Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Ana Laura Ribas
Momenti di altissima televisione e tensione alle stelle a Canale 5, durante la trasmissione Pomeriggio 5, condotta come sempre dalla raffinata Barbara D’Urso.
Durante la diretta tivù, Ana Laura Ribas ha temuto il peggio e a petto gonfio, è il caso di dire, ha rivelato che pensava potessero essere esplose le sue protesi al seno.
Fortunatamente, non è stato così, come non è stato un attacco dell’Isis, ma solo lo scoppio di una lampadina.
Una televisione dai contenuti culturali così nobili e profondi era da tempo che non la si vedeva, all’interno di una trasmissione ove l’esplosione di una lampadina ha causato il panico in tutto lo studio.
Meno male che il genio delle emittenti, la D’Urso, ha sdrammatizzato la situazione con una battuta delle sue: “Pensavo fosse entrata Noemi” (la presunta amante di Alex Belli).
Con la Ribas che non ha voluto perdere l’occasione di fare, almeno una volta ogni lustro, la protagonista televisiva: “Molto peggio se si trattava delle mie protesi. Costano ragazzi!”.
Che classe, che eleganza, che parlar forbito.
Personalmente dico, invece, che c’è solo da vergognarsi nel
sapere che qualcuno nel nostro Paese, in una delle sue più grandi crisi finanziarie
della storia, possa autorizzare la messa in onda di materiale così scadente
all’interno di un palinsesto televisivo che pensavamo, francamente, avesse dato
-con il Grande Fratello- il peggio di sé.
La parola ''trash'', tradotta in italiano con il termine spazzatura, è ben poco
di fronte a questo luridume senza senso, ove ogni giorno avviene l’esaltazione
del basso e nullo valore culturale, la scarsa qualità, il carattere volgare e
becero.
Siamo nel bel mezzo di un'evoluzione negativa della televisione generalista, che tende a spettacolarizzare, in maniera indecente, ogni aspetto, come lo scoppio di una lampadina, della vita sociale.
Purtroppo, ci sono persone e di conseguenza trasmissioni che hanno fatto del trash una vera e propria categoria estetica, di vero e proprio genere televisivo che si rifà, principalmente, alla quotidianità ed alla '”tv del dolore' facile”, prendendo sempre più piede nei palinsesti pubblici e privati.
Cos’altro da dire? Niente, abbiamo già speso troppo tempo a parlare del nulla assoluto.
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