Di alcune impressioni

Arte astratta e arte rurale in composizione.

di Piccolo da Chioggia

Arte astratta e arte rurale in composizione.

Contemplo i quadri miserelli che ho pitturato con rapidità futurista per decorare le pareti della mia stamberga. Sono quattro quadri che in ogni caso danno un gaio vedere e si possono classificare come delle opere di arte astratta. Così vanto io, con il pronome pavone cui mi ammonisce il salvatico Giuliotti, a me stesso. Traggo da alcuni dipinti di Evola l’ispirazione per le composizioni e sulle forme del disegno in origine, ora geometriche, ora fusiformi, queste ultime con volute che vogliono essere armonia di curvature aerodinamiche, imbratto i colori in accostamenti di tono vario e sempre sfumati, quando ciò risulta possibile, per dare all’occhio l’impressione che dissimulato entro l’insieme astratto si apra un paesaggio, un estremo paesaggio stilizzato. Le sfumature che divengono precipue e necessarie sul blu ed il celeste danno la profondità di cieli possibili.

In una casetta di Gavinana Pistoiese, a monte del declivio settentrionale lambito dalle acque del torrente Limestre, sulle balze di quell’Appennino che digradando poi lungo il corso della Lima verso il mare di Versilia si inalbera in Alpe Apuana, ho visto e rammento con precisione un quadretto di arte paesana, che raffigura una capanna in pietra col tetto a due falde da tempio ellenico, circondata dagli alberi montani e sovrastata dal cielo che ha un tono di color celeste davvero riuscito e tale da ricordare immediatamente, il cielo d’Appennino. L’associazione è subito favorita dal fatto che nella casa in questione, con scelta plausibilmente casuale ma certo felice, il quadretto fa mostra di sé appeso proprio a lato della finestra che si apre sulla valle del Limestre, è rivolta verso il levante ed è tale da permettere di vedere il primissimo timido annuncio dell’Aurora quando le ore notturne hanno raggiunto e sorpassato il loro culmine. Alla luce d’un dì sereno, il cielo visibile dalla finestra è di quel celeste d’Appennino inconfondibile per l’aerea luminosità e la cui descrizione può esser lasciata solo ai poeti. I due cieli, quello che illumina il panorama e quello del quadretto appeso in prossimità danno in composizione una riuscita tale da lasciare il ricordo.

Vorrei avere la modesta opera d’arte rurale qui, ora, nella mia stamberga e vorrei porla a lato delle mie opere astratte. Non avrei certo l’elemento principe che ha creato il ricordo: appunto la finestra che aprendosi sulla bella valle diviene essa stessa un grande quadro sulla parete, ma posso sempre riflettere sulla composizione dell’arte astratta che raffiguri dei paesaggi interiori, con l’arte rurale, costellata da quadretti dove la semplicità disarmante delle scene, giunge ad immagini che possono suscitare pensieri d’una profondità inusitata. Se solo questi si compongono al loro immediato intorno spaziale e noi li raccordiamo alle nostre impressioni più attente. I paesaggi interiori si nutrono degli stati mentali indotti dai paesaggi geografici che il nostro occhio ammira e contempla, e di questi ultimi più ne percepiamo ricordo ed esatte caratteristiche, di luce, di forme, di ornamento del cielo sovrastante, quanto più riportiamo in disegno i paesaggi interiori che la nostra volontà espressiva intuisce e dipoi decide di creare. È, questo, un processo bilatero di mutuo scambio che può portare a graziose cristallizzazioni quali possiamo annoverare in alcune tavole astratte ed in molti quadretti d’arte rurale dei quali è rimasto in noi un chiaro ricordo a dispetto della modestia dell’opera. 


Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.