Editoriale

Se per caso ti imbatti in un convegno grillino dove dicono cose intelligenti

Finite le ideologie, finiti i partiti cerchiamo il buono dove c'è....quando c'è

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

io padre mi ha insegnato che gli uomini si “giudicano” dalle loro azioni, e dunque sono queste che ci qualificano, a prescindere dalla nostra appartenenza politica, etnica e religiosa.

È noto a tutti come io non abbia mai nascosto la mia distanza da Beppe Grillo e soprattutto dal suo “paraguru” Casaleggio, ma questo non vuol dire che anche tra coloro che seguono il Movimento 5 Stelle non vi siano persone stimabili e valide. Valide e stimabili perché oneste e capaci. Sì, capaci. Il vero dramma, non soltanto di un’intera classe politica della cosiddetta “seconda repubblica”, ma di tutto un paese dove ormai sono soltanto i mediocri, gl’incapaci e i lecchini ad andare avanti, è l’assenza di persone capaci e competenti dove esse dovrebbero stare.

Contrariamente al becerume ottuso e ignorante di una certa “destra”, in questo non dissimile da una sinistra dannosa e devastante, io che non sono certo pro Casaleggio, ho avuto oggi accasione di assistere ad un bel convegno organizzato dal Movimento di Grillo all’Istituto Santa Maria in Aquiro, qua a Roma. Il tema del convegno potrà apparire ostico, inutile, o forse dedicato soltanto ai “tecnici”: “Una città sostenibile da una prospettiva biofilica”, ma chiunque fosse stato presente, per una volta magari privo di paraocchi ideologici, non avrebbe che potuto ricredersi.

Vorrei, ma ahimè non accadrà, che alcuni tra coloro che continuano ad agitarsi – a destra – per cercare di mantenere in salvo la propria esistenza politica con continui proclami, annunci, adunate di congressi ed altro, privi di idee e progetti che non siano la sterile ripetizione di modelli obsoleti e passati, senza una coscienza culturale che vada al di là del “Ventennio” e dall’altarino mussoliniano, fossero stati lì ad ascoltare e magari ad applaudire idee non banali, fattive, positive e costuttive quali quelle presentate dal Dott. Stefano Serafini o dall’Architetto Ettore Maria Mazzola, tanto per nominare due tra i realatori intervenuti.

Sì perché le “buone idee”, ciò che migliora la vita dell’uomo non è etichettabile come  di “destra” o di “sinistra”, ma è oggettivamente al di sopra delle ormai sterili e stantie categorie politiche di derivazione giacobina. Ma la presunzione di non aver bisogno di persone d’intelletto – uso la parole nella sua aggettivazione dantesca – è talmente insediata in quella cerchia di destra che confonde il Rinascimento con il Risorgimento da rendere ormai inutile qualsiasi tentativo di recupero. Certo, loro i congressi li fanno, mica vanno a quelli altrui, sia mai potessero acquisire qualche nuovo impulso e imparare qualcosa! Sia mai che qualcuno di loro lo si veda ad un evento culturale, ad una mostra, ad un concerto, ad una rappresentazione teatrale… e del resto neppure ne producono, tranne qualcosa che ancora una volta è il solito “refrain”. Che noia… e a me non piace annoiarmi.

Per questo, perché come nelle “Nozze di Figaro”, c’è un qualcosa di potente e misterioso che mi spinge sempre ad andare “notte e giorno, d’intorno girando”, ho intenzione di partecipare – come uditore – al convegno “Verso una Lega Nazionale” che si terrà al Salone Magherita il 21 Aprile prossimo, sempre qua a Roma.

Andrò perché voglio ascoltare, perché vorrei sentire parlare non soltanto di quanto erano belli i tempi quando “c’era Lui!” o di com’era bravo Almirante “che non diceva parolacce” o di quanto è stato devastante Fini, ma piuttosto sentire quali siano le “basi culturali”, le idee che non dimenticano la nostra Tradizione e la nostra formazione e che affondano in un passato che ha molto più di un secolo scarso di vita. Vorrei sentire parlare di progetti realizzabili, di quello che viene chiamato da tutti - ma da quasi tutti negletto - che è il “merito”, diretta conseguenza delle capacità. Del “saper fare” e “far bene” per la gente, per gli altri e non soltanto per collocare “militanti” in quanto “fedelissimi” o tesserati o parenti.

Abbiamo bisogno di persone che pensino liberamente da pastoie preconfezionate, da tessere, da consorterie; persone capaci e competenti che non abbiano fatto della politica il loro mestiere,  persone che applichino la “politica” nel suo senso più alto e nobile, quello che porta l’uomo a migliorare se stesso dandogli un luogo buono e bello dove vivere.

Tutto il resto, sono e saranno sempre soltanto chiacchiere.

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