Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Siamo proprio arrivati all’incredibile, non voglio pensare ad un punto di non ritorno. Un senatore leghista, di professione funzionario di partito, nato nel 1960, quindi non di “primo pelo”, si è permesso di contestare il nome di Adriana Poli Bortone come candidata di centro-destra alle regionali in Puglia. E’ sacrosanta poi comunque la risposta della Meloni, che ha offerto in questi mesi e continua ad offrire mille spunti di critiche , spiegando in primis a Berlusconi che una donna del prestigio, della storia personale e politica della Poli non può essere usata a “tappabuchi” di una situazione disastrosa, di cui non è minimamente responsabile.
L’ex ministro dell’Agricoltura, alla faccia di quel tizio, ha avuto un’amara esperienza. Anni or sono , anche se adesso il torto viene addebitato a Fitto, infatti Berlusconi ne consentì e avallò l’accantonamento sempre per la guida della regione e gli fu preferito tale Rocco Palese, il quale non ha avuto altro “merito” se non quello di far decollare Vendola. Si spera che la Meloni denunzi a Salvini il comportamento del suo “bravo”, da buon leghista solo rozzo e malinformato, e si degni di prendere in considerazione i risultati del convegno organizzato da Isabella Rauti e dell’incontro promosso da Nello Musumeci, altro danneggiato da Berlusconi, questa volta in Sicilia.
“Libero” ha presentato la vicenda con un titolo offensivo “Il Cav incorona la Poli Bortone. Ma lei scappa. Dopo la rottura con i fittiani, Berlusconi punta sull’ex ministro che però lo gela: devo chiedere alla Meloni”. Il giornale di Belpietro evidentemente dimentica che esistono – grazie a Dio - due termini ancora praticati, la dignità e la disciplina. La Poli Bortone ha sacrosantamente una sua dignità e tiene a rispettare i vincoli di partito.
D’altra parte il giornale inconsapevolmente non si rende conto degli errori compiuti o nuovi di Berlusconi, che “si ispira a Sarkozy e spera “Possiamo battere la sinistra 4 -3”, sorvolando sulla discutibilità di tanto maestro, del quale non ricorda le bravate ai suoi danni, e “Caccia grossa al Cavaliere. Ormai è evidente chi vuol distruggere Fi. Fitto, Alfano e compagnia sulla fine del partito. Ma nessuno di loro riuscirà a strappare i moderati a Renzi”. Amaro ma necessario commento: bisognava arrivare a questo punto per accorgersi della trappola neodemocristiana pronta da anni e del gigantesco, imperdonabile errore commesso con il patto del Nazareno. Un antico adagio sempre valido insegna infatti “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Intesi, cavaliere?
Meno male che il titolo di apertura è efficace “Trattati da Def… . Tasse: superato Monti. L’Istat smentisce Renzi: la pressione fiscale è salita al 43,5% e nei prossimi due anni arriverà fino al 44,1%. E per finanziare gli sgravi a chi assume c’è l’aumento dei contributi. Poletti promette di toglierlo, ma chi si fida?”.
Altro titolo errato di “Libero”: “La storica stretta di mano con Castro. Obama ne fa una giusta: Cuba libre dal comunismo. Il presidente spezza il fronte dei Paesi latini contro gli Usa. Anche Maduro costretto a chiedere la pace a Washington”. Ma si è verificata forse, senza che il mondo intero se ne accorgesse, la caduta dei Castro con conseguente fine del comunismo nell’isola caraibica? Nulla è mutato e nulla è destinato a mutare senza la cancellazione del regime brutale, con buona pace di Obama e del giornalista di “Libero”.
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