Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Abbiamo fatto, ieri, una verifica su quanto riportato tempo addietro da World Giving Index, l’indice globale della generosità dei popoli, promosso e realizzato dalla Caf-Charities Aid Foundation. L’indagine si basava su dati provenienti da interviste a più di 130.000 persone in tutto il mondo, effettuate dalla società di sondaggi Gallup ed effettuata su 135 paesi.
Ne sono risultati tre chiari aspetti: il numero di persone
che nell’ultimo mese hanno fatto una donazione; il numero di ore donate con il
volontariato e il numero di persone aiutate. Per ogni paese, CAF ha calcolato
una media di questi 3 indicatori per raggiungere un punteggio complessivo.
L'analisi ha rivelato che nel mondo 2,3 miliardi di persone hanno aiutato
stranieri, 1,4 miliardi hanno effettuato una donazione e 1 miliardo di persone
ha fatto volontariato.
Il dato, che riguarda l’Italia, non poteva che essere impietoso e deludente. Lo
Stivale, infatti, è addirittura al 79esimo posto.
A guidare la classifica, USA e Myanmar, rispettivamente con il maggior numero di donazioni e il maggior numero di persone aiutate.
A seguire ci sono il Canada, Irlanda, Nuova Zelanda e Australia.
Ad emergere è anche come, dei primi venti paesi in classifica, solo 5 siano partecipanti al G20, cioè facciano parte delle venti più grandi economie del mondo.
Dopo tale scoperta è partito il riscontro da parte nostra.
Bene, il giorno 1aprile 2015, no signori non è uno scherzo di aprile!, su oltre 367 persone contattate in merito a una possibile donazione per la nostra rivista sul sito Facebook, solo due hanno generosamente offerto la loro quota-aiuto. Una signora tedesca di stanza in Italia e un canadese.
Il resto ha solo saputo cliccare “Mi Piace”, senza donare assolutamente niente.
Abbiamo specificato che dette offerte non avevano una base di partenza, uno poteva tranquillamente donare anche solo due dollari. Niente da fare, zero assoluto, una percentuale disastrosa.
Secondo Edgar Allan Poe, “l'egoista ha la grande sfortuna di non essere solo al mondo”. Fondamentalmente, l'egoista è preoccupato esclusivamente di se stesso; le sue priorità, le sue relazioni convergono tutte verso un unico scopo: ricondurre tutto a se stesso, appropriandosi di ciò che gli sembra piacevole; non tiene per nulla conto del mondo, né degli interessi esterni, non si preoccupa per gli altri e si organizza la vita in modo da non essere disturbato; una nicchia dalla quale niente e nessuno può farlo emergere.
L’unico suo interesse è nel relazionarsi con gli altri, di poterne ricavare qualcosa: popolarità, vantaggi, piacere, ecc.
Quando entra in ballo la richiesta di un minuscolo sostegno, appunto due dollari (pari a 1,84€) improvvisamente sparisce, si dilegua come neve al sole, emigra. Guai, per lui, arrivare ad aiutare qualcuno, le contrarietà sono lungi dal suo carattere avido e accentratore, chi glielo fa fare di venire in soccorso per questo o quello, per un’associazione o per una rivista on line.
La cultura? Robetta, cosa da intellettuali snob. L’italiano, con la crisi imperante e con Renzi che sta paralizzando il Paese, preferirebbe buttarli nel cesso quei due dollari=1,84€ che donarli in beneficienza.
L’homo italicus vive in un circolo chiuso; è come incapace di vedere e di ascoltare ciò che non lo riguarda personalmente: lui è il mondo e il resto non gli interessa!
Una rivista con oltre 100 collaboratori che attraversa un momento di crisi?
“Giornalisti, scrittori, docenti? Che vadano a zappare la terra; così ci si guadagna il pane!” E così la pensa l’H.I.
Non è, a quanto ho capito, l'amore per se stesso all'origine di questo criminale egoismo, quanto l'attaccamento, più o meno morboso, a un'immagine superata di sé, quella del “bambino bravo e meritevole” a cui non deve mai mancare nulla.
Purtroppo anche per lui, prima o poi, verrà la resa dei conti; ed i suoi saranno tremendamente salati.
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