La telefonata

Afghanistan in linea: quel che si dice e che non si dice

di Marika Guerrini

Afghanistan in linea: quel che si dice e che non si dice

Ashraf Ghani

La telefonata di stamattina, con i fatti poi segnalati dai media, ha solo anticipato una pagina in elaborazione, una pagina come tante su questo paese di cui non vediamo luce che in fondo, in fondo, molto in fondo, lontano, e se. Così stamattina, allo squillo della linea internet all'alba, ancor prima di rispondere, abbiamo supposto la giaculatoria. 
I saluti di rito e: " ... stanotte intorno all'una locale, è stato attaccato un autobus sulla strada tra Kabul e Ghazni, pare sia stata una frangia dell'Isis, ma non si sa", "Qualche superstite?", "Tre feriti e un bambino di nove anni, assolutamente illeso, non si capisce perché sia stato risparmiato, i morti sono 13, ha detto che gli attentatori avevano il volto coperto", " E ti sembra strano, è per questo che è stato lasciato illeso, perché dicesse questo, è come dire: è stato l'Isis, non ti pare?" " Hai ragione, infatti si sta dicendo", " Appunto!". Poi: "E di ieri lo sai?" " No, cos'altro?" "I bambini al campo di cricket, dieci feriti e sei morti" " E ieri chi è stato?" " Pare i taliban, così dice la polizia, per il fatto che il cricket non è compatibile con l'Islam" "Non ci credo, viene giocato dai musulmani di tutti i rami dal tempo dell'India coloniale, non è questo il motivo!" "E quale?", "Non lo so, comunque l'azione dimostra e avvalora l'idea dell'offensiva di primavera, oramai una moda e quindi: taliban pericolosamente attivi, capisci?" "Sì!" "E, l'Afghanistan ha bisogno ancora di supporto, capisci?" "Sì". Poi siamo passati a fatti personali.

Non ci piace Ashraf Ghani, non ci è piaciuto al primo sguardo. Il tanto da noi criticato Hamid Karzai, deleterio per il paese, era nulla in confronto. Ghani è l'uomo dell'economia, non dimentichiamo la sua formazione alla Columbia University, non dimentichiamo il suo incarico alla Banca Mondiale sezione Progetti Internazionali allo Sviluppo, non dimentichiamo il suo associarsi con Abdul Rashid Dostum, signore della guerra e artefice di  innumerevoli crudeltà. E non dimentichiamo che non c'è dubbio sui brogli elettorali né iniziali né al ballottaggio, mentre concorreva con Abdullah Abdullah. Un falso amante di quella terra, ed altrettanto falso conoscitore del suo popolo, la cui prima azione, come sappiamo, dopo l'elezione è stata vendere la libertà afghana agli Stati Uniti, con la firma dell'accordo sulla presenza militare e finanziaria americana, il cui prolungamento s'era detto al 2015,  poi al '17, al '18, al 2025 s'era ventilato poi smentito. Cumuli di  menzogne su menzogne. Lo sappiamo da sempre.

Oggi il presidente Ghani è al Pentagono, si farà forte anche delle azioni di ieri, di stanotte, e nel balletto chiederà ad Obama di prolungare la presenza, e l'altro, Obama, starà al passo prima mostrando ritrosia, poi accettando. Peccato che la cosa sia stata già decisa. 
Jeff Eggers, alto funzionario del Consiglio di Sicurezza Nazionale, qualche giorno fa circa le discussioni sul cosa fare in Afghanistan nel prossimo anno e nel prossimo ancora: "... data l'intenzione di mantenere questo dialogo continuo" si riferisce al governo afghano " rimane ancora l'intento di completare il retrogrado verso il basso, per una missione di cooperazione sulla sicurezza con sede a Kabul nel 2017", in gergo militare retrogrado  esprime il ritiro delle truppe e dei materiali, il discorso quindi conferma senza dubbio la presenza protratta, cosa da noi denunciata più volte e da tempo. 

Come non bastasse, abbiamo conferma anche su Ghani, infatti, sempre Eggers: " E' una visione molto positiva quella portata avanti dal Presidente Ghani, questo diverso rapporto va colto".
Non lasceranno l'Afghanistan i 10.000 soldati americani, né lo faranno le migliaia di imprenditori americani e, mentre l'occupazione continuerà a lungo termine, se mai finirà, la povertà a dilagare, l'eroina a mietere vittime,  continuerà anche il modello creato dagli Usa in Iraq ed esportato nelle zone rurali afghane dove milizie, pesantemente armate dagli Stati Uniti, addestrati e sotto loro comando, controllano i villaggi per "difenderli" dai taliban e fac-simili, in realtà, con la grande quantità di armi in dotazione, fanno da dominatori, imponendo la loro volontà senza escludere percosse e stupri. Abbiamo raccolto una voce, la voce di Hamid, in linea con noi qualche giorno fa, ve la facciamo ascoltare: " Le milizie create dagli Stati Uniti sono molto più terrificanti dei taliban, i taliban li vedevamo ogni tanto e le loro richieste erano quasi sempre teoriche, questi sono presenti 24 ore su 24 in ogni villaggio, non si può non fare quello che chiedono, e chiedono tutto, e nessuno li punisce".
E' chiamato programma di Polizia Locale Afghana, questo modello. Non c'è altro da dire.

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