Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
a politica in Italia è ridotta a quattro animatori e una mummia. Al posto dei leader e dei partiti ci sono infatti gli animatori. Renzi è il più brillante, Berlusconi il più vetusto, Grillo il più professionale, Salvini il più ruspante. Provo a descrivere la foto ricordo per la Pasquetta.
Di Matteo Renzi al governo vediamo pochi risultati e molta animazione, una grande capacità d'intrattenere il pubblico con gag, fuffa e giochi di prestigio e di tenere alto il morale della truppa e l'attenzione della platea. Comunque un passo avanti rispetto ai suoi deprimenti predecessori. Beppe Grillo è animatore di mestiere e il segreto del suo successo è stato quello di trasferire il format dal cabaret al Paese, riuscendo a dare un volto tragico alla farsa e un risvolto farsesco alla tragedia, mescolando Fra' Gerolamo Savonarola e Howard Beale di Quinto Potere (quello che gridava “sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più”). Matteo Salvini, animatore pop di Felpa e Martello, deve il suo successo politico alla sua capacità di attore televisivo, genere reality people, che semplifica in poche, efficaci battute il nodo complesso che strozza l'Italia e offre suggestive scorciatoie alla soluzione della crisi. Silvio Berlusconi è il padre putativo dei tre animatori, il decano degli istrioni, il patrono dei piacioni, impresario televisivo e conduttore egli stesso di uno spettacolo one-man-show che si replica da più di vent'anni, anche se la sua compagnia teatrale, un tempo vasta e variegata, si è ridotta a poche comparse, un cagnolino e qualche figurante, e ogni settimana va fuori qualcuno. Un tempo Berlusconi era la bestia nera della sinistra, oggi è la sua migliore polizza per governare senza vera opposizione: finché c'è lui - azzoppato dagli anni, dai tiraemolla, dai processi, dalle defezioni e dalla tutela delle sue aziende - non sarà possibile alcun centro-destra di governo. La politica in Italia non c'è più da un pezzo. Al suo posto ci sono i Quattro Animatori, più una selva di caratteristi e collaterali, attori minori, subordinati o insubordinati ai predetti istrioni, più ricco contorno di mariuoli e faccendieri. Naturalmente gli animatori non sono tutti uguali e ognuno ha il suo animatore preferito, ma se non il rango, il genere è lo stesso. Ci piacerebbe che alle loro spalle ci fosse una storia e una nazione, e non solo un gigantesco Ego da palcoscenico. E che davanti a loro ci fosse un disegno condiviso e non una telecamera o un display. Ci piacerebbe che ci fosse una visione, un'idea se non addirittura un ideale, un passato e un futuro, una comunità e perfino una cultura.
Ma non c'è, la loro leadership sorge anzi dalla dissoluzione delle culture politiche e civili.
A loro si aggiunge, dicevo agli inizi, una Mummia, ovvero il contrario di un animatore, una figura inanimata. Parlo di Sergio Mummiarella, e lo dico con un filo rispettoso d'ironia, per alludere alla sua meritata fama di Capo dello Statico, la sua capacità di interpretare muto e inerte il suo ruolo istituzionale e di presentarsi come il massimo esponente dell'Inespressionismo, nuova corrente figurativa fondata sull'abilità di non esprimere mai nulla o per i suoi detrattori di esprimere il Nulla. Proprio per garantire quel che le democrazie chiamano the balance of power, l'equilibrio dei poteri, a fronte di un presidente del consiglio fondato sul moto perpetuo e la parola incessante, il presidente della repubblica compensa con il muto perpetuo e la parola cessata. O appena sibilata, con lieve fischio di consonante e tono depresso-curiale o catatonico come si addice alla sobrietà delle istituzioni. Passando dal Quirinale si può notare che anche l'edificio che ospita il Capo dello Stato risulta ingessato e avvolto in un busto di lavori in corso, come un immenso sarcofago istituzionale. Per le messe solenni, il Presidente concelebra il rito col Priore di Palazzo Madama e la Badessa di Montecitorio. Anche per la Mummia di Stato si può provare, come per gli animatori, simpatia e rispetto; e ritenere che sia meglio un Presidente Egizio di Tappezzeria che un Presidente che esorbita dal suo ruolo di arbitro e garante.
L'universo politico italiano è risolto nei quattro cartoni animati e uno inanimato.
Poi c'è l'Italia, ci sono gli italiani, c'è la vita vera. Bene o male una patria, non un abbacchio.
Inserito da ghorio il 07/04/2015 16:30:06
Il bravo Marcello Veneziani in questo editoriale "fotografa" la situazione politica italiana, in modo davvero brillante. Certamente per risollevare l'Italia occorre che il mondo politico, anche se i partiti purtroppo sono sempre più in disfacimento , metta in campo idee, programmi e valori per l'inizio di una nuova fase, coinvolgendo i cittadini. Per farlo occorrono regole di funzionamento dei partiti e il tramonto definitivo dei partiti personali che oramai interessano tutte le aree politiche, di sinistra, di destra e di centro. Personalmente tra le cose da abolire, per una fase nuova, metterei i sondaggi, in prima fila.
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
Quel che la Corte Suprema non ha considerando riguardo al divorzio
Perché la destra sta sparendo dall'agone politico
Mettete la museruola ai genitori incoscienti
Se le donne vincono quando in politica i migliori rinunciano