarioni spaventosi. Che hanno fatto anche ieri sera e faranno ancora. La linea della difesa troppo alta, ma pure un undici clamorosamente lungo e distratto, in moltissime fasi di ogni partita.
Nel frattempo i sostenitori di Mazzarri, fanno riemergere le loro teste, come predatori unghiati sui blog del muro del pianto nerazzurro per agitare le daghe dell’insoddisfazione accusando come giudici impietosi, dalla loro piattaforma, gli scettici come il sottoscritto che lo hanno sempre discusso.
Intanto, la squadra più allucinata del mondo pedatorio, giovedì sarà di fronte all’ennesimo banco di prova… Che quella data si trasformi in trionfo?
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