Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
I familiari delle vittime sul luogo del disastro
L'orrore della tragedia dell’ A320 della Germanwings non ha fine, anche perché non è stato un incidente, come inizialmente pensato, ma l'azione folle del copilota di 27 anni che ha deciso di ammazzare 150 persone compreso lui.
E’ stato, quindi, un omicidio di massa, estremamente crudele, perché negli ultimi istanti del volo tutti i passeggeri si sono resi conto che il disastro sarebbe stato irreversibile e fatale.
Al momento sembra non vi siano legami con cellule terroristiche, ma ciò non importa, in quanto non è necessaria una motivazione socio-politico-religiosa perché l'essere umano arrivi a commettere siffatte bestialità.
E’ stato il pubblico ministero di Marsiglia che conduce le indagini, Brice Robin, con un linguaggio semplice e diretto, a causare brividi di sgomento a tutti i parenti delle vittime e al mondo intiero.
L'impatto su di loro, naturalmente, è stato brutale, perché la verità dei fatti ha aggiunto sofferenza alla già enorme sofferenza.
Il PM ha detto, dopo aver letto la trascrizione completa della scatola nera che contiene le conversazioni della cabina di guida che Lubitz “aveva organizzato tutto per abbattere l’aereo in volo” e esistono altre indicazioni che non sono ancora emerse che confermano tale teoria.
Tutte le azioni del folle assassino indicano che: a) ha sfruttato il momento in cui il pilota è uscito dalla cabina per andare ad azionare il “Flight Monitoring System” (Sistema di Controllo Volo) e cominciare la discesa, da più di diecimila metri in dieci minuti; b) non ha risposto alle chiamate dei controllori di volo che gli chiedevano insistentemente il perché di quella perdita di altezza;
c) ha impedito l'ingresso nella cabina di pilotaggio del comandante, il quale ha intuito ciò che stava accadendo e ha iniziato a bussare alla porta e gridare, senza alcun risultato. E’ arrivato persino ad usare un’ascia per abbattere la porta; d) non ha considerato gli allarmi di avvicinamento al suolo e non ha azionato alcun SOS; e) voleva morire e ammazzare chi era con lui. E niente e nessuno è riuscito a fermarlo.
Tutto il racconto del PM ascoltato da decine di inviati speciali nel piazzale di Le Vernet, dove ore dopo si sono riunite le famiglie delle vittime per rendere omaggio ai loro cari. Scene a dir poco agghiaccianti. Ancora di più quando nell'aria si sono visti gli incessanti voli degli elicotteri che si dirigevano sul luogo dell'impatto per raccogliere i cadaveri, o quello che rimaneva di loro. Il silenzio è parso sepolcrale; chi parlava, lo faceva con voce debole e rotta dall’emozione; solo un telefono cellulare ha squillato rompendo quel sacro silenzio.
In Germania gli alti vertici del Governo insistono nel dire che non esiste la minima prova di un attentato terroristico “e deve essere così perché ormai sarebbe già stato rivendicato”. Questo, quanto confermato anche dai servizi segreti tedeschi e della polizia federale (BKA).
Noi, ne dubitiamo fortemente.
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