Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Anche se con drammatico ritardo FdI si ribella a Berlusconi, per troppo tempo e troppi anni “padre – padrone” del polo antisinistra. Quindi bene e finalmente! Positivo l’atteggiamento assunto soprattutto per il senso impresso: quello di non essere il paravento dietro cui nascondere le incertezze, le difficoltà, i ritardi e le disfunzioni di FI ma male, anzi malissimo se la decisione sottintendesse – secondo quanto segnalato su Televideo e malignamente, in I pagina, sul foglio della famiglia Berlusconi – un avvicinamento a Fitto e ad Alfano, un abbraccio mortifero con i democristiani, un ulteriore motivo di distacco per gli elettori, secondo i sondaggi più accreditati di poco sopra della soglia vitale del 3%.
Si deve assistere, compiaciuti e memori dell’immenso danno volutamente arrecato alla destra, attirata nel trappolone del PdL, senza partecipare, alla decomposizione finale del berlusconismo, che sarà sancita dagli elettori, e si deve pensare ad essere, cara Meloni, il punto di riferimento per la riorganizzazione della Destra. Si pensi che il cavaliere, con parole raccolte religiosamente da “Il Giornale”, ha riprovato i “giochini di bassa politica”.
La linea politica berlusconiana, inaugurata oltre 20 anni or sono, ha resistito fin troppo anche grazie all’inutile ed intempestiva “fuga in avanti” di Fini, che, posto nel mare aperto della politica, non poteva che provare la propria pochezza. Il berlusconismo è durato per questo nonostante le basi ideologiche fossero fragili (un superficiale ed elementare liberalismo), contraddette da una realtà interna antitetica, autocratica al massimo, nepotistica e familistica, quindi facile al deterioramento e in definitiva sterile.
Male anzi malissimo la Poli Bortone con la caduta di stile della caparbia difesa della candidatura tappabuchi, offertale come estrema speranza dal presidente del Milan. Una donna, ricca di una storia politica lunga ed articolata, nonostante l’ultima scelta, deteriore e meramente campanilistica di “Io sud”, doveva o dovrebbe comprendere che alla sua età (di poco superiore a quella di chi scrive) si deve servire un’idea, se mai la si sia posseduta, ma non coltivare ambizioni condizionanti.
Male anzi malissimo – ma questo non rappresenta davvero una novità – il governo, che solo di fronte al crollo nella scuola elementare di Ostuni, ha cominciato ad avere timida nozione della situazione di tanti e tanti istituti scolastici, proponendo l’emozionale proposito di provvedimenti urgenti, con logica e scontata riduzione della nuova elemosina elettorale programmata per i cittadini interessati alla consultazione regionale.
Male anzi malissimo – e pure questo non rappresenta un fatto inedito – il ministro delle Infrastrutture, il dolcificante cattocomunista Del Rio, il quale ha colto l’occasione di nuovi crolli in Sicilia e in Sardegna per imporre le dimissioni al presidente dell’ANAS Ciucci e portare a compimento l’ennesimo impossessamento di un ente “carrozzone”, fonte di ulteriore potere, come se quello accumulato dal dott. Renzi fosse esiguo.
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