Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Sappiamo perfettamente che può capitare che anche nelle migliori famiglie si commettano degli errori, così come abbiamo imparato a leggere nei quotidiani della nostra area politica errori, che non vorremmo leggere, interpretazioni inaccettabili, valutazioni da respingere e posizioni autolesionistiche. Siamo infatti da mesi, anzi da anni, abituati alle sviste, alle forzature e ai cattivi indirizzi de “Il Giornale”, foglio della famiglia Berlusconi, impegnato necessariamente a difendere gli interessi e la visione personalistica dell’autocrate lombardo, spesso o meglio da sempre raramente coincidenti con le posizioni degli elettori di centro – destra. Molto meno frequenti sono le sbavature presso “Libero”, giornale che ci regala ogni domenica il lungo quanto incisivo articolo di Pansa contro il “premier” . Di topiche ne segnaliamo due, una risalente allo scorso anno, in cui si tutelavano gli interessi di una “palazzinara”, intenzionata a costruire a ridosso della Villa Adriana di Tivoli, ed una di un paio di giorni or sono, di un attacco ai farmacisti, chiaramente ostili alle misure in cantiere, miranti ad un immeschinimento della professione.
Capita però di leggere note sgradevoli, perché impostate sul più trito conformismo anche su “Il Tempo”. Il riferimento è all’autopresentazione di un lavoro di Luigi Bisignani, intitolato “I potenti al tempo di Renzi”. Il soffietto “Sul filo del rasoio . Ha un solo nemico: se stesso. E’ sicuro che solo rottamando tutto e tutti possa andare avanti. Renzi, un tagliatore di teste a palazzo Chigi. Nessuno è più spregiudicato di lui: punta su più pedine ma poi mette sempre il suo prescelto” merita il più aperto, pieno e convinto dissenso. Dissenso innanzitutto sull’enfatizzazione e la sopravvalutazione del “Granduca”, che è vicina e per fortuna non sconfina nella divinizzazione di un soggetto, che ha “saputo conquistare palazzo Chigi” non con “determinazione e cinismo” ma solo grazie alla spinta e allo stimolo continuo di staff popolati di esperti e di “officine” ambiziose e ben articolate. Basterebbe un bilancio sull’attività e sulle realizzazioni compiute per accorgersi della sua inadeguatezza e per convenire sulla vera natura del suo potere, agevolato dall’inconsistenza delle opposizioni, sterili, come il movimento grillino, bloccate sugli interessi del “padre padrone” come FI, velleitarie come i leghisti con il loro leader strapaesano.
Il passaggio in cui Bisignani invoca per la pubblica amministrazione “il coraggio di un vero ricambio con una generazione di quarantenni che vedono, forse ancora per poco, nel Premier una grande opportunità per cambiare il Paese” ha spinto chi scrive ad andare a rileggere sul “Dizionario della lingua italiana” dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, le due definizioni di due parole, essenziali in ogni momento dell’attività umana, “esperienza” e “maturità”. La prima significa “conoscenza diretta, personalmente acquisita con l’osservazione, l’uso o la pratica, di una determinata sfera della realtà” mentre la seconda, naturalmente correlata, vale in senso morale e intellettuale, come “piena e chiara conoscenza dei vari temi e problemi della vita e del sapere, spesso accompagnata da un’adeguatamente esperienza”.
Quindi senza esaltare assolutamente gli Incalza o i De Gennaro, campioni del radicamento nel potere, cogliamo l’esempio di coraggio offertoci dal settantaduenne “giudice Ciampi morto da eroe facendo scudo alla segretaria” e non dimentichiamo, nell’interesse collettivo, senza sconvolgere o meglio capovolgere la lezione della storia, l’ammonimento manzoniano “adelante Pedro, con juicio”. A Bisignani, poi, sulla scia del numero crescente di italiani, consigliamo di cominciare a decidere sull’alternativa presentata che “Renzi sia solo un fortunato opportunista o un nano che svetta sul piattume della nostra classe politica”.
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