Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il Presidente USA
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha affermato che avrà “una conversazione piuttosto difficile” coi suoi alleati arabi, come l’Arabia Saudita, in merito alle tante minacce interne ed esterne a cui dovrà far fronte.
In un'intervista al New York Times sul recente accordo nucleare raggiunto dalle 5+1 potenze mondiali con l'Iran, Obama ha dichiarato che “ i pericoli più gravi ( le nazioni sunnite della regione) non hanno a che vedere con una possibile invasione dell'Iran.”
“Penso, che questo malcontento, derivi dall’insoddisfazione nel proprio territorio. Hanno alcune reali minacce esterne, ma soprattutto interne: giovani alienati da un'ideologia distruttiva che credono sia legittima per protestare a livello politico”, ha aggiunto.
Pertanto, è stato ritenuto che, oltre a collaborare con questi paesi per rafforzare la loro capacità di difendersi contro minacce esterne, “ gli USA devono aiutarle, soprattutto rafforzando le loro capacità politiche interne, in modo che le persone possano capire di avere più opzioni oltre al terrorismo dello Stato islamico”.
“E’ un dialogo difficile, ma dobbiamo portarlo avanti con forza”, ha tenuto a precisare.
Obama ha anche anticipato che si riunirà a Camp David con i leader dei sei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo per parlare dell'accordo nucleare con l'Iran.
Il Presidente USA, prevede anche di discutere i conflitti regionali in corso. A questo proposito, Obama ha criticato la passività dei paesi del Golfo, in alcuni casi. “In Siria, per esempio, vi è un grande desiderio che l'America faccia qualcosa, ma perché non possono esistere arabi che combattano (Bashar) al Assad e le terribili violazioni dei diritti umani perpetrate ?”
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